Il rapporto della sottocommissione della gestione del Consiglio nazionale sul caso Roschacher/Blocher (cfr. area n. 37 del 14 settembre) ha messo in agitazione l'Unione democratica di centro (Udc). Lo dice André Daguet, consigliere nazionale e membro della direzione nazionale del sindacato Unia, che nella sottocommissione ci ha lavorato in rappresentanza del Partito socialista svizzero (Pss). L'Udc lo ha subito accusato di essere uno dei cospiratori contro il suo consigliere federale Christoph Blocher. C'è davvero un complotto per escluderlo dal governo? E Blocher ha davvero partecipato ad un complotto per far fuori l'ex procuratore generale della Confederazione Valentin Roschacher? A Daguet la risposta.

André Daguet, l'Udc la accusa di essere uno dei cospiratori del "piano segreto contro Blocher". Per lei dovrebbe quasi essere un vanto…
Se l'Udc mi attacca in questo modo effettivamente per me è un attestato di merito. La sottocommissione della Commissione della gestione del Consiglio nazionale aveva il mandato di indagare il funzionamento del Ministero pubblico della Confederazione in quanto autorità incaricata del perseguimento dei reati penali. Del mandato facevano parte anche le circostanze della partenza del Procuratore generale della Confederazione Valentin Roschacher. Nel rapporto tra l'altro ci sono delle severe critiche anche al Dipartimento federale di giustizia e polizia (Dfgp) e allo stesso capo del Dfgp, Christoph Blocher. Che questo non abbia fatto la felicità dell'Udc non sorprende.
Gli eventi descritti nel vostro rapporto sono stati definiti "affare di Stato" dal presidente del Partito popolare democratico (Ppd) Christoph Darbellay, mentre Christoph Mörgeli, il fido scudiero di Blocher, ha parlato di "bullshit". Dove sta la verità?
Il rapporto ha messo in risalto alcune gravi carenze nella vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione. E dimostra che nelle improvvise dimissioni di Roschacher è stata esercitata una certa pressione da parte del Dfgp. È evidente che la frenesia del Dfgp e le improvvise dimissioni di Roschacher sono in stretta relazione cronologica con il famoso articolo della Weltwoche sull'ex banchiere Holenweger e l'agente infiltrato Ramos. È chiaro che nell'esercizio della vigilanza sul Ministero pubblico sono stati commessi gravi errori da parte del Dfgp e della Camera dei ricorsi del Tribunale penale federale. Su questo punto il rapporto non si presta ad equivoci: nell'esercizio della vigilanza non ci possono essere né ambiguità né confusione di ruoli fra le diverse autorità implicate.
Allora è una crisi di Stato?
È politicamente un errore se il giovane presidente del Ppd Darbellay nella sua inesperienza parla di affare di Stato ancor prima che la Commissione della gestione abbia pubblicato il suo rapporto. In questo modo ha fatto solo il gioco dell'Udc, che da settimane va dicendo che sarebbe in corso un complotto contro Blocher. I rimproveri contenuti nel rapporto sono rilevanti e ci sono delle chiare raccomandazioni.
Il rapporto critica soprattutto il fatto che Blocher sia andato oltre le sue competenze e si sia mosso da solo, non collegialmente.
Questi sono effettivamente dei rimproveri gravi a lui. Ma non sono di gran lunga le uniche constatazioni che fa la Commissione della gestione.
Allora è un affare Blocher?
Se mi metto ad osservare il paesaggio politico come semplice cittadino e non come membro della Commissione della gestione vedo questo: il signor Blocher è andato in Consiglio federale con la pretesa di cambiare radicalmente il Paese. Quel che mi rimane impresso dopo i suoi primi quattro anni in Consiglio federale è che non è così preciso nel rispettare le competenze, che non è così preciso quando deve dire la verità e che gli è indifferente se ogni tanto mente un po', perfino se mente in pubblico all'intero Consiglio degli Stati. Con Blocher è entrato a Palazzo federale un nuovo tipo di incultura politica che è pericolosa per il Paese. Il signor Blocher si rapporta alle istituzioni a seconda di quale sia la sua convenienza politica. È una tendenza molto pericolosa per la democrazia. E deve suonare un allarme se questo lo si riscontra persino nell'esercizio della vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione o sul potere giudiziario.
Quali i prossimi passi concreti?
Le carenze nella vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione riscontrate dal rapporto della Commissione della gestione possono essere corrette. Adesso sono il Consiglio federale e il Parlamento che devono agire politicamente. Blocher vorrebbe subordinare direttamente il Ministero pubblico al Dfgp. Vuole avere il controllo totale sul Ministero pubblico. Sono convinto che le conclusioni finali della Commissione della gestione e il modo con cui il ministro della giustizia Blocher ha accolto le critiche hanno definitivamente tolto dal tavolo della discussione i suoi piani. Sono sempre stato dell'opinione che la vigilanza sul Ministero pubblico debba essere affidata al Tribunale federale.
Christoph Blocher e l'Udc sono molto nervosi: c'è dell'altro?
Si sarebbe tentati di dire che il tutto è soltanto campagna elettorale dell'Udc. Un paio di settimane prima delle elezioni Blocher e la centrale dell'Udc inventano un gigantesco complotto contro il consigliere federale Blocher. E mettono in scena questo presunto piano segreto con inserzioni sui giornali di tutta la Svizzera costate milioni di franchi. Ma chi osserva più attentamente quanto accaduto non si accontenterà però di questa spiegazione. Io stesso ho l'impressione che il rapporto della Commissione della gestione ha spaventato e messo in agitazione alcune persone nell'ambiente dell'Udc. Per questo sono contento che la Commissione della gestione, cui compete l'alta vigilanza politica, abbia deciso sulla base di nuovi documenti venuti alla luce di incaricare la sottocommissione di eseguire ulteriori accertamenti. Lo scompiglio e il nervosismo attorno all'ex banchiere Holenweger, a Mörgeli e ai loro compari è in effetti per lo meno sorprendente.
Dopo il tracollo dell'ala zurighese vicina all'economia del Partito liberale radicale (Plr) nasce una nuova rete d'interessi attorno all'Udc, alla Weltwoche e a Mörgeli e compari?
Non lo escludo in nessun modo, anzi, ho persino alcuni indizi che mi spingono a fare supposizioni in questo senso. Tuttavia sarebbe sbagliato affermare che ora, con le carte di Holenweger, abbiamo sul tavolo tutte le prove. Ho notato soltanto alcune cose: il gran daffare attorno a Holenweger, la reazione dello stesso capo del Dfgp Blocher e il ruolo dei lacché di Blocher, che hanno smentito e commentato un sacco di cose prima che i fatti diventassero di dominio pubblico. Ora, per quel che concerne la Commissione della gestione e la sua sottocommissione, non si tratta di indagare cos'hanno fatto Holenweger e un paio di giornalisti e di politici dell'Udc al suo seguito per sbarazzarsi del Procuratore generale della Confederazione. La Commissione deve solo chiarire se singoli uffici dell'amministrazione o singoli funzionari vi erano coinvolti o, viceversa, se sono stati messi sotto pressione. Ancora una cosa: che il ministro della giustizia in una conferenza stampa faccia a pezzi un rapporto della Commissione della gestione non ancora pubblicato e l'intero Consiglio federale, senza che il governo abbia avuto l'occasione di prendere posizione in merito, è uno scandalo politico.
La Commissione della gestione poche ore dopo la conferenza stampa di Blocher ha presentato il suo rapporto e ha parlato dei documenti di Holenweger. Non c'è stata troppa precipitazione, dato che la rilevanza di quelle carte non era ancora nota?
In situazioni così convulse la comunicazione è sempre molto difficile. Dopo si sa sempre meglio come si sarebbe dovuto fare. La Commissione ha deciso solo dopo la conferenza stampa di Blocher di presentare il suo rapporto ancora lo stesso giorno. Una decisione corretta. E dopo che i media già da diversi giorni parlavano dei documenti di Holenweger era giusto comunicare anche la decisione della Commissione di incaricare la sua sottocommissione di svolgere ulteriori accertamenti. Ma è vero che la comunicazione non è stata ottimale.
Perché il Pss è stato così defilato?
Il Pss ha subito preso posizione pubblicamente. Ma non è caduto nella trappola come il presidente del Ppd. Il Pss ha salutato positivamente la pubblicazione del rapporto. Inoltre ha preteso un chiarimento rapido e completo delle nuove accuse. E ha chiesto che il consigliere federale Blocher lasci la vigilanza sul Ministero pubblico al collegio governativo fino alla conclusione dell'inchiesta. È un fatto che queste richieste non hanno trovato la dovuta attenzione da parte dei media. Tra l'altro, il consigliere nazionale socialista Urs Hofmann ha difeso molto bene la posizione del partito nella trasmissione "Arena" della tv svizzero-tedesca.
È sbagliato parlare di scandalo?
La cosa più stupida che si possa fare è prima gridare allo scandalo e discutere animatamente di gravi sospetti e soltanto in un secondo tempo condurre un'inchiesta. Non è serio e nuocerebbe soltanto alla Commissione della gestione. Il peggio sarebbe se un paio di mesi dopo ci si dovesse rimangiare tutto.
Il Pss non dovrebbe sfruttare il momento per togliere Blocher dal governo?
Abbiamo avuto quattro anni di tempo per giudicare Blocher nel suo lavoro. Quattro anni per avere la conferma che questo Consiglio federale fa davvero una politica di destra durissima e infila in un cassetto a suo piacimento i dossier più scottanti. Alla fine Blocher anche sull'Avs ha detto da che parte sta: vuole aumentare l'età di pensionamento e al posto delle assicurazioni sociali preferirebbe avere una cassa nazionale che passi l'assistenza ai poveri. Questa è la sua idea di destra di Stato sociale svizzero. Blocher è anche un avversario dichiarato dei sindacati, per questo non sopporta Unia. Per il Pss le cose sono chiare: da sinistra Blocher non riceverà nemmeno un voto. Il Ppd e il Plr devono pensare seriamente se vogliono rieleggere Blocher. Ma è risaputo che su questo tema i due partiti di centro non hanno alcun coraggio. In parlamento preferiscono stare con la destra che allearsi alla sinistra.


Pubblicato il 

21.09.07

Edizione cartacea

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