In Svizzera dilaga il coprifuoco

Il gruppo di lavoro "Giovani, violenza, educazione" ha terminato il suo lavoro presentando una lista di misure per combattere la violenza giovanile nel canton Ticino. Tra le proposte avanzate, anche quella di imporre un limite orario per le uscite serali dei giovani fino ai sedici anni non accompagnati da adulti. Un coprifuoco che ha immediatamente spaccato in due il cantone tra favorevoli e chi l'ha considerato "un non senso", un metodo sbagliato perché "l'educazione dei figli è affare dei genitori e non dello Stato" e  perché "deresponsabilizza giovani e genitori". Il consigliere di Stato Luigi Pedrazzini cogliendo la delicatezza della misura l'ha definita "una provocazione per sollevare il dibattito". Un dibattito che resta aperto. Intanto in altre regioni della Svizzera, pur non avendo conosciuto fatti gravi come quello di Locarno, la misura è in vigore da tempo. area presenta una fotografia del coprifuoco elvetico passando da La Neuveville, Bienne e Ginevra, tra pro e contro.

La Neuveville: tranquillo comune di 3'400 abitanti immerso tra i vigneti nel Giura bernese. La Neuveville: balzato negli scorsi mesi agli onori della cronaca per aver riportato d'attualità il "coprifuoco per minorenni" per far fronte a «un aumento della delinquenza giovanile» manifestatasi con «depredazioni ricorrenti e imbecilli»». Ad averlo detto in più occasioni è stato Martin Lehmann, responsabile della sicurezza della città che è riuscito a fare nuovamente applicare nel suo comune una norma istituita negli anni '70 secondo cui, dopo le 22 i giovani sotto i 16 anni debbono tornarsene a casa. Intervistato sull'argomento, lo scorso novembre, Lehmann si era detto molto arrabbiato e stufo di vedere ogni week end vandalismi nel comune. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso furono dei fiori strappati nella piazza principale e una panchina distrutta. «La norma è sproporzionata rispetto ai danni? Forse, ma siccome gli episodi si ripetevano da tempo, era necessario intervenire. Il mio obiettivo, in fondo, è quello di responsabilizzare i genitori: i ragazzi colti in flagrante vengono portati al posto di polizia e i genitori dovranno venirli a prendere…». Intanto Martin Lehmann nel comune ha guadagnato l'appellativo di "sceriffo" e ha diviso il comune in due tra chi si dice lieto della misura – reintrodotta grazie all'appoggio della maggioranza borghese all'esecutivo – «perché il comune non è più quello di una volta» e chi la ritiene una vera e propria esagerazione. Tra questi anche i responsabili del centro giovanile locale secondo cui la situazione non è affatto grave. «I 200 adolescenti che animano il paese sono perfettamente nella media, la loro condotta è per certi versi addirittura migliore di chi li ha preceduti». «L'orario di uscita è un affare tra noi e i nostri genitori. Invece che prendersela con tutti quanti sarebbe meglio stringere le viti con chi ha già commesso sciocchezze…», ha affermato una ragazza intervistata in merito dalla Televisione romanda (Tsr). Per la cronaca, le indagini della polizia hanno appurato che la panchina era stata distrutta da un giovane, maggiorenne, al volante della sua auto. Mentre per i fiori «non ci sono prove che a strapparli siano stati dei giovani di meno di 16 anni». E a dirlo è la polizia.
In effetti, il problema è sapere quali sono i reati realmente commessi dai giovani; una mozione della consigliera comunale socialista Valérie Pétignat voleva fare luce sui problemi che coinvolgono i giovani. «Prima di trovare delle soluzioni, occorre conoscere il problema. Avere i dati statistici relativi ai giovani sarebbe stato più che utile». Ma la mozione è stata respinta dal consiglio comunale. L'idea del coprifuoco alla socialista, criminologa di professione, non sembra affatto una buona idea «Reintrodurre una vecchia misura in un contesto diverso, per altro poco conosciuto non è certamente una buona idea. Tanto più che c'è sempre la possibilità di commettere "sciocchezze" prima del coprifuoco o possono essere dei maggiorenni a commetterli…» . La signora Pétignat non è la sola a presentare riserve: pronunciatosi sul coprifuoco a qualche giorno dalla decisione unilaterale di Martin Lehmann, anche il consiglio comunale se ne è in parte distanziato: la norma rimane nel regolamento comunale ma «verrà applicata con buon senso con lo scopo non di colpire i minorenni ma di far regnare l'ordine pubblico…», assicurano in Comune.
E intanto la norma sta facendo scuola tanto che dopo La Neuveville anche Kerzes (Friburgo; 4'500 abitanti) l'ha vista tornare di attualità, alla fine dello scorso anno. Ultimo, in ordine di tempo a seguire la via del coprifuoco è il piccolo borgo di Daenikon (Zurigo; 1'750 abitanti), dove l'assemblea comunale ha deciso di vietare ai minorenni la possibilità di incontrarsi in luoghi pubblici dopo le ore 22. Anche qui, come altrove, la decisione non fa  l'unanimità: un abitante del comune ha già annunciato l'intenzione di inoltrare ricorso. Sulla questione si è pure espresso il Dipartimento cantonale di giustizia che ha sollevato alcune riserve, in particolare sull'applicabilità della norma. Una mozione Udc-Udf volta ad estendere il coprifuoco ai giovani di tutto il Canton Berna era stata avanzata negli scorsi mesi ma la proposta è tornata al mittente il 5 giugno; secondo il Gran consiglio bernese infatti «Il coprifuoco non è la risposta ai problemi di alcol o di violenza giovanile».

Bienne, piccoli briganti crescono
La Polizia mette in allerta. Il Tribunale dei minori sdrammatizza la situazione

La Neuveville, Kerzes, Daenikon. Tre comuni in cui vige il coprifuoco. Tre comuni dalle dimensioni assai limitate che numericamente poco assomigliano a città come Locarno o Lugano dove il coprifuoco potrebbe venire introdotto. Diverso è il caso di Bienne – circa 50mila abitanti – precursore della misura limitante le uscite serali dei ragazzi fino a 16 anni alle 21 in inverno, alle 22 in estate): la città introdusse il coprifuoco il 13 marzo del 1977. Oggi i giovani sottoposti al regolamento – con un età dagli zero ai 15 anni – sono all'incirca il 14 per cento della popolazione. Com'è la loro condotta? Il coprifuoco è efficace? Guardando le statistiche del Tribunale dei minori negli ultimi 15 anni si nota un leggero aumento della criminalità (brigantaggio, lesioni corporali) ma si resta comunque a un livello molto basso. «Il coprifuoco? Certo da noi lo conosciamo praticamente da sempre e piano piano alcuni altri comuni della regione ci hanno "copiato". Dire che è un ottimo strumento per ridurre la criminalità giovanile è probabilmente eccessivo. Di certo questo è l'argomento usato dall'Udc per giustificare le cifre relativamente basse della criminalità tra i giovani della nostra regione», afferma Caroline Strasser, presidente del Tribunale dei minori della regione Seeland, che oltre a Bienne conosce molto bene anche La Neuveville. «Infrazioni al coprifuoco esistono ma non c'è mai stato un boom...». area avrebbe voluto discutere sul ruolo del coprifuoco nell'educazione dei giovani con Pierre-Yves Moeschler, capo del dipartimento dell'educazione di Bienne – socialista così come il sindaco – ma dopo varie esitazioni ha preferito lasciare rispondere, via email, al comandante della polizia e delegato per la sicurezza della città, André Glauser.
Il coprifuoco per minorenni è una misura inserita nel vostro regolamento comunale negli anni '70. Qual è il suo obiettivo, oggi, a distanza di anni?
La misura fa parte del concetto di sicurezza della città contenuto in un documento elaborato che illustra la volontà politica di rispondere ai bisogni della popolazione. Aumentare i controlli e mantenere il coprifuoco fa parte dei nostri strumenti. Questa volontà politica di accrescere la sicurezza deriva dal fatto che a Bienne in questi ultimi anni è aumentato il numero di giovani che si ritrovano fuori casa molto tardi la sera e senza la presenza di persone adulte.
Quali sono i problemi che i giovani di Bienne causano alla città? Cosa dicono le statistiche?
In linea di massima riscontriamo problemi legati a danneggiamenti della proprietà, in particolare nei dintorni delle scuole, il consumo abusivo di alcol, lesioni corporali e vie di fatto così come brigantaggio… Le statistiche suggeriscono la necessità di un'attenzione particolare e la presa di misure particolari: il brigantaggio è passato dal 35 per cento dei crimini del 2006 al 50 per cento dello scorso anno; le lesioni corporali dal 13 al 20 per cento negli ultimi due anni. (Purtroppo da quando la polizia è stata unificata non esistono statistiche precise sulla città ma inglobano tutto il cantone, Berna esclusa, ndr)
Come funziona la sorveglianza? Vi sono agenti "speciali"?
I controlli si fanno nell'ambito di controlli regolari di polizia.
A distanza di anni dall'introduzione del coprifuoco non vi sono mai stati dibattiti politici animati in materia?
Il fatto di prendere misure volte a migliorare la sicurezza – includendo anche il coprifuoco – e ridurre così i problemi che una minoranza di giovani oggi causa, non ha sollevato una grande discussione politica.
Quanti giovani sono mediamente sorpresi fuori orario? Qual è la sanzione?
Mediamente abbiamo 10 denuncie all'anno. Generalmente sono i genitori ad essere denunciati e costretti a una multa di 100 franchi.
In Ticino si sta attualmente dibattendo attorno alla questione del coprifuoco, una misura che non fa l'unanimità. Tra le critiche vi è in particolare quella secondo cui il coprifuoco deresponsabilizza i giovani e anche i genitori...
Se gli adolescenti non rispettano il coprifuoco sono loro, o i loro genitori, a dover assumere le conseguenze del loro gesto. Questa misura ha dunque un effetto educativo anche se ovviamente non basta applicare misure repressive se non vengono accompagnate da misure preventive. È vero che vi sono sempre più genitori incapaci di assumersi le proprie responsabilità ma proprio per questo le Stato deve prendere misure preventive e repressive per lottare contro la delinquenza degli adolescenti.
Un mentore non sarebbe stato meglio?
È una misura possibile ma all'interno di un "pacchetto" in cui figura anche il coprifuoco.



Ginevra, orari limiti dal '45 ma...
Prima di ufficializzarli, occorre legalizzarli nella famiglia. Sennò sono inutili

Se Bienne ha istituito un coprifuoco alla fine degli anni '70, Ginevra l'ha preceduta e di gran lunga: è dal 1945 infatti che la città di Calvino ha introdotto un limite orario alle uscite serali: un documento di allora vietava infatti di "bighellonare in città così come di suonare i campanelli delle case". Il coprifuoco era fissato alle 21. Quindici anni fa il provvedimento fu rivisto e il limite orario fu fissato alle 24. Anche la vicina Losanna ne ha uno: le 23 in estate e le 22 in inverno. Del coprifuoco romando, contrariamente a quanto accade altrove in Svizzera, se ne parla poco o per nulla. Come mai? «Per noi la responsabilità principale dell'educazione dei figli spetta ai genitori. Sono loro che devono dare più o meno responsabilità e spazio a seconda del contesto, della relazione famigliare e della maturità del ragazzo», spiega Leila Nicod direttrice del Servizio della protezione dei minorenni del Canton Ginevra. «A Ginevra esista una brigata dei minorenni  che circola nelle strade. Qualora si imbattesse in giovani oltre il limite orario consentito non significa che verranno immediatamente e sistematicamente sanzionati se dietro la loro condotta vi è il permesso rilasciato dai genitori». Il coprifuoco è un proforma, dunque? «È una linea guida utile quando i genitori sono assenti dall'educazione dei figli. Ma prima che diventi ufficiale, prima che sia un dispositivo di legge deve esserlo anche all'interno della famiglia per avere la sua forza e la sua capacità a trasmettere valori. Non deve essere uno strumento repressivo, non deve essere solo uno strumento statale altrimenti non funziona e non è di nessuna utilità né per i giovani, né per le famiglie», risponde la signora Nicod secondo cui per i genitori la difficoltà maggiore nell'educare i figli oggi è il riuscire ad assumere il loro ruolo diviso tra la scelta di un'educazione autoritaria e una più dolce, più portata alla negoziazione. «Non sono pochi i casi di giovani o di genitori che, indirizzati ad esempio dalla scuola o da altre istituzioni, vengono  ai nostri uffici per trovare "il" linguaggio per comunicare senza che nessuna parte prevalga sull'altra». A Ginevra si registra un aumento della delinquenza giovanile? «Vi è un leggero aumento ma la maggiore novità è la crescita di "bande di minori" così come il coinvolgimento in più delitti degli stessi giovani rei di violenza o attacchi alla sicurezza…ma con questo non posso dire che vi è un aumento della violenza. Le statistiche non dicono questo (dal 2000 ad oggi i giovani sotto i 15 anni giudicati dal Tribunale è passato da 155 a 92. È, invece, cresciuto il numero di ragazzi con più di 15 anni, passando da 265 a 433, ndr)».

Pubblicato il

27.06.2008 01:00
Fabia Bottani