Mio padre è tedesco. Da giovane ha incontrato mia madre, vodese, ed è venuto in Svizzera per vivere con lei. Allora la Germania non autorizzava i propri cittadini ad avere due nazionalità e se si fosse naturalizzato svizzero avrebbe dovuto chiedere un visto per andare in Germania dell’Est a trovare i suoi genitori. Per decenni ha quindi vissuto nel nostro paese come tedesco. La mia ex compagna di liceo, Anne, viene dal Lussemburgo ma ha sempre vissuto a Losanna dove oggi lavora come medico. Ha inoltrato una richiesta di naturalizzazione ma sono ormai due anni che aspetta la fine della procedura. In comune hanno il fatto di aver vissuto la propria vita nel nostro paese senza avere il passaporto svizzero. Come tutti gli stranieri, secondo i termini dell’iniziativa “per l’attuazione” dell’Udc in votazione il 28 febbraio, potrebbero venir espulsi dal nostro paese. Immigrati di prima o seconda generazione rischiano di essere espulsi verso un paese nel quale non hanno più una famiglia, nel quale non hanno mai vissuto e del quale non conoscono nemmeno la lingua, dovendo abbandonare qui i genitori, il proprio congiunto o perfino i propri figli. Nel 2010 il popolo e i cantoni hanno accettato con una maggioranza risicata un’iniziativa che permette l’espulsione di “criminali stranieri”. Oggi l’Udc mente tentando di farci credere che la sua nuova iniziativa abbia come unico obiettivo “l’attuazione” della prima. Il catalogo delle infrazioni si è gonfiato al punto da riempire 3 pagine A4 ed è molto diverso da quello che abbiamo votato allora. Secondo il testo, qualsiasi persona straniera condannata per un reato minore – che non prevede nemmeno la prigione – verrebbe espulsa automaticamente. Due esempi: immaginiamo la mia compagna Anne confrontata con difficoltà finanziarie. Totalmente sopraffatta e poco avvezza alle pratiche amministrative, non versa i contributi per l’Avs e non risponde alle lettere della cassa che richiede il pagamento immediato. Condannata per truffa alle assicurazioni sociali, se l’iniziativa fosse in vigore verrebbe espulsa. Immaginiamo che mio padre riceva per sbaglio un doppio rimborso di una fattura di 300 franchi e che non lo annunci alla cassa malati, perché più volte la cassa si è rifiutata di rimborsargli dei trattamenti. Sarebbe espulso. L’iniziativa viola gravemente il principio della proporzionalità che esige che la condanna sia calcolata in funzione della gravità del reato commesso. È pericolosa per il nostro Stato di diritto e falsa. È necessario rifiutarla.
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