Non ancora nata ufficialmente, Unia Ticino e Moesa ha già un volto e una struttura. Gli sono stati conferiti dal protocollo d’intesa firmato il 14 maggio dai presidenti centrali di Sei e Flmo (Vasco Pedrina e Renzo Ambrosetti), dai presidenti regionali (Fabio Tarchini del Sei e Antonio De Bastiani della Flmo) e dai segretari regionali (per il Sei Saverio Lurati, per la Flmo Rolando Lepori). L’accordo dovrà essere affinato in alcuni dettagli nelle prossime settimane, ma intanto ha spianato la strada alla nascita di Unia Ticino e Moesa che sarà, per numero di soci, la quinta regione in ordine di grandezza del nuovo sindacato interprofessionale al quale daranno vita il prossimo 16 ottobre a Berna i sindacati Sei, Flmo, Fcta, unia (terziario) e actions-unia (Ginevra). La regione Ticino e Moesa di Unia conterà all’incirca 17 mila soci, impiegherà una sessantina di persone e avrà la sua sede centrale in via Canonica 3 a Lugano (nell’attuale sede della Flmo, in un edificio in cui si trova anche la redazione di area). Come in altre regioni, la direzione regionale sarà bicefala: la formeranno il segretario regionale del Sei Ticino e Moesa Saverio Lurati (Segretario responsabile) e il segretario regionale della Flmo Rolando Lepori (vicesegretario o segretario aggiunto, la carica è in via di definizione). La direzione regionale sarà affiancata da una conferenza dei segretari che riunirà: i segretari delle tre sezioni (Gabriele Milani per il Sottoceneri, Matteo Pronzini per Bellinzona, Biasca e Moesa, Roberto Gallina per Locarno); i responsabili dei settori di attività (industria e artigianato: Gabriele Milani e Rolando Lepori; edilizia: Enrico Borelli; terziario: Luca Gatti); e quelli della cassa disoccupazione (Roberto Ghisletta), delle finanze (Roberto Gallina), dell’amministrazione (Teresa Guarna Ortelli) e dei gruppi di interesse (Ivana Ghioldi). Riflesso del maggiore apporto in soci alla futura Unia Ticino rispetto al partner Flmo, la preponderanza di funzionari del Sei nelle strutture dirigenziali non si ritroverà negli organismi militanti (il congresso, l’assemblea dei delegati, il comitato direttivo regionale e i comitati sezionali), per i quali si è optato per una rappresentanza paritaria fra Sei e Flmo. Se organigramma, cariche, ubicazione delle sedi sezionali (fra le quali una nuova a Mendrisio) e bilancio 2003 in comune fra Sei e Flmo sono stati definiti in via pressoché definitiva, non altrettanto si può dire per il piano di sviluppo di Unia Ticino e Moesa. È stato accumulato del ritardo e ora l’obiettivo è essere pronti entro fine agosto per rispettare uno scadenziario che non concederà tregua nemmeno nei prossimi mesi. Da qui a ottobre andranno definiti le pianificazioni finanziaria, amministrativa e del personale, il nuovo assetto del personale, dei salari e delle prestazioni. Il primo bilancio è previsto nel giugno 2005, dopo una fase di accompagnamento del processo di integrazione che da fine ottobre a febbraio farà da sfondo alle ultime tappe della gestazione e ai primi passi di Unia Ticino e Moesa (la nascita è prevista per il 1. gennaio 2005). Qui di seguito le impressioni di Saverio Lurati e Rolando Lepori, futuri membri della direzione regionale di Unia Ticino e Moesa. Saverio Lurati, qual è la sua sensazione a questo punto del processo di integrazione fra Sei e Flmo in Ticino? Credo che come in tutte le operazioni di questo tipo si tratterà cammin facendo di apportare continui adattamenti. Tutto quanto si prospetta non necessariamente potrà essere attuato nei modi e nei tempi previsti. Il processo è complicato, ma in ogni caso ineluttabile. Se le cose vanno come sono state instradate, per le lavoratrici e i lavoratori sarà un’opportunità poter disporre di un sindacato rappresentativo numericamente e politicamente sulla scena regionale. Quali sono i problemi principali in questo momento? I problemi principali sono legati al fatto che dall’una e dall’altra parte bisogna rinunciare a una certa autonomia, a qualche sede (per cercare di razionalizzare il processo), a una nostra identità costruita durante anni di lavoro nei settori specifici di nostra rispettiva competenza. Bisognerà quindi crescere nell’ottica di un vero sindacato interprofessionale, ciò che significa impegnarsi ad imparare una serie di questioni tecniche, ad esempio i contratti che regolano le attività dei settori coperti sin qui dall’altro sindacato. Un altro aspetto che dovremo affrontare è quello delle diverse modalità di azione: molto legate al lavoro sul terreno dei funzionari da parte nostra, incentrate invece su un’estesa rete di delegati o fiduciari da parte della Flmo. Per noi sarà un arricchimento. Negli ultimi mesi Sei e Flmo hanno intrapreso una serie di azioni comuni (la partecipazione allo sciopero delle donne l8 marzo, la raccolta firme sui referendum del 16 maggio, la partecipazione di funzionari della Flmo agli scioperi dei pittori per il prepensionamento). Come continuerà nei prossimi mesi questa collaborazione? In autunno ci saranno varie opportunità di intensificare il lavoro in comune: la mobilitazione nel settore della pittura, gli adeguamenti salariali nell’edilizia, i rinnovi contrattuali che la Flmo si accinge ad affrontare, ecc. Tutte le azioni di una certa importanza verranno pianificate di comune accordo in modo da poter avere già una certa visibilità come futura Unia Ticino e Moesa. Sabato a Berna sono stati approvati Statuto e Regolamento di Unia. Come li valuta? Mi preoccupa soprattutto la grandezza del Comitato centrale (oltre 40 persone), ma i testi sono fatti per essere modificati. L’esperienza ci dirà... Rolando Lepori, come valuta in generale la nuova struttura di Unia Ticino e Moesa? Premetto che la struttura di Unia Ticino e Moesa è stato il frutto di un accordo raggiunto alla presenza dei presidenti nazionali Flmo e Sei. Al di là di quest’aspetto formale, ritengo che le decisioni prese tengano conto in modo equo delle diverse sensibilità sindacali. Si tratta evidentemente di una struttura teorica, che stiamo affinando nei dettagli e che non è stata ancora collaudata dal profilo operativo. Sarà solo il tempo a darci una risposta sulla sua funzionalità oppure ad indicarci gli elementi da cambiare o correggere. Va segnalato che la struttura valorizza il lavoro di base a livello di militanza e di presenza nei comitati regionali o settoriali, ma permette anche una relativa velocità decisionale a livello di funzionari sindacali. A suo avviso all’interno di tale struttura le specificità della Flmo Ticino vengono preservate? Ritengo che nei suoi punti essenziali la specificità e la cultura politica della Flmo siano tenute in debita considerazione. Siamo comunque in presenza di una fusione tra diverse culture e pratiche sindacali, che col tempo potranno mutare a dipendenza degli obiettivi di politica sindacale che Unia si prefiggerà. Lei aveva espresso timori circa l’imposizione di una linea rigida da parte della futura centrale alle regioni. Ha ancora questa preoccupazione dopo l’approvazione di Statuto e Regolamento di Unia? Al momento attuale non ho elementi tali da farmi cambiare opinione. Il “pericolo” di un centralismo e dirigismo da parte degli organi centrali è tuttora presente. D’altronde non è un’opinione solo mia ma è condivisa anche da numerosi altri responsabili regionali. Anche qui sarà il tempo, la dinamica e il funzionamento di Unia a far capire, al di là delle parole e dei documenti, quale sarà l’effettivo rapporto tra centrale e regioni. Quali sono a questo punto i problemi principali sul cammino verso Unia Ticino e Moesa? Se problemi si possono chiamare, citerei l’integrazione delle due strutture dal profilo professionale, da concretizzare tenendo principalmente in considerazione i desideri del personale ed evitando nel modo più assoluto delle soppressioni di posti di lavoro. Secondariamente il rispetto delle rispettive culture sindacali. Si è confermata negli ultimi mesi la perdita di associati a cui lei aveva accennato in gennaio? Purtroppo si, malgrado un importante sforzo di presenza sul territorio e di informazione per arginare il fenomeno. L’auspicio è che questa perdita possa essere numericamente contenuta in termini accettabili.

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25.06.04

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