Politica

Il tedesco, la paura e le elezioni

Qualche settimana fa in Gran Consiglio è stata approvata l’introduzione dell’insegnamento del tedesco in prima media. Una decisione presa di gran fretta, senza i dovuti approfondimenti e senza che a sostegno della stessa ci fossero considerazioni didattico-pedagogiche autorevoli e solide.
I docenti, le altre componenti della scuola, non sono stati coinvolti, come pure non sono stati coinvolti esperti sull’insegnamento delle lingue.
E questo perché la parola d’ordine era fare in fretta! Anzi in frettissima, tanto da dover impedire a una deputata di poter fare delle domande di comprensione aggiuntive.


Domenica si è votato nel Canton Ticino e l’Unione democratica di centro è di fatto uscita vincente dalle urne. Il Partito liberale ha perso, il Centro ha marciato sul posto, la Lega ha perso moltissimo, i Socialisti e i Verdi hanno perso a loro volta anche se poco.


Ma che cos’hanno in comune queste due considerazioni tra loro? Anche se non sembra, in realtà moltissimo! Per il tedesco infatti si è assistito a una vera e propria rincorsa di Lega e Liberali dietro all’Udc, lasciando sul campo, per riuscirci, anche convinzioni e posizioni storiche, ad esempio in difesa dell’italiano.


Da parte nostra, contrari radicalmente all’introduzione del tedesco in prima media, visto che aggraverebbe ulteriormente la griglia oraria di 33 ore che pesa già oggi sugli undicenni o cancellerebbe altre materie fondamentali per la conoscenza per far posto al tedesco, c’è stata una ferma opposizione che purtroppo non è riuscita a scardinare questo fronte di destra costruito davvero sul nulla. E il tedesco è solo uno dei tanti esempi possibili. Come non citare ad esempio l’ormai mitico “decreto Morisoli” che cementa (nel senso che blocca e immobilizza) la progettualità, l’azione e l’agire politico in Ticino per i prossimi anni?


Una proposta che nessuno, fuori dall’Udc, condivide e sostiene in privato ma a cui tutti nel centrodestra hanno inneggiato pubblicamente per paura di apparire “spendaccioni” o di non avere gli spazi finanziari necessari per fare nuovi sgravi fiscali!


È stata questa la dinamica politica decisamente dominante in questo quadriennio! E se la politica non si è dimostrata capace nemmeno di costruire qualcosa di buono e sensato per i nostri bambini e le nostre bambine sul tema del tedesco, come possiamo stupirci dei risultati delle elezioni di domenica? Come stupirci del successo dell’Udc che ha di fatto in ostaggio la maggioranza politica in Ticino? Come restare sorpresi dall’astensionismo e dalle tante schede senza intestazione?
Intendiamoci, anche noi progressisti abbiamo le nostre colpe, certo! Perché non siamo riusciti a raccontare al Ticino questa storia del tedesco per quello che era davvero, così come tante altre storie, su tanti argomenti, anche su quelli a noi cari del lavoro, della precarietà, dell’ingiustizia sociale e ambientale ecc. convincendo gli elettori e le elettrici che un cambiamento era non solo necessario, ma anche possibile grazie a noi.
Sarà un quadriennio difficile quello che ci aspetta!
La mia speranza è che perlomeno l’anticipo del tedesco resti fermo nei cassetti o addirittura si smaterializzi nell’aria.

Pubblicato il

06.04.2023 13:41
Anna Biscossa
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