Anche se in questo momento il settore orologiero è nel pieno del periodo di ferie, le lavoratrici e i lavoratori del Canton Giura non sono rilassati quanto dovrebbero. Per alcuni di loro, le vacanze saranno infatti prolungate dal regime di lavoro ridotto. Il ricorso a questa misura – che consiste in un indennizzo versato alle aziende per mantenere i posti di lavoro durante periodi in cui l’attività diminuisce – viene giustificato con l’andamento economico negativo che ha segnato l’inizio del 2024.
«L’inversione di tendenza è emersa già questa primavera, quando abbiamo notato che le aziende hanno massicciamente interrotto i mandati ai lavoratori temporanei, spesso frontalieri», osserva Rébecca Lena, segretaria regionale della sezione transgiurassiana di Unia. «È un fatto assodato che le aziende del settore lavorano sempre più spesso con personale temporaneo, che non beneficia delle stesse condizioni di lavoro e che viene utilizzato per compensare le fluttuazioni dell’attività: i mandati possono infatti essere interrotti da un giorno all’altro. Il passo successivo a questo è il ricorso al lavoro ridotto, e il nostro timore è che questa tendenza prosegua. Ci troviamo di fronte a una grande incertezza». 200 gli operai coinvolti Il Dipartimento dell'Economia e dell'Occupazione del Canton Giura conferma che c'è stata un'impennata di richieste di lavoro a tempo ridotto. «È ancora troppo presto per fornire cifre chiare, ma una quarantina di aziende, che rappresentano circa 2.000 dipendenti, ne hanno fatto richiesta», afferma Gilles Coullery, responsabile del dossier. «Questo non significa che tutte le aziende ne faranno uso o che ne faranno uso ogni giorno». Pur ammettendo che si tratta di una percentuale significativa di lavoratori del settore, Coullery aggiunge che anche il Giura ha visto di peggio. «Siamo abituati a queste fluttuazioni nell'industria orologiera. Nel 2009-2010, dopo la crisi dei subprime, abbiamo avuto più di 5.000 dipendenti con orario ridotto». Gilles Coullery sottolinea che questa tendenza non riguarda tutte le aziende, ma piuttosto quelle di fascia media, mentre l'orologeria di lusso sta andando bene. «Si tratta solo di subappaltatori, i marchi non sono interessati. Ma possiamo dire che sono interessate alcune aziende piuttosto grandi in termini di numero di dipendenti». Il problema riguarda l'esubero di scorte La segretaria regionale di Unia spiega inoltre come si sia arrivati a questo punto: «Dopo la pandemia e l’annunciata penuria energetica le aziende sono andate nel panico, perché non avevano più riserve. Le scorte sono state ricostituite ma ora, a calare, sono gli ordini. Ci troviamo quindi in una situazione complicata». Nel Canton Giura operano molti subappaltatori – che si trovano in prima linea, vista la loro dipendenza dagli ordini delle manifatture orologiere –, e quindi è spesso il primo settore a venire colpito dalle crisi. «Una volta esaurite le scorte la situazione si risolleverà, ma le vendite devono riprendere: la seconda metà del 2024 giocherà un ruolo fondamentale», sottolinea Gilles Coullery. Gli altri Cantoni romandi saranno interessati da questa nuova ondata di crisi dell'industria orologiera? Ne sapremo di più in agosto... Tempo parziale incoraggiato in Ticino Pochi giorni fa, Swatch Group ha annunciato un calo del 70,5% dell'utile netto per il primo semestre dell'anno a causa del calo della domanda di prodotti di lusso in Cina e, più in generale, in Asia. Contattato, Swatch Group ha dichiarato di essersi “deliberatamente astenuto dall'effettuare licenziamenti per mitigare l'impatto finanziario a breve termine”, preferendo adottare un'altra strategia, ovvero “mantenere la capacità produttiva e non effettuare tagli al personale qualificato” per essere in grado di “riprendersi più rapidamente e trarre maggiori benefici dalla prossima ripresa”. In Ticino, dove Swatch Group è il più grande datore di lavoro nell’industria orologiera che sottostà al CCL del settore, tre misure hanno permesso – per ora – di evitare il ricorso al lavoro ridotto. «Il Gruppo, che opera nel settore dell’assemblaggio di componenti, ha incentivato il lavoro a tempo parziale su base volontaria», spiega Matteo Poretti, segretario sindacale di Unia Ticino. «Ne beneficiano, ora, tra gli 80 e i 100 lavoratori». Inoltre, spiega sempre Matteo Poretti, le aziende orologiere della Svizzera francese che hanno rescisso i contratti dei lavoratori temporanei si sono rivolte a dipendenti ticinesi a tempo indeterminato, chiamati di volta in volta a rinforzare i settori locali. «Infine, per i datori di lavoro ticinesi, è ora possibile ridurre l’orario di lavoro a 20 ore settimanali anziché 40, mantenendo il salario al 100%. Le ore negative non possono ammontare a più di 100 e devono essere recuperate entro aprile 2026», aggiunge Matteo Poretti. «Questo è il compromesso che abbiamo trovato per evitare licenziamenti e orario ridotto. Al momento non siamo troppo preoccupati, ma se la congiuntura economica negativa dovesse perdurare anche nel 2025 sarà un altro paio di maniche!». |