Ubs taglia 3 mila 500 posti di lavoro, di cui 400 in Svizzera. Il Credit Suisse aveva annunciato tagli di 2 mila posti di lavoro, 500 dei quali nel nostro paese. Le spiegazioni sono molteplici, dal tramonto del segreto bancario al calo delle provvigioni sui mercati azionari, fino al rapporto distorto fra il franco e le altre divise, euro e dollaro in testa.
Ma proprio il corso eccessivo del franco è una responsabilità diretta delle banche e del settore finanziario. Il franco è infatti dopato da operazioni altamente speculative. Con la conseguenza di mettere in difficoltà importanti settori dell'economia reale svizzera (l'industria d'esportazione e il turismo). Ma anche di tagliare il ramo su cui le stesse banche sono sedute sui mercati esteri, dove gli utili si calcolano in euro o in dollari.
L'assurdo è che queste operazioni altamente speculative non rendono, come dimostra il fatto che Ubs taglierà i suoi 3 mila 500 posti di lavoro quasi solo nell'Investmentbanking, il settore che si occupa delle operazioni più rischiose. Non a caso ad essere colpita da questa ondata di licenziamenti è soprattutto la piazza finanziaria di Zurigo, mentre quella ticinese ne resterà in gran parte risparmiata. Eppure proprio il boss di Ubs, Oswald Grubel, continua ad essere un fan accanito dell'Investmentbanking. Che è un po' come credere che ci si possa costruire un futuro solido giocando al casinò.
Non solo le speculazioni finanziarie non rendono, ma sono anzi molto pericolose, come dimostra il caso di Lehmann Brothers, che con il suo tracollo tre anni fa ha mandato in crisi l'economia mondiale. Sconcerta allora che la lezione del 2008 non sia stata imparata, che ancora ai piani alti delle banche si creda nella speculazione finanziaria come ad un modello di successo.
Incurante del fatto che è stata salvata dai soldi di tutti noi, Ubs continuato nelle speculazioni, approfittando di un parlamento troppo pavido che non ha saputo mettere i necessari limiti al settore bancario. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Le banche sono in difficoltà, ma a soffrire è soprattutto l'economia reale. Ed è in frangenti come questi che si capisce appieno la famosa provocazione di Bertolt Brecht: «più che rapinare una banca, è criminale fondare una banca».

Pubblicato il 

26.08.11

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