L'etica non è legge

Come ti giustifico i salari indecenti

Impiegata d’ufficio a 2.000 franchi (lordi) per 40 ore settimanali per 12 mensilità in Ticino. È mai possibile? si chiedono in tanti. Per meglio capire il ragionamento padronale, abbiamo posto alcune domande al gerente ticinese della ditta, Ivano D’Andrea. Molto attivo professionalmente, D’Andrea siede nei cda di una sessantina di ditte ticinesi. La carica principale è di amministratore delegato del gruppo Multi, una holding ticinese costituita da quattro società specializzate in diversi settori – immobiliare, consulenze fiscali e aziendali nonché revisioni contabili – e nel cui consiglio d’amministrazione siedono diversi nomi illustri cantonali. Infine, si occupa di consulenze ad aziende estere intenzionate a installarsi in Ticino. Oltre all'attività professionale, è vice-presidente dalla sezione bellinzonese del Partito popolare democratico e fresco presidente della locale sezione Rotary. Segue il testo della telefonata.

Buongiorno signor D’Andrea, quale dirigente di una società di dimensione importante per il mercato ticinese, che opera anche in qualità di consulente per imprese estere intenzionate a installarsi nel territorio, volevamo chiederle la sua opinione sulle paghe nettamente insufficienti per poter vivere nel cantone.
Inizialmente ero scettico a regolamentare il mercato con l’imposizione dei salari minimi. Visto l’emergere di stipendi molto bassi, ora condivido pienamente la strategia del Dfe dei salari minimi obbligatori attraverso i Contratti normali di lavoro. Anzi, auspico la loro estensione in altri rami, in particolare nel mondo dei bancari. È evidente che un lavoratore assunto a bassi salari crea solo un disagio all’economia locale. Se teniamo gli stipendi al giusto livello, si otterrà una diminuzione del frontalierato tutto a beneficio dell’assunzione dei nostri. Non possiamo fare entrare gente a 1.500 franchi al mese con la macchina tutte le mattine dall’Italia… Naturalmente, ci vorrebbe un po’ di elasticità. Può capitare di assumere persone residenti a stipendi non elevati per un periodo iniziale di prova. Se è bravo, dopo sei mesi o lo pago di più o mi scappa.


2.000 franchi li ritiene giustificati per una prima attività?
No, non faccio cifre. Ritengo preferibile assumere un giovane a un salario anche inferiore pur di offrirgli la possibilità di entrare nel mondo lavorativo.

Faccio riferimento a questa cifra perché ho sottomano un contratto di 2.000 franchi della Generale Servizi Amministrativi, ditta di cui lei è gerente….
Non sottostà al Cnl dei fiduciari.

Sì, ma un salario di 2.000 franchi lordi esclude un residente in Ticino…
Ma non vivono qui, i dipendenti sono tutti frontalieri.

Appunto…
La mia posizione è chiara. Sono favorevole ai Cnl che stabiliscono delle regole. E quando ci sono, vanno rispettate. Ma quel settore specifico, non è regolamentato. Quell’impresa è legata alla “voluntary disclosure“ (la “collaborazione volontaria”, l’amnistia italiana sui capitali non dichiarati all’estero, ndr.). È un lavoro puntuale che durerà pochi mesi.

La Generale Servizi Amministrativi fa parte del gruppo italiano Mutuionline, una società che naviga in ottime acque economicamente parlando. Non si potevano stabilire delle retribuzioni adatte al tessuto ticinese? Le faccio questa domanda perché spesso ci si richiama all’etica più che alla questione legale sui salari indecenti…
Ripeto, condivido in pieno l’approccio del Dfe sui Cnl. Ora devono completare il cerchio, estendendoli ad altri settori.

 

 

10 milioni di utile, paghe da 2000


Ritratto della Generali Servizi Amministrativi e dei suoi proprietari. Perché quelle retribuzioni non sarebbero illegali

 

A “offrire” 2.000 franchi (lordi) per 40 ore settimanali per 12 mensilità per mansioni d’ufficio è la Generale Servizi Amministrativi Sagl, arrivata in Ticino all’inizio di quest’anno. Una delle tante aziende che permettono ai politici di vantare l’elevato numero di posti di lavoro creati nel cantone, senza però interrogarsi sulla qualità del lavoro generato.   


I suoi uffici sono situati nel centrale Corso San Gottardo di Chiasso, mentre il suo recapito ufficiale si trova nella blasonata via Nassa di Lugano. Per la precisione, al medesimo indirizzo di  una delle tre filiali del gruppo ticinese Multi, di cui è amministratore delegato Ivano D’Andrea, affiancato nel cda da notabili avvocati e politici cantonali.


D’Andrea spesso e volentieri offre consulenza e servizi di fiduciario (è iscritto all’albo) alle aziende estere intenzionate a trasferirsi in Ticino. Molto probabilmente per questo suo ruolo ricopre la carica di gerente della Generali servizi amministrativi di Chiasso. In realtà la ditta appartiene alla galassia del Gruppo Mutuionline, una holding italiana con base a Milano che raggruppa diverse società attive nei servizi finanziari e assicurativi. Azienda leader a cui gli affari non mancano. «Ha chiuso il 2014 con numeri da favola» si leggeva in settembre sul quotidiano italiano Il Giorno «E il fatturato del primo semestre è cresciuto del 70% rispetto allo stesso periodo del 2014, con un reddito operativo del 122,8%». In soldoni, circa 10 milioni di euro di utili netti lo scorso anno, a tasse e altri oneri già dedotti. L’azionista maggioritario di Mutuionline è una società installata in Lussemburgo, i cui proprietari sono i due soci fondatori del medesimo gruppo, uno dei quali lo ritroviamo nel cda della filiale ticinese. Vista la disponibilità economica di questa società, possibile che non siano in grado di offrire condizioni salariali dignitose in Ticino? La questione può essere posta solo in termini etici, poiché i titolari della società non infrangono alcuna legge svizzera.


La libertà d’impresa garantita in Svizzera consente alla ditta di contrattare “liberamente” lo stipendio con un dipendente, salvo non vi siano obblighi legali sanciti da contratti collettivi di lavoro. Nel settore terziario elvetico vige la legge del più forte, poiché sono rare eccezioni le tutele dei salariati.
In questi ultimi anni, soprattutto nella zona di confine ticinese, il padronato ha gioco facile nell’imporre la propria cifra di salario al potenziale dipendente, considerato l’enorme bacino di persone in stato di bisogno nel mercato del lavoro. Riassunto nei termini più brutali ma decisamente frequenti: «Se non ti sta bene, fuori ce ne sono diecimila disposti ad accettare».


Nel ramo degli impiegati d’ufficio in Ticino l’allarme sul dumping salariale diffuso è ormai suonato da molti anni. Il Cantone, su segnalazione della Commissione tripartita, ha già emanato tre Contratti normali di lavoro per gli impiegati nelle fiduciarie, negli studi di avvocati e della consulenza aziendale. La Generale Servizi Amministrativi pare sfuggire a questi Cnl. Nel suo scopo aziendale specifica: «la società non potrà rendere consulenza fiscale nonché svolgere qualunque altra attività e/o funzione che sia riservata dalla legge a soggetti iscritti in albi professionali e in registri speciali o comunque soggetta ad autorizzazioni». Non è dato sapere se sia un caso l’esclusione di attività proprio dove sono prescritti  salari minimi obbligatori, vedi la consulenza, fiduciaria e avvocati (albi professionali). Per inciso, salari minimi di 3.000 franchi lordi. Insufficienti per vivere in Ticino, ma sicuramente un gran balzo avanti rispetto ai miseri 2.000 della Generale Servizi Amministrativi di Chiasso.

Il commento

Se si può fare...

 

Non ce ne voglia il signor D’Andrea, ma le sue risposte sono indicative dell’atteggiamento padronale sul tema delle paghe basse nel cantone. S’indignano e le considerano nocive per il tessuto economico e sociale ticinese. Non mancano i riferimenti in voga tra i politici e bettole nostrane del tipo “prima i nostri”. Poi, nei fatti, se le paghe indecenti non sono proibite per legge, diventano lecite. Tanto a riceverle sono i frontalieri. E il cerchio si chiude. La colpa è loro che le accettano. Sia mai di chi le propone e ci guadagna.

Pubblicato il

24.09.2015 16:38
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