In quale direzione veleggia la politica fiscale del cantone? Una cosa è certa, il 2002 sarà significativo per le scelte di politica finanziaria. Scelte che si ripercuoteranno su tutti noi cittadini. A suo tempo il Governo aveva annunciato la necessità di risparmiare 120 milioni di franchi sulla spesa pubblica. La Commissione della gestione del Gran consiglio aveva congelato la questione chiedendo spiegazioni: come, quando e dove il Consiglio di stato intendeva effettuare i risparmi. Dal canto suo la Commissione tributaria aveva deciso di esaminare il quarto pacchetto di sgravi fiscali solo dopo assicurazioni sulla sua sostenibilità finanziaria. Con Marina Carobbio, membro della Commissione della gestione in Gran consiglio per il Ps e con la Consigliera di Stato socialista Patrizia Pesenti abbiamo commentato l’attuale impostazione della politica fiscale. Settimana scorsa il Governo ha deciso a maggioranza di approvare i tagli alla spesa pubblica. Marina Carobbio quali saranno le ripercussioni di tale decisione? La decisione corrisponde a risparmi immediati sul personale, al blocco dei contributi degli enti sussidiati a livello del 2002 e alla discussione di due pacchetti di revisione dei compiti a venire. Contemporaneamente il Governo ha deciso di mantenere il messaggio riguardante il quarto pacchetto di sgravi fiscali . Ecco gli scopi di questa politica di stampo neoliberista: accettare un ennesimo pacchetto di sgravi a favore dei ceti più alti e delle persone giuridiche.Purtroppo i sostenitori di questa politica non spiegano ai cittadini e alle cittadine del Cantone cosa significhi veramente ridurre di 120 milioni di franchi la spesa pubblica: bloccare i sussidi ad enti e associazioni, indipendentemente dalle prestazioni svolte. Anzi, la signora Masoni in una recente intervista ha addirittura dichiarato che i risparmi non incideranno sulle prestazioni ai cittadini. Ci spieghi dunque con quale bacchetta magica la nostra ministra delle finanze riesce a ridurre le entrate del Cantone e dei comuni (complessivamente 80 milioni di franchi), risparmiare 120 milioni senza operare nessun cambiamento significativo sui servizi che lo Stato offre. Vediamo qualche esempio eloquente. Cosa significa bloccare i contributi all’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) proprio in un momento in cui il settore ospedaliero deve far fronte a nuovi oneri (vedi la recente decisione del Tribunale federale delle assicurazioni di caricare sui cantoni anche i costi per le degenze nei reparti privati e semiprivati degli ospedali pubblici)? Probabilmente bisognerà rinunciare ad alcuni servizi forniti dall’Eoc o, addirittura, chiudere un piccolo ospedale. Lo stesso discorso vale per numerosi enti o Fondazioni che si occupano di invalidi, di anziani, ecc. Ecco gli effetti deleteri di questa politica neoliberista. Effetti che misuriamo anche da alcune scelte di disimpegno dell’Ente pubblico in Svizzera. Come, ad esempio, la privatizzazione della Posta e la conseguente chiusura di numerosi uffici. A questo punto se il parlamento ticinese fosse coerente sospenderebbe l’esame del quarto pacchetto di sgravi fiscali: la sostenibilità finanziaria non esiste. Un problema da risolvere sul piano politico... Purtroppo dubitiamo della coerenza dell’asse di centro-destra, la maggioranza politica in Ticino. E allora toccherà ai cittadini e alle cittadine opporsi a questa politica di sgravi fiscali e risparmi ad annaffiatoio che penalizzano soprattutto i ceti deboli e i ceti medi. Toccherà alle associazioni e alle fondazioni non accettare il blocco dei contributi quando proprio lo stesso parlamento aveva deciso di finanziarli tramite i contratti di prestazione e quindi valutando i servizi offerti.Come gruppo socialista, coerentemente alle nostre posizioni, non voteremo l’entrata in materia sul quarto pacchetto di sgravi fiscali e ci opporremo a riduzioni di spesa indiscriminate! Decisamente contraria a questa politica è anche la Consigliera di Stato Patrizia Pesenti, che ha già più volte espresso la sua opposizione. Il Governo ha confermato la necessità di operare dei tagli alla spesa pubblica. Decisione da cui lei si è distanziata. Patrizia Pesenti ci può spiegare le ragioni della sua opposizione a questa politica fiscale? Non posso condividere una politica così incisiva di ridimensionamento dello Stato. Semmai, se la situazione finanziaria del Cantone lo richiede, bisognerebbe smetterla di perseguire una politica fiscale non più ragionevole, che sta di fatto togliendo enormi risorse allo Stato. La decisione della maggioranza del Governo obbligherà ospedali, case per anziani, istituti per invalidi, istituti per minorenni, autolettighe a risparmiare. Per l’Ente ospedaliero saranno 9 milioni all’anno, pari a tre volte il costo netto annuo di un piccolo ospedale di valle. Cosa bisognerà fare? Chiudere un piccolo ospedale o peggiorare di un po’ il servizio in tutti gli ospedali? Lo stesso vale per tutto il settore socio-sanitario che si occupa degli anziani, degli invalidi, dei minorenni. Cosa faranno? Si vedranno costretti a rifiutare i casi o peggioreranno il servizio? Oppure, chi usufruirà dei servizi dello Stato dovrà pagare una fattura a parte? Il nostro cantone spende per i suoi cittadini già meno della media di altri cantoni svizzeri, in generale e in settori fondamentali, penso alla sicurezza, alla scuola, dove il ruolo dello Stato è cruciale. Il benessere economico è strettamente legato alle condizioni di vita dei cittadini, alla possibilità di mandare i figli in buone scuole pubbliche, alla possibilità di accedere a servizi sanitari di qualità, e anche alla sicurezza sociale, che permette di pianificare e immaginare un futuro per sé e per la propria famiglia. L’operazione risparmi non sarà esente da conseguenze sul funzionamento quindi sulla qualità dei servizi al cittadino. A meno che si tratti di operazioni di cosmesi, di facciata, ma allora occorre dirlo da subito. Né è possibile paragonare la situazione attuale a quella di qualche anno fa. I risparmi erano in fondo sgonfiamenti di certe voci contabili, e soprattutto sacrifici chiesti al personale dello Stato (in fondo, a posteriori, appare curiosa la decisione di chiedere il «contributo di solidarietà» al personale dello Stato, quando già si era in piena ripresa economica). Dove si sono effettivamente eliminati servizi, come per esempio il servizio dentario scolastico (per risparmiare 700mila franchi all’anno), le conseguenze si vedono adesso: la salute dei denti dei nostri bambini è peggiorata ed è questo un motivo per cui abbiamo deciso di ripristinare questo servizio. Un altro esempio di risparmio: la rinuncia a creare all’interno dell’Ente ospedaliero cantonale il servizio di cardiochirurgia. La spesa corrente totale di questa struttura sarebbe stata di 7,1 milioni di franchi. Se aggiungiamo la spesa corrente dei 10 letti di cardiologia invasiva allora ubicati presso l’Ospedale Civico di 5,4 milioni, avremmo avuto un Cardiocentro con un costo totale di fr. 12,5 milioni. Ora le spese correnti totali del Cardiocentro privato nel 2000 sono state di circa fr. 36 milioni. Questo per dire che certi risparmi non sono sempre un vantaggio per il paese.

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25.01.02

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