«Per la nostra campagna elettorale, riprenderemo gli stessi temi che ci vedono impegnati da sempre. Non capiamo perché in vista delle elezioni – considerata da taluni la massima espressione della politica – si debbano cambiare i propri orientamenti. Questo significa che continueremo ad essere in prima fila per combattere contro le privatizzazioni, contro la soppressione dei posti di lavoro. Continueremo a difendere l’idea di una politica sindacale diversa, contraria al consociativismo e che cerchiamo di portare avanti laddove siamo presenti. Al momento poi siamo molto impegnati nella campagna contro la guerra. Il Movimento per il socialismo, assieme ad altri, ha preso l’iniziativa di animare il Comitato ticinese contro la guerra e di proporre la grande manifestazione nazionale prevista per il 15 febbraio prossimo».
Nessun “effetto speciale” per l’imminente campagna elettorale del Movimento per il socialismo (Mps). Giuseppe Sergi, esponente della nuova formazione politica, introduce con queste parole gli elementi portanti del programma.
Altro tema caldo e caro alla formazione di Sergi resta l’opposizione al Forum economico mondiale di Davos. «Il 23 gennaio (ieri per il lettore, ndr) – continua Sergi – saremo presenti alla conferenza internazionale di Zurigo “L’Altro Davos” alla quale intendono partecipare numerosi studenti del nostro Movimento, particolarmente attivi su questo fronte».
S’intensifica dunque, in quest’ultimo periodo, l’attività dell’Mps che presto sarà impegnato a tenere due assemblee cantonali: la prima il 30 gennaio e, la seconda, l’8 febbraio. «In febbraio – afferma Sergi – metteremo a punto il nostro programma e delineeremo quelli che sono gli orientamenti della nostra campagna elettorale. Inoltre definiremo le liste per il Gran Consiglio. I nominativi? Non posso anticiparli ma posso dire che i candidati non mancano, cercheremo piuttosto di non averne troppi».
Ma come si pone l’Mps di fronte alla possibilità di eventuali congiunzioni di lista con il Partito socialista? Sarà disponibile a fare questo passo?
«Ufficialmente decideremo il 30 gennaio prossimo - dice Sergi - anche se esiste già un orientamento in questo senso. Ufficiosamente posso però ribadire (e in questo non dico niente di nuovo) che non riteniamo che le congiunzioni di lista possano sostanzialmente servire; piuttosto siamo convinti che dobbiamo utilizzare le nostre risorse per difendere le idee e il programma in cui crediamo».
Quindi il Movimento per il socialismo non vede di buon occhio alleanze che, a parer suo, poco hanno a che fare con la realtà delle cose.
«Bisogna riconoscere – spiega Sergi – molto pacatamente che esistono fra l’Mps e il Partito socialista divergenze di fondo che non possono essere rimosse. Apparteniamo a famiglie politiche diverse che rispecchiano gli orientamenti della sinistra europea. Da una parte si collocano coloro che sono propensi ad una gestione liberalsocialista (senza voler dare alcuna connotazione polemica a questa definizione) della politica e dall’altra la sinistra antagonista, alternativa nella quale noi ci riconosciamo. Due schieramenti che in Italia s’incarnano nell’Ulivo e in Rifondazione, per fare un esempio. Sono due sinistre che si muovono in direzioni diverse. C’è chi pensa – come la sinistra socialiberale – che la mondializzazione sia una chance che va regolata e non combattuta e c’è chi, come noi, pensa che bisogna battersi per un altro ordine economico, sociale diametralmente opposto a quello capitalistico.
Ripeto: siamo di fronte a due famiglie diverse che possono parlarsi pur avendo concezioni politiche radicalmente distanti ma che non possono rinunciare alle battaglie che li connotano in favore di potenziali congiunzioni. È importante che anche questa sinistra antagonista abbia uno spazio ben definito per accogliere quella parte dell’elettorato che in essa si riconosce».
Insomma, dalle parole di Sergi sembra capire che non ci saranno “colpi di scena” sul versante delle congiunzioni. Il messaggio del cofondatore del Mps sembra inequivocabile. «Ci sono due anime a sinistra, – conclude Sergi – una che alcuni vorrebbero (come l’ex consigliere di Stato ha scritto su area) convergente verso il centro e un’altra che si colloca a sinistra del Ps e che difende un punto di vista più radicale riguardo alle questioni economiche e sociali in atto». |