Le borse traballano quotidianamente, i fondi pensione sono ormai diventati operazioni a rischio, l’economia ristagna e anche per il 2003 non è prevista praticamente nessuna crescita, l’energia costa come raramente in passato e nonostante questo scenario apocalittico gli aspiranti investitori possono sorridere. O non è forse vero che per fare affari bisogna intervenire quando le cose vanno male? Beh, peggio di così…! E allora via tutti a cercare di rifarsi un benessere con azioni e derivati, ma per favore con giudizio, cercando di non ripetere gli errori della fine degli anni ’90. Difficile, in verità, perché l’esperienza insegna che il ripetersi della storia non coincide con l’apprendimento da parte degli individui, che preferiscono (spero inconsciamente) illudersi prima, e leccarsi le ferite poi. Discorsi vecchi, potrete dire, ma che proprio per questa vena di masochismo finanziario che ci colpisce tutti, non perdono mai di attualità. Insomma, il vecchio “compera basso e vendi alto” non è mai stato tanto di attualità come ora, e mai come ora bisognerebbe avere il coraggio di attenersi a questo e altri elementari principi dell’investimento. Primo fra tutti quello di prendere in considerazione un orizzonte temporale adeguato, e non buttarsi a capofitto sulle operazioni a breve termine. È opinione corrente, fra i cosiddetti esperti, che attualmente l’occasione è ghiotta, a patto di pianificare il successo su un lasso di tempo di 5-10 anni. Dimentichiamo dunque per ora il successo con il turbo e torniamo a pianificare, o se preferite, a sognare, il benessere con la B maiuscola. Quello, per intenderci, che fa studiare i figli o ti fa andare in pensione senza dover tirare la cinghia. E per favore mostriamo un po’ più di originalità nella scelta dei titoli su cui puntare, evitando le mode come la peste, e andando per una volta controcorrente (altro principio fondamentale, che funziona ma che viene regolarmente ignorato). Un esempio: tutti i sopravvissuti all’esplosione della “Grande Bolla” tendono a considerare l’alta tecnologia e la new economy come settori dannati, da evitare ad ogni costo. Ma è proprio lì che si trovano fra le migliori opportunità del momento, al riparo dall’assalto delle folle. Proprio nell’high tech troviamo fra i pochi mercati tutt’ora in espansione. Nonostante la stagnazione economica il numero di collegamenti veloci ad Internet, la diffusione dei videogiochi ed altri prodotti di alta tecnologia prosegue il suo incremento, in barba ai menagramo che, facendo di tutta l’erba un fascio, hanno prematuramente dato per morto un intero settore, colpevole solo di averli illusi. Insomma, è giunta l’ora di dimostrare che la batosta di fine millennio l’abbiamo digerita, e che finalmente la storia ci ha insegnato qualcosa.

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16.05.03

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