Oggi è domenica. Essendo domenica e non potendo disporre di altri giornali, è quasi d’obbligo leggere Il Caffè e, turandosi il naso, Il Mattino. Per il gusto goloso della realtà, quantunque parecchio manipolata. Sulle pagine del Mattino oggi sono di scena le bandiere. Quella svizzera, che dovrebbe sempre essere esposta secondo una mozione parlamentare leghista, e quella del Consiglio d’Europa, da esporre in certe precise occasioni. Il giornale leghista non è d’accordo con la bocciatura della sua proposta al Parlamento e nemmeno con l’esposizione della bandiera europea. La bandiera blu serviva a celebrare il compleanno del Consiglio d’Europa, scrive Il Mattino; non può piacere in un Cantone nel quale il 70% dei cittadini ha votato contro l’immigrazione di massa. Il ragionamento è capzioso. Intanto perché si parla del Consiglio d’Europa, al quale apparteniamo dalla sua fondazione, ma soprattutto perché il bersaglio degli xenofobi della Lega non sono le bandiere ma – ancora una volta – gli odiati stranieri. Il Mattino se la prende con i deputati che hanno votato contro la richiesta leghista sostenuta dall’Associazione “Libertà e Valori” (un nome che mette i brividi solo a pronunciarlo), dall’ineffabile Iris Canonica e da una giovane deputata Udc di provata origine elvetica. Non mi sono mai piaciute le bandiere obbligatorie perché finiscono per farsi spocchiose, uniche, pronte allo scontro più che al confronto. Sono segnali di possesso: ostentazioni di identità che è e rimane sempre concetto complesso, da contrattare. (L’identità dovrebbe nascere dal confronto, non dallo scontro; dall’argomentare e non dall’imporre prepotente come usano fare i leghisti). Capisco il significato della bandiera. Una bandiera ci vuole: è un po’ come il paese di pavesiana memoria: «Un paese vuol dire non essere mai soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via». E capisco anche chi sostiene che esporre costantemente la bandiera è un po’ uno svilirla. Il discorso non è del tutto sbagliato. L’inflazione non è segno di salute. Ma è intollerabile che la Lega venga a calare lezioni di civica. Che buoni consigli potrà mai dare chi non fa che offrire cattivi esempi? La bandiera la sviliscono i Bossi e chi considera becero l’internazionalismo come scrive il giornalista del Mattino. (Chi non ricorda l’invito del leghista Bossi, ottimo alleato dei Nostri, a usare la bandiera italiana a fini igienico-sanitari rivolto a una signora durante una manifestazione?) La bandiera la svilisce chi provoca l’opinione pubblica ogni domenica con discorsi volgari riducendo temi e concetti a slogan. Chi si chiude a riccio con la rivendicazione “Padroni a casa nostra”. Chi si ostina a rifiutare qualsiasi accordo con l’Europa, mettendo sotto ricatto l’ultima utopia che ci è rimasta come socialisti, e cioè quella di un’Europa federale.
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