A proposito di Ici, ovvero dell' Imposta Comunale sugli Immobili, introdotta in Italia agli inizi degli anni Novanta, già in passato avevamo scritto su area denunciando come l'attuale governo Berlusconi all'inizio di questa legislatura avesse sì tolto l'Ici sulla "prima casa" ma unicamente a chi risiedeva stabilmente in Italia e non a quella di proprietà degli italiani iscritti all'Aire (ivi compresi i doppi cittadini come, per esempio, gli italo svizzeri). Anche se per questi emigrati si tratta della loro abitazione per quando rientrano in Italia e quindi di un immobile non locato a terzi. Tuttavia avevamo anche ricordato che i singoli Comuni italiani, in molti casi, al di là della legge nazionale, nei loro Regolamenti avevano esonerato dal pagamento dell'Ici anche l'abitazione degli iscritti all'Aire. Una notizia che aveva fatto felici molti emigrati italiani e cittadini italo svizzeri proprietari di un'abitazione in Italia. Poi a marzo 2009 arrivò la brutta notizia che il governo Berlusconi aveva invalidato quei Regolamenti comunali che avevano esteso l'esenzione dall'Ici anche agli italiani residenti all'estero. Infatti con Risoluzione del 4 marzo 2009 veniva chiarito ai comuni italiani quali erano, ai fini dell'Ici, le ipotesi di assimilazione all'abitazione principale cui potevano riferirsi i Regolamenti comunali e, tra queste, si escludevano le abitazioni possedute dai cittadini italiani residenti all'estero. Come se ciò non bastasse la Risoluzione precisava che i comuni avrebbero dovuto provvedere al recupero del tributo dell'Ici nei confronti dei contribuenti che non avessero effettuato il versamento relativo anche all'anno precedente (2008). Adesso alcuni lettori di area ci hanno contattato per chiederci cosa fare poiché anche nei loro comuni di origine in Italia, dove possiedono una abitazione tenuta a propria disposizione per i loro rientri periodici, vige un Regolamento che li esenta dall'Ici anche se iscritti all'Aire e quindi, pure nel 2011, non hanno pagato la prima rata di questa tassa la cui scadenza era il 16 giugno. Tutti loro non sanno cosa fare anche perché in Comune alle loro insistenze di volersi mettere in regola con la legge, a seguito della Risoluzione del Ministero di Tremonti, è stato mostrato l'articolo del Regolamento comunale con il quale venivano esonerati dall'Ici e trattati, quindi, come se fossero dei poveri cretini, vista la loro insistenza nel volerla pagare. Evidentemente la materia in questione è controversa per cui, in questi casi, è difficile dare dei consigli. Si può solo prendere atto che sull'Ici c'è un conflitto normativo tra alcuni Comuni e lo Stato centrale. Sarà interessante vedere cosa accadrà quando lo Stato dovesse prendere posizione, ovvero pretendere il pagamento dell'Ici alla faccia del tanto decantato federalismo, in un caso ben specifico di cittadino italiano iscritto all'Aire proprietario di un bene immobile collocato in uno di questi Comuni. Comunque, a titolo informativo, ricordiamo ai lettori di area che gli iscritti all'Aire possono pagare l'Ici annuale anche in un'unica soluzione prima del 16 dicembre, versando un tasso di interesse del 3 per cento sull'importo che doveva essere pagato a giugno.
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