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In corpore vili
di
Giuseppe Dunghi
Li riconoscerete dai loro frutti. Un'azienda andrebbe giudicata a partire dai suoi prodotti. Ma capita talvolta che i prodotti buoni siano messi sul mercato da una ditta in condizioni precarie, e viceversa. Bisogna allora prendere in considerazione i dividendi che distribuisce agli azionisti, come Lehman Brothers o Ubs? Oppure il modo con cui tratta i dipendenti? Stiamo freschi, i consumatori sono felici di comprare a prezzi bassi pur sapendo che sono dovuti a salari miserabili. Un'azienda si giudica dai comunicati che invia ai media, da come è organizzato il suo sito internet, dal modo di farsi conoscere, dalla pubblicità che diffonde. Li riconoscerete dalla letteratura.
Le informazioni per i volontari che si trovano sul sito della CROss Alliance, azienda di sperimentazione di farmaci con sede a Mendrisio e ad Arzo, rivelano alcuni aspetti interessanti della sua attività. Per incominciare, il termine volontari andrebbe messo tra virgolette: ci sono persone che vendono "volontariamente" i propri organi per non morire di fame.
Le aziende produttrici di farmaci affidano i nuovi prodotti a ditte come la CROss Alliance per sottoporli a sperimentazione clinica: «…gli studi clinici sono una precisa richiesta delle autorità sanitarie di ogni nazione». Obbligo di sperimentare pubblico, profitti privati. «Le prove cliniche verificano pertanto la qualità del farmaco sotto molti aspetti con l'obiettivo di proteggere il consumatore, fornendogli un prodotto in grado di curarlo senza produrre rilevanti effetti collaterali»: l'umanità si divide in eletti e dannati; da una parte i consumatori, dall'altra i "volontari" che sperimentano nel loro corpo i medicinali. A qualche consumatore potrebbe però capitare di perdere il posto di lavoro, diventare disoccupato e aver bisogno di 500 franchi per vivere. Rischiamo tutti di entrare nella categoria dei dannati.
«…minimizzare i rischi per il volontario», «…garantire la sicurezza dei soggetti in studio». Garanti della serietà del processo di sperimentazione sono dei comitati etici «legalmente riconosciuti» (ancora lo Stato, quando serve) che «valutano la sperimentazione da molteplici punti di vista, ad esempio sia da quello scientifico e tecnico (tra i membri vi sono medici, farmacisti, ricercatori), sia da quello legale (ad opera di esperti di legge e/o diritto) che da quello propriamente etico (membri religiosi)». Troppo scrupolosi per essere onesti. Servirebbe un comitato etico che giudichi dall'esterno tutta l'operazione, per esempio riflettendo se sia morale che la salute dei cittadini venga affidata al mercato. Perché lo Stato non dovrebbe compiere in proprio le sperimentazioni cliniche, incaricandone le università e gli ospedali pubblici?
La CROss Alliance si trasferirà entro il 2010 a Stabio. «L'imprenditore non lo nasconde, essere a due passi dal confine con l'Italia è "vitale"», scriveva un nostro quotidiano nel dare la notizia. Capitale, strutture, diritto svizzeri, corpi italiani. Quale avvocato difenderà dei disoccupati stranieri, quale medico li assisterà dopo che saranno stati liquidati con qualche franco, quale Stato li proteggerà, quale chiesa aprirà loro le porte?
È per voi, anonimi lavoratori della sperimentazione, questo piccolo omaggio da parte di un correttore di bozze.
Pubblicato il
28.11.08
Edizione cartacea
Anno XI numero 48
Rubrica
Lavoro
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