Gli americani hanno appena fatto in tempo ad accorgersi di essere entrati in un periodo di recessione economica, che già hanno cominciato a darsi spiegazioni sul come uscire da questa antipatica impasse. In sé il comportamento è corretto, e non ci sarebbe nulla da dire, se non che a prima vista gli osservatori dei mercati stanno rifacendo esattamente gli stessi errori degli ultimi due anni, che hanno poi portato alle tremende correzioni al ribasso dei titoli New economy. In sostanza giorno dopo giorno ci si illude, anche con l’aiuto dei mass media, che l’uscita dal tunnel è vicina e che ora è chiaro su quale settore bisogna investire. Il tutto basato su ragionamenti da letterina a Babbo natale, piuttosto che su dati chiari e inconfutabili. Va bene che la storia tende a ripetersi, ma proprio in questo periodo non c’è assolutamente bisogno di darle una mano. Anche perché al momento abbiamo solo da perderci, e cercare conforto in un’illusione non è probabilmente il rimedio più indicato. Il fenomeno può, naturalmente, essere visto da due parti. Una ottimista e l’altra pessimista. Coloro che vedono sempre il bicchiere mezzo pieno, avranno tendenza a considerare la ricerca di soluzioni, anche se illusorie, un fenomeno innato, dettato dall’istinto di conservazione degli investitori. In altre parole, gli investitori e coloro che li informano, cercano di trovare a tutti i costi una ragione per andare avanti. Anche perché, altrimenti, come giustificare il bagno di sangue degli ultimi due anni? Ma non giustificarlo nei confronti di parenti e amici. Il problema è piuttosto come giustificarselo, e allora ecco che ogni teoria è più o meno buona per tirare avanti nella speranza di rifarsi presto. I pessimisti, e i seguaci della teoria del complotto, potrebbero invece vedere un disegno della finanza internazionale per dare ossigeno ai mercati, alimentando sostanzialmente se stessa, a scapito dei piccoli e piccolissimi investitori. Anche qui, detto in altro modo, si tratterebbe in sostanza di illudere gli investitori circa l’opportunità di andare avanti ad agire sui mercati, in modo da poter continuare a generare commissioni (almeno quelle). Certo che se quest’ultima opzione fosse quella vera, saremmo veramente messi male, visto che il fatto sottintenderebbe una bella fetta di malafede da parte del sistema. Ma qualcuno se la sente di escludere l’ipotesi? Qualunque sia la verità, sembra di capire che si tratta di una lotta per la sopravvivenza: o noi, o il sistema. L’importante è esserne coscienti, perché agire informati e con ponderatezza sembra essere l’unica via percorribile per continuare ad investire senza rompersi l’osso del collo.

Pubblicato il 

23.11.01

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