Il valore della femminilità

In un suo recente libro, “Kill Venus”,  Lina Bertola (Dadò Editore) approfondisce il tema del femminile presente in ciascun individuo, donna o uomo che sia. Bertola propone così una intrigante analisi sulla capacità di essere accoglienti e protettivi al di là e oltre il genere di appartenenza.
E questa capacità, definita da Bertola come il “femminile”, si propone come una caratteristica del genere umano, comune a tutti e non più quindi relegata al solo mondo delle donne. Diventa così importante saper riconoscere l’esistenza e valorizzare il femminile anche tra gli uomini, saper dare, come società, il giusto valore a questa capacità di accogliere e proteggere come tratto fondante della società stessa.


La riflessione di Bertola propone così un cambiamento profondo della società come oggi la conosciamo, ribaltando di fatto l’inibizione, per non dire la condanna della femminilità,  perpetuata nella storia, in un valore positivo e soprattutto universale, sia per gli uomini che per le donne.
E non è poco, quanto proposto! Se immaginiamo infatti una società dove l’accoglienza e la protezione siano riconosciuti come pilastri fondanti della società stessa, beh il mondo sarebbe ben diverso. Soprattutto in un periodo storico in cui sempre più spesso anche alle donne è richiesto, quando non imposto, di spogliarsi, nascondere e rinnegare la loro femminilità per riuscire a trovar posto nel mondo del lavoro, in politica, nella società in generale, soprattutto se si aspira a ruoli direttivi.
Porsi quindi l’obiettivo di riuscire a valorizzare e far emergere questo tratto caratteristico di ciascuno di noi è un compito davvero importante, non solo a favore degli uomini!


Un compito che presuppone un lavoro educativo fin dalla più tenera età, un compito che dovrebbe, a mio giudizio, entrare con forza nelle scuole come un obiettivo su cui riflettere e lavorare.


Se infatti  si vuole davvero e concretamente educare le bambine e i bambini al riconoscimento delle specificità e delle differenze di genere, attribuendo alle stesse un valore e una positività intrinseca, credo sia importante far capire e conoscere ai bambini e alle bambine le loro ricchezze interiori, alimentando la conoscenza e un profondo rispetto per le sensibilità condivise, riconoscendo e valorizzando positivamente il loro “femminile”, in contrapposizione con gli stereotipi proposti dalla società, a cominciare dal culto del macismo. Perché in questo modo si fornirebbe alla scuola uno strumento fortissimo per educare seriamente al rispetto reciproco, ma anche all’accettazione delle differenze.


Rendere universali e trasversali alla società tutti i valori di accoglienza e di protezione insiti nel “femminile” potrebbe diventare così in prospettiva il motore di una rivoluzione, capace di dare coscienza a tutti dell’urgenza di saper reagire contro le accelerazioni e le radicalizzazioni di tutte le differenze che si sono prodotte e che sono più che mai accresciute in questo periodo complesso e difficile, per la pandemia, certo, ma non solo!
Un discorso tutto da approfondire, un discorso nato dalle considerazioni proposte dal prezioso testo di Lina Bertola!

Pubblicato il

02.12.2021 09:19
Anna Biscossa
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