L'Assemblea dell'Osc a difesa della qualità

C’è malessere e preoccupazione fra il personale dell’Organizzazione socio-psichiatrica (Osc) di Mendrisio. E per quanto la s’indori, la pillola dei progetti Legge stipendi e Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti (Lord), non va giù. Sono molte e importanti, infatti, le critiche che l’Assemblea del personale dell’Osc (riunitasi negli scorsi giorni) muove ai due progetti messi in consultazione dal Dipartimento finanze. «I due progetti – recita il documento approvato dall’Assemblea – comportano sostanziali peggioramenti nelle condizioni di lavoro e sono pertanto ritenuti inaccettabili. Essi creeranno inoltre le premesse per un peggioramento del servizio offerto all’utenza». Da un punto di vista finanziario, la Legge stipendi penalizza la categoria in quanto prevede, tra l’altro, la soppressione degli scatti d’anzianità (con conseguente diminuzione degli stipendi per molti dipendenti), l’adozione di due scale salariali e la limitazione del versamento dell’indennità di economia domestica ai dipendenti con figli minori di 12 anni. «A perderci – afferma Andrea Mazzoleni, presidente della Commissione personale Osc – saranno le categorie “più basse” del settore mentre, per contro, si gratificheranno quelle “più alte”. Ma la cosa più inquietante è l’introduzione di un sistema meritocratico in un ambiente come il nostro, dove si lavora in équipe, che spinge a sostituire la collaborazione con la competitività. Con conseguenze prevedibili: aumento di tensione e quindi peggioramento del clima di lavoro». Altro punto preso di mira è la gestione del lavoro per obiettivi. «Ci preoccupa non tanto il concetto di direzione per obiettivi ma il modo in cui potrebbero essere messi in pratica. Pensiamo un po’ – spiega ancora Mazzoleni – se, per motivi economici, l’obiettivo dell’operatore diventasse l’accumulare un numero sempre maggiore di consulti… Il proprio mandato sicuramente verrebbe snaturato e la qualità del servizio rischierebbe di risentirne. Abbiamo a che fare con la sofferenza psichica, con persone e non con pratiche d’ufficio». Ci sono altre questioni che l’Assemblea contesta, come la delega ai funzionari dirigenti anche per le misure disciplinari e i licenziamenti. «A questo – dice Mazzoleni – si aggiunge il problema dell’assenza di normative chiare che favoriscono la mobilità interna e con altri enti pubblici o privati. Ci troviamo di fronte ad una serie di proposte che spingono la categoria ad un ritorno al passato. Ora attendiamo che il Consiglio di Stato, che ha in consultazione i progetti di legge, apra le trattative con i sindacati mentre noi della Commissione del personale aspettiamo la comunicazione di una parte delle modifiche della pianta organica». Insomma, non è facile di questi tempi essere operatori all’Osc, accusati di assenteismo in un’interrogazione presentata da due deputati leghisti nel 1995. «Non c’è molto da dire in proposito – conclude Mazzoleni – la risposta, chiara e inequivocabile, l’ha già data pubblicamente il Consiglio di Stato, il quale vanifica qualsiasi ingiusta accusa in proposito. Non si possono usare gli stessi parametri per un impiegato di banca e per un operatore sociopsichiatrico confrontato continuamente con la sofferenza psichica e quindi esposto maggiormente allo stress e al rischio di ammalarsi. È come una spirale. Da una parte la gente chiede un servizio di qualità (e il servizio sociopsichiatrico costa), dall’altra il governo effettua misure di risparmio – quali quelle previste dalla Lord – che portano alla riduzione del personale. E qui veniamo al punto: diminuisce il personale ma aumenta il carico di lavoro, quindi lo stress e ciò che molti hanno definito “assenteismo”. Siamo persone e come tali, se sollecitate oltremisura, possiamo crollare anche noi».

Pubblicato il

06.09.2002 05:00
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