Diario di classe

La scuola e la formazione delle giovani generazioni sono tra i compiti più importanti per qualsiasi società. Avere cittadine e cittadini con una formazione sufficiente a permettere loro di condurre una vita dignitosa, il più possibile indipendente e libera, vuol dire infatti poter contare su una democrazia forte e avere contemporaneamente uno Stato con poche spese sociali da sostenere.


E lo è ancora di più quando il proprio Paese, come è il caso della Svizzera, ha quasi solo la materia grigia collettiva delle sue cittadine e dei suoi cittadini quale risorsa necessaria e sufficiente per costruire una società e una ricchezza stabile e forte.
In queste condizioni investire nella scuola e nella formazione dovrebbe essere una scelta naturale, che non ha bisogno di forzature, di complessi percorsi decisionali, di strategie politiche arzigogolate, scaturendo semplicemente dall’elementare bisogno di protezione della società  e dal senso dello Stato propri alla classe politica.


Del resto, mettere a disposizione risorse per far crescere la conoscenza delle bambine e dei bambini, delle giovani e dei giovani è innegabilmente il miglior investimento possibile per una società, tanto che sarebbe contabilmente corretto (non mi stancherò mai di dirlo!) inserire queste spese nel conto investimenti, cancellandole quindi dai conti di gestione corrente, così come si fa oggi.


Ma se questo naturale senso dello Stato troppo spesso sembra smarrito, se la scuola e la formazione diventano addirittura un terreno di scontro per le forze politiche, purtroppo non per i contenuti proposti in sé (come sarebbe giusto aspettarsi), ma solo per i piccoli e irresponsabili giochi di potere tra i partiti, tanto da minacciare di tenere letteralmente in ostaggio proposte sostenibili, ragionevoli e urgenti necessarie alla scuola, allora credo proprio sia giunto il tempo di preoccuparsi.


Perché esistono elementi fondanti in una società che non si possono minare alla base o nemmeno ignorare! Si possono modificare, su di essi si può discutere, ma non possono essere né dimenticati, né ignorati!
Perché non esiste patto di governo (sulla fiscalità o su qualsiasi altro tema), non esiste accordo politico in nome del quale si possano calpestare o anche solo intralciare questi principi fondanti tra cui c’è certamente il dovere di garantire alla scuola e alla formazione, e quindi alle future generazioni, le migliori risorse che possiamo render loro disponibili!


In tal senso si impone allora una sottolineatura che non vuol essere certo una minaccia, ma solo un ingombrante promemoria per i politici ticinesi: i mancati investimenti nella scuola si registrano e si pagano spesso con ritardo, ma quando questo avviene gli effetti sono devastanti e gli interessi da pagare spesso difficili, molto difficile da gestire!

Pubblicato il 

25.09.19
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