Un gruppo di calabresi legati alla ’ndrangheta si sarebbe infiltrato in un terminal del porto di Genova controllato dalla Mediterranean Shipping Company (MSC), il colosso ginevrino della navigazione marittima e della logistica portuale. La sua filiale ligure Bettolo SRL è stata contattata di recente dalla Procura di Reggio Calabria. Bettolo SRL, che ha in concessione la gestione di uno dei terminal del porto di Genova, è stata informata dell’esistenza di un’indagine penale su “infiltrazioni mafiose” in cui potrebbe essere coinvolta. La notifica del Tribunale di Reggio Calabria alla società, citata da Il Fatto Quotidiano, fa riferimento alla “sussistenza di una serie di comportamenti che appaiono (...) riconducibili al traffico di stupefacenti” e a un “pericolo di infiltrazione (...) nelle attività della società” da parte di “esponenti della criminalità organizzata locale”. In conformità alla normativa antimafia italiana, la Procura della Repubblica ha contattato la società per esprimere la propria preoccupazione e richiedere informazioni specifiche. La holding italiana del gruppo ginevrino non è esplicitamente oggetto dell’indagine in questa fase. Questo tipo di procedura consente al pubblico ministero di mettere una società oggetto di indagini sotto amministrazione giudiziaria qualora la sua collaborazione fosse ritenuta insufficiente. Secondo Il Fatto Quotidiano, il destinatario del documento è Francesco Andrea Zuccarino, presidente del consiglio di amministrazione e uomo di fiducia in Italia di Gianluigi Aponte, fondatore e proprietario del gruppo MSC. MSC Adelaide Per capire cosa è successo occorre tornare al febbraio 2022 quando la Guardia di Finanza coglie in flagrante l’ispettore portuale Fabio Papa mentre stava estraendo delle borse piene di droga da un container caricato sulla nave MSC Adelaide. Proveniente dal Brasile, la merce era nascosta in sacchi di caffè, suddivisi in 400 panetti conservati in 14 grandi sacchi. Il sequestro totale ammontava a 435 chili, per un valore stimato all’epoca di oltre 30 milioni di euro. In qualità di ispettore della CULMV – la compagnia autogestita dei portuali genovesi – Fabio Papa poteva entrare liberamente nell’area portuale, anche dove attraccano le navi portacontainer più grandi. L’uomo è stato condannato a 10 anni di reclusione (ridotti a 8 anni e 8 mesi in appello) ma non ha mai rivelato i nomi dei suoi complici. Anche perché lo stesso Fabio Papa ha ricevuto un messaggio intimidatorio mentre era in carcere. Gli investigatori italiani sono però riusciti a penetrare nel sistema di comunicazione criptato EncroChat utilizzato da questo gruppo internazionale di narcotrafficanti, come descritto in una sentenza della Corte di Cassazione del maggio 2023. È così che sono emersi i nomi di due organizzatori del traffico: Giuliano Natale e Alberto Pinto. Dalla Calabria a Genova, via MSC I nomi di Natale e Pinto riportano alla MSC. Entrambi erano dipendenti della Bettolo SRL. Quest’ultima li aveva assunti tra il 2020 e il 2021, insieme ad altri lavoratori calabresi, dalla MCT SPA, la società di MSC operante nel porto di Gioia Tauro. Questi trasferimenti in Liguria sarebbero stati richiesti dagli stessi lavoratori e avallati dalla società. A Genova, dove non mancano certo i portuali, un quarto della forza lavoro impiegata sulle banchine dalla Bettolo SRL era di origine calabrese. Per gli inquirenti, Pinto e Natale, impiegati come gruisti e operai di banchina, avevano in realtà un’altra funzione: coordinare lo scarico dei carichi di cocaina provenienti dal Sud America. Lo scorso gennaio sono stati condannati a 13 anni e 4 mesi di carcere Non c’è due senza tre Non è la prima volta che MSC è coinvolta nel traffico di cocaina, il cui trasporto passa inesorabilmente attraverso le navi portacontainer e i porti. Nel 2019, 20 tonnellate di cocaina – per un valore di oltre un miliardo di dollari – sono state sequestrate a Philadelphia a bordo della MSC Gayane. Ne è seguito un braccio di ferro con le autorità americane. Una lunga inchiesta di Bloomberg ha descritto il ruolo dei trafficanti di droga a bordo della MSC Gayane. Il gruppo ha respinto con forza l’ipotesi dell’agenzia di stampa, che suggeriva una massiccia infiltrazione della compagnia da parte di un cartello della droga montenegrino. Tuttavia, i sequestri che hanno coinvolto le navi MSC non sono rari. Il caso della MSC Adelaide, coinvolta nel sequestro di Genova, è particolarmente rivelatore. È emerso infatti che questa stessa nave è stata al centro non di uno, ma di due grandi sequestri. Una sentenza della Corte di Cassazione, rivela che il sequestro del 2022 a Genova era stato preceduto da un altro. Oltre 200 chili di cocaina erano già stati intercettati nel porto di Gioia Tauro, anch’esso controllato dal gruppo ginevrino, nel dicembre 2020. Il porto calabrese ha una lunga storia di traffico di droga, orchestrato in particolare dal potente clan locale dei Piromalli. I successivi sequestri della MSC Adelaide a Gioia Tauro e poi a Genova confermano il sospetto degli investigatori che, a fronte di una maggiore attenzione in Calabria, i clan stiano ora riorientando i loro traffici verso nord. Contattato, il gruppo MSC non ha risposto alle nostre domande. |