Nel 2010 -sembra incredibile- si muore ancora per il lavoro o ci si infortuna o la propria salute peggiora in seguito alle mutate condizioni di lavoro che causano disturbi fisici e psichici. I recenti avvenimenti accaduti in Ticino nel corso del mese di aprile ne sono la (purtroppo triste) testimonianza.
Il sito Internet della Segreteria di Stato dell'economia (Seco), dedicato al tema della promozione della salute sul lavoro, afferma che quest'ultima "è una strategia imprenditoriale moderna che mira a evitare le malattie sul posto di lavoro (compresi gli infortuni professionali e lo stress), nonché a rafforzare la salute e a migliorare il benessere sul posto di lavoro". Belle parole, ma la realtà quotidiana delle lavoratrici e dei lavoratori sembra dire il contrario. Infatti, in un'epoca di grandi trasformazioni, dove è richiesto di produrre sempre di più in meno tempo, la tutela della salute non fa parte della strategia aziendale.
Sempre stando a quanto indicato dal Seco:"il successo di un'impresa dipende dalle qualifiche, dalla motivazione e dalla salute dei suoi collaboratori". Dovrebbe quindi essere compito dell'azienda formare i suoi collaboratori e fare in modo che siano a conoscenza delle regole necessarie ad affrontare il proprio lavoro. Ma lo sappiamo tutti che la distanza fra la teoria e la pratica è enorme, di conseguenza rimane sempre e solo scritto tutto sulla carta, poiché le lavoratrici ed i lavoratori devono rispettare il "timing" quotidiano e agiscono di conseguenza. La salute non è toccata unicamente dal punto di vista fisico, con mal di schiena, mal di testa, insonnia e altri sintomi, ma vi è tutta una parte di costi indiretti legati all'aspetto mentale del lavoro. Non sono però le aziende a pagarne il conto, ma la società, attraverso l'aumento del ricorso ai medici e ai medicamenti. E' possibile che questo succeda ancora?
Il tema scelto dall'Unione Sindacale Svizzera Ticino e Moesa per il 1° Maggio di quest'anno, con lo slogan: "lavoro, salario e rendite per tutti"e il sottotitolo:"le nostre vite valgono di più dei loro profitti", vuole farci riflettere, e soprattutto lanciare un grido d'allarme e di protesta. Protesta verso le aziende e gli imprenditori che sfruttano i propri collaboratori, senza tener conto della persona come essere umano, ma solo come numero.
Il 1° maggio di quest'anno assume un significato particolare poiché a Torino si sta svolgendo il processo contro l'ex presidente del consiglio d'amministrazione dell'Eternit Ag (Schmidheiny) e anche perché può essere un ulteriore momento (dopo l'esito della votazione del 7 marzo sulla modifica della LPP) per ribadire che le lavoratrici e i lavoratori non sono più disposti a farsi calpestare dall'economia e dalla classe politica al potere. Riflettiamoci e … Buon 1° maggio a tutte e a tutti!

Pubblicato il 

23.04.10

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