Da decenni gli italiani all’estero sono rappresentati, a livello di circoscrizioni consolari, da organismi, prima, di nomina consolare (Comitati Consolari di Coordinamento – Co.Co. Co.) e, poi, elettivi: inizialmente i Comitati degli Emigrati Italiani (Co.Em.It) e, successivamente, i Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es). Loro compiti e funzioni sono quelli di cooperare, collaborare, segnalare, esprimere pareri anche obbligatori e formulare proposte alle autorità consolari di riferimento.
L’ultima volta che questi organismi (Com.It. Es) sono stati eletti in tutto il mondo è stato nel 1997 ed è avvenuto con delle votazioni tenutesi in seggi istituiti localmente dai vari consolati italiani. Essendo la loro durata di cinque anni, i Com.It.Es dovevano essere rinnovati già lo scorso anno ma il governo ed il parlamento italiani ne hanno rinviato per ben due volte le elezioni (al 31.12. 2003 e infine al 31.3.2004) per permetterne il rinnovo con una nuova legge che, in primo luogo, ne aggiornasse e potenziasse le funzioni secondo le attese delle comunità italiane all’estero sulla base di una bozza di riforma elaborata dagli stessi Com.It.Es e dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) – un parlamentino eletto dai Com.It.Es e dalle associazioni che rappresenta gli italiani all’estero a livello nazionale – e, in secondo luogo, ne permettesse il rinnovo con il voto per corrispondenza, analogamente a quanto già previsto, nel frattempo, dalla recente legge sul voto all’estero per il Parlamento italiano e per i referendum.
Ebbene, ormai i giochi sono fatti, ovvero la nuova legge sui Com.It.Es è stata definitivamente approvata dal parlamento italiano (manca solo il Regolamento d’applicazione) e le elezioni per il rinnovo di questi organismi dovranno tenersi entro il 31 marzo 2004. Tutto bene, quindi? No, solo in parte. Infatti, se si esclude l’importante novità che, anche per questi Comitati, gli italiani all’estero potranno votare per corrispondenza, resta la grande amarezza che la legge di riforma approvata dal parlamento, nonostante le richieste dell’opposizione di centrosinistra, non abbia recepito la parte più qualificante della bozza elaborata dal Cgie e cioè quella relativa alle funzioni ed i compiti dei Com.It.Es, in particolare, nei confronti delle autorità locali. Oltre la novità del sistema di voto, la legge di riforma ha introdotto, comunque, diverse altre modifiche rispetto alla vecchia normativa (legge nr. 205 dell’8 maggio 1985 e legge nr. 172 del 5 luglio 1990) come, per esempio: la possibilità di istituire più Com.It.Es all’interno della stessa circoscrizione consolare; tempi certi per l’erogazione dei finanziamenti per il loro funzionamento; l’istituzione di un Comitato dei presidenti in ciascun Paese; l’elezione del presidente anche a maggioranza semplice, in seconda seduta; l’incompatibilità tra la carica di presidente del Comitato e membro del Cgie; una maggiore chiarezza sull’ineleggibilità e le incompatibilità in generale.
Pertanto anche in Svizzera, entro il 31 marzo 2004, nelle circoscrizioni dei cinque Consolati Generali d’Italia (Basilea, Ginevra, Losanna, Lugano, Zurigo), dei due Consolati (Berna, San Gallo) e delle quattro Agenzie consolari (Coira, Neuchâtel, Sion, Wettingen) i cittadini italiani (oltre 450mila, compreso i doppi cittadini) potranno eleggere i loro Com.It. Es sulla base delle liste che presenteranno le associazioni ed i partiti politici italiani attivi nella Confederazione e sarà curioso verificare se, con il nuovo sistema elettorale del voto per corrispondenza, l’elettorato confermerà, o meno, la sua grande preferenza per le liste del centrosinistra come avvenne nel 1997. Purtroppo anche in questa occasione, come già avvenuto in occasione del recente referendum italiano, in cui venne testato per la prima volta in assoluto il voto per corrispondenza, gli elettori, che riceveranno a casa il plico per votare, saranno ancora gli iscritti alle Anagrafi degli Italiani Residenti all’Estero (Aire), gestite dai comuni e dal Ministero degli Interni, e non quelli registrati nell’ Anagrafe del Ministero degli Affari Esteri, molto più aggiornata. Pertanto, anche questa volta, circa 800mila italiani residenti all’estero, pur avendone diritto, rischieranno di non poter votare!
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