L’approdo ticinese delle tangenti del calcio sudamericano

Presto a processo un gestore patrimoniale esterno della BSI, accusato di non aver dichiarato i conti legati alla federazione calcistica sudamericana CONMEBOL

Da Lugano, si sa, sono passati i più grandi scandali finanziari mondiali degli ultimi anni: la BSI ha chiuso la sua ultracentenaria storia per il suo ruolo avuto nella vicenda del fondo sovrano malese 1MBD, le banche PKB e Cramer sono tuttora sotto inchiesta penale per il loro ruolo nell’affare brasiliano Lava Jato mentre le più piccole Credinvest e Zarattinisono state bacchettate dalla FINMA per la sua implicazione nell’affare legato alla società petrolifera venezuelana PDVSA. In questo bouquet di casi, la piazza ticinese non poteva certo farsi mancare anche l’altro grande scandalo mondiale di questi anni, quello legato al mondo del calcio internazionale.

 

Non era mai stato comunicato ufficialmente, ma nel 2018 la FINMA ha emesso una decisione secondo cui proprio la BSI ha violato gravemente le norme di diligenza in materia di riciclaggio di denaro: ben 26 conti sospetti erano stati aperti presso la banca ticinese in relazione alle transazioni occulte nel mondo del calcio. Questa informazione traspare da un atto d'accusa depositato presso il Tribunale penale federale (TPF) contro un ex gestore patrimoniale esterno che presto comparirà in aula.

 

Nel febbraio 2019, la FINMA ha presentato una denuncia al Dipartimento federale delle finanze (DFF) contro non meglio precisati organi di BSI per sospetta violazione dell'obbligo di comunicazione. Questa norma della legge sul riciclaggio di denaro impone agli intermediari finanziari di effettuare una segnalazione all’Ufficio di comunicazione in caso di sospetto fondato sull’origine del denaro depositato su un conto. A sanzionare le eventuali violazioni è il DFF che può emettere delle decisioni penali. In questo caso ad essere finito nel mirino del DFF sarà D.*, ex membro della direzione di Banca del Gottardo che aveva costituito una propria società di gestione patrimoniale a Lugano poco prima che BSI rilevasse l'istituto.

 

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Dopo la sua partenza dalla Gottardo, attraverso la propria società, D. aveva continuato a gestire le circa 140 relazioni bancarie di cui si occupava in precedenza. Tra questi conti, cinque erano legati alla CONMEBOL, la confederazione calcistica sudamericana.

 

30 milioni ridistribuiti

 

Il conto più problematico è quello della società Arco Business and Developments SA, con sede nelle Isole Vergini britanniche e controllato dalla società argentina di marketing sportivo Torneo y Competencias SA. Quest'ultima aveva acquistato i diritti televisivi dalla CONMEBOL, prima di venderli alla sua filiale olandese Torneos and Traffic Sports Marketing BV. Quest'ultima ha poi venduto i diritti all'emittente brasiliana Rede Globo TV. Il problema era che Torneos y Traffic versava parte degli introiti sul conto ticinese di Arco, che a sua volta ne riversava una parte ai funzionari CONMEBOL coinvolti nelle trattative.

 

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Tra il 2007 e il 2012, 30 milioni di franchi sono arrivati così in Ticino sul conto di Arco in provenienza dalla controllata olandese di Torneos y Competencias. Questo primo conto era però solo una tappa intermedia, di transito. Infatti, poco dopo l'accredito, i beni sono stati quasi interamente trasferiti su altri conti, presso la stessa BSI, appartenenti a quattro alti funzionari sportivi latinoamericani: Eduardo Carlos Deluca (segretario generale della CONMEBOL), Romer Osuna Anez (membro del comitato di audit e compliance della FIFA e tesoriere della CONMEBOL), Eugenio Hermes Figueredo (presidente della CONMEBOL, poi diventato vicepresidente e membro del comitato esecutivo della FIFA dal 2013 al 2015) e Nicolas Leoz Almiron (membro del comitato esecutivo della FIFA e presidente della CONMEBOL fino all'aprile 2013).

 

Deluca e Leoz Almiron sono stati indagati anche dalla Procura federale. Dopo la morte di Leoz nell'agosto 2019, il Ministero Pubblico della Confederazione ha ritirato le accuse contro di lui. Deluca è stato invece condannato con decreto d’accusa per complicità in ripetuta amministrazione infedele qualificata.

 

BSI ha chiesto chiarimenti

 

In seno a BSI, tutti questi conti erano gestiti da D. e beneficiavano di pagamenti che passavano attraverso il conto di Arco. Ad esempio, Deluca ha ricevuto un totale di 4,1 milioni di dollari sul suo conto Quatrorama e Leon ha ricevuto 3,9 milioni di dollari sul suo conto Patodos. Queste transazioni sospette erano state ripetutamente segnalate dai sistemi antiriciclaggio della BSI. I moduli non spiegavano il legame tra Torneos Argentina e i funzionari della CONMEBOL, né perché i fondi provenienti dalla vendita dei diritti televisivi per la Copa Libertadores fossero stati versati sul conto Arco e successivamente ridistribuiti.

 

I funzionari della banca hanno chiesto spiegazioni a D. in diverse occasioni. Secondo il gestore patrimoniale, i funzionari della CONMEBOL venivano semplicemente ricompensati per un servizio professionale. Anche se fosse stata presa in considerazione l’ipotesi della corruzione privata, D. ha fatto notare che all’epoca questa non era punibile in Svizzera. Nell'autunno del 2008, BSI chiese a D. di chiudere i conti, ma questi continuarono a funzionare e a ricevere bonifici da Arco. Anche in seguito, quando gli scandali del calcio mondiale e sudamericano cominciano a finire sui giornali, il gestore patrimoniale non ha mai denunciato i conti. 

 

Tra i nomi citati dalla stampa c'era anche quello di Nicola Leoz. Il presidente della federazione calcistica sudamericana aveva ricevuto 730.000 franchi svizzeri dalla società ISL di Zugo, accusata di aver ottenuto illegalmente i diritti televisivi per i Mondiali del 2002 e del 2006.  Secondo D., si trattava di "attacchi mediatici volti a coinvolgere una persona irreprensibile", che aveva ricevuto più di 400 riconoscimenti governativi in tutto il mondo, tra cui quello di cavaliere del lavoro conferita dall’Italia.

 

Gravità media

 

Secondo il DFF, questi conti avrebbero dovuto essere segnalate all’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS) almeno dall'autunno 2008. A quel punto, avrebbe dovuto rendersi conto che qualcosa non andava: " Gli indizi di riciclaggio di denaro esistenti dal 31 ottobre 2008 erano sufficienti per sospettare l’origine criminale dei valori patrimoniali della relazione bancaria e per stabilire un collegamento tra questi e il reato di riciclaggio di denaro” si legge nell'atto d'accusa, di cui area ha preso visione.

 

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Il conto di Deluca è stato annunciato nel giugno 2015. Il suo saldo di circa 1,8 milioni di franchi è stato restituito alla CONMENBOL. Gli altri erano già stati chiusi o bloccati dopo l'intervento delle autorità. Per il DFF, la mancata segnalazione ha quindi permesso di chiudere tre conti e di trattenere informazioni preziose per le autorità giudiziarie svizzere ed estere.

 

Il 16 marzo 2022, il DFF ha così condannato D. a una multa di 30.000 franchi. La colpa dell'imputato, rappresentato dall'avvocato Davide Ceroni, è stata ritenuta di "media gravità".

D. si è opposto a questa decisione. Pertanto comparirà davanti al Tribunale penale federale il prossimo 10 maggio.

 

*Nome noto alla redazione

 

Pubblicato il

08.05.2023 11:33
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