In Italia dal 1988 è stata istituita l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (Aire) pertanto, da allora, in ogni Comune italiano vi sono due registri anagrafici: quello della Popolazione Residente (Apr) e quello dell’Aire. A quest’ultima anagrafe devono obbligatoriamente iscriversi tutti i cittadini italiani che risiedono all’estero da oltre un anno e può avvenire registrandosi nel proprio Comune al momento dell’espatrio, oppure tramite l’Ufficio consolare competente per il luogo estero di residenza. Grazie all’informatizzazione della rete consolare, oggi è possibile anche registrarsi all’Aire attraverso il portale “fast.it”. Sono quindi esclusi da questo obbligo coloro che risiedono all’estero per meno di un anno per motivi di studio oppure i lavoratori stagionali, nonché i dipendenti pubblici e i militari italiani in servizio all’estero. Tutto ciò premesso, è necessario rivolgere un appello ai lettori di area residenti nella Confederazione, con la cittadinanza italiana, affinché verifichino la loro iscrizione all’Aire. Infatti, sia attraverso alcuni lettori di questa rubrica che nei contatti con la comunità italiana e gli iscritti Unia nelle tante assemblee informative sulle problematiche socio-previdenziali che si organizzano periodicamente in Svizzera e che mi vedono partecipare come relatore, scopro che vi sono molti cittadini italiani che non sono iscritti all’Aire nonostante risiedano in Svizzera da molti anni o, addirittura, fin dalla nascita (in questo caso la non iscrizione è imputabile ovviamente ai genitori!). Da tenere in considerazione che questo obbligo sussiste anche per coloro che sono in possesso della doppia cittadinanza italiana e svizzera poiché per la legge italiana sono cittadini italiani a tutti gli effetti! Le motivazioni per cui non si è iscritti all’Aire sono molteplici: vuoi, per esempio, perché così alcuni beneficiano dell’esenzione totale dell’Imposta Municipale sugli Immobili (Imu) sulla loro abitazione in Italia; oppure per non perdere il diritto a delle prestazioni sociali limitate ai residenti in Italia; o, ancora, per usufruire dell’assistenza sanitaria del Servizio Sanitario Nazionale italiano (Ssn) durante i soggiorni in Italia senza sapere che vi sarebbe comunque la copertura della Cassa Malati elvetica; altri che, invece, sono all’oscuro della loro non iscrizione all’Aire a causa di qualche tornaconto dell’Amministrazione comunale di competenza, oppure in buona fede non sapendo di questo obbligo. La “spia” che consente a ogni cittadino italiano (sottolineo anche ai doppi cittadini!) residente in Svizzera di verificare la propria iscrizione all’Aire è, per esempio, la ricezione in Svizzera della cartolina elettorale – inviata dal proprio Comune di iscrizione – per andare a votare in Italia per l’elezione dell’Amministrazione comunale o del Consiglio Regionale; come pure la ricezione del plico elettorale – inviato dall’Ufficio consolare – per votare in loco, tramite posta, per il Parlamento italiano o per dei referendum (lupus in fabula, il prossimo 12 giugno si voterà in Italia per ben cinque referendum in tema di giustizia, per cui gli iscritti all’Aire dovranno ricevere il plico elettorale per poter esprimere il voto per corrispondenza, in caso contrario contattare subito il proprio Ufficio consolare di riferimento per i necessari chiarimenti). Infine, la prova della non iscrizione all’Aire è data anche dal possesso della Carta sanitaria italiana della quale non è possibile averne titolo per coloro che non risiedono in Italia. Morale, per evitare problemi, nel dubbio, verificare la propria iscrizione all’Aire del Comune di origine e, nel caso non risultasse, iscriversi quanto prima.
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