Lavoro & Giustizia

A inizio crisi, il 20 marzo, il Consiglio federale aveva solennemente dichiarato l'intenzione di «non voler lasciare indietro nessuno». In base a quel principio, aveva annunciato un’estensione dei diritti sociali a favore delle categorie di lavoratori di norma esclusi. L’accesso all’indennità di lavoro ridotto (80% del salario finanziato dalla disoccupazione), fino ad allora esclusivamente riservato ai dipendenti a tempo indeterminato, è stato esteso ai dipendenti a tempo determinato e agli interinali. Ma, come dice l’adagio popolare, tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare.

Le prime avvisaglie si erano avute con la denuncia della Commissione del personale delle Officine di Bellinzona, con la notizia riportata da La Regione il 30 marzo, di otto temporanei licenziati da Manpower, quando invece le altre quattro agenzie presenti allo stabilimento bellinzonese avrebbero inoltrato domanda di lavoro ridotto per i loro collaboratori.

Nei giorni successivi, sempre stando a La Regione, Manpower avrebbe precisato quanto accaduto, imputandolo a un errore di comunicazione. Oggi, ha precisato, dei suoi otto collaboratori impiegati alle Officine, tre stanno lavorando, mentre per gli altri cinque è stato chiesto il lavoro ridotto.


Per una storia finita bene, mille altre invece finiscono male. «Laddove siamo presenti con delle commissioni del personale forti, si riesce a indurre le direzioni aziendali a convincere le agenzie a inoltrare domanda di lavoro ridotto anche per i temporanei» spiega Vincenzo Cicero, responsabile industria Unia Ticino. «Altrimenti in linea generale, è un disastro. Abbiamo ricevuto moltissime segnalazioni di licenziamenti su due piedi degli interinali, senza che la possibilità di lavoro ridotto sia mai stata presa in considerazione» spiega il sindacalista, aggiungendo: «Noi consigliamo ai lavoratori d’inviare delle mail alle agenzie di annullare il licenziamento perché vi è la possibilità di far capo al lavoro ridotto. Ma abbiamo la netta percezione che la gran parte delle agenzie non sia interessata» conclude Cicero.


Area ha chiesto al Dfe quante agenzie interinali avessero inoltrato domanda di lavoro ridotto e il numero dei temporanei coinvolti. Purtroppo, subissato da una valanga di richieste di lavoro ridotto, il Dfe ha risposto che i loro sistemi informatici non tengono questa statistica. L’unico dato conosciuto è che, fino a lunedì di Pasqua, 13mila aziende hanno inoltrato domanda di lavoro ridotto per un totale di circa 100mila salariati. Ciò equivale a più della metà (54%) della persone attive professionalmente in Ticino, è a regime di lavoro ridotto.


Per avere invece una stima realistica di quanti temporanei “non fossero stati lasciati indietro”, area ha voluto verificare quante agenzie interinali si fossero rivolte a una cassa disoccupazione per ricevere il versamento delle indennità, dopo che la loro domanda era stata accolta dal Cantone. 

 

In Ticino vi sono tre casse disoccupazione di una certa importanza, quella cantonale e le due sindacali di Unia e Ocst. Dal Dss, competente della cassa disoccupazione cantonale, hanno comunicato di non conoscere il dato, mentre alle casse disoccupazione dei sindacati, si sono rivolte solo quattro agenzie interinali dell’ottantina presenti in Ticino.

Pubblicato il 

14.04.20
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