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Il silenzioso martirio della natura balcanica
di
Enrico Ärmlein
Pristina, 17 aprile 2004 Paesaggi simili a quelli delle nostre Alpi svizzere, le montagne del sud dei Balcani a cavallo tra Macedonia, Albania, Kosovo e Montenegro non hanno niente da invidiare alle nostre vette. Dalle capanne di montagna si può partire per picchi più alti verso i 3 mila 500 metri sul livello del mare. Il sud dei Balcani è la regione al mondo alla quale appartengono sia il maggior numero di biotopi, sia una flora e una fauna uniche e variegate. Questo miracolo naturale è il risultato di cambiamenti avvenuti in milioni di anni che hanno creato pure una complessa morfologia delle valli. Nella capanna Sharr (Kosovo) a pochi chilometri dalla frontiera con la Macedonia ogni anno avvengono diversi incontri di alpinisti e persone interessate alla montagna: Bosniaci, Turchi, Albanesi, Kosovari di quasi tutte le etnie, Austriaci ecc. «Questi incontri sono essenziali», dice Osman Goranci, un membro del comitato e manager dell’associazione di montagna e alpinisti della regione dello Sharr: «hanno un carattere tradizionale, molti dei nostri membri partecipano anche ad incontri in tutti i Balcani. Ciò è essenziale dopo tutti questi periodi di guerra». Un gruppo dell’associazione si occupa anche di ambiente: «In questa fase di transizione in tutti i Balcani si hanno difficoltà enormi a smaltire i rifiuti», afferma Goranci. «La maggior parte purtroppo non si interessa dell’ambiente che li circonda, si dovrebbe sensibilizzare ulteriormente la popolazione di quest’area geografica», aggiunge Safet Nishevci, direttore del settore naturale e biologico al museo del Kosovo di Prishtina: «l’intera comunità dovrebbe dare una mano, per scoprire ed in seguito proteggere ulteriori specie animali e vegetali». Soprattutto nelle zone di facile accesso è importante fare rispettare l’ambiente. L’estate scorsa con le temperature altissime in pianura, molti hanno cercato refrigerio in montagna. In Macedonia, Albania, Kosovo e Montenegro al suo passaggio queste “orde” hanno lasciato rifiuti, fatto razzia di fiori e piante, rischiando di rovinare per sempre alcuni biotopi. «Un turista di montagna, dovrebbe sapere come comportarsi con la natura, prestare attenzione all’ambiente che lo circonda dovrebbe essere una cosa normalissima», dice il professor Nishevci. Alcuni membri dell’associazione di montagna e alpinisti della regione dello Sharr stanno cercando di fare del loro meglio, ma l’accumularsi in tutta la valle di detriti e rifiuti rende il lavoro dei volontari quasi impossibile. Un altro compito importante dell’associazione è il rimboschimento e la sensibilizzazione per evitare il taglio illegale di legna. Per quanto concerne il rispetto dell’ambiente montano, l’associazione ha organizzato vari seminari nella capanna ma anche in scuole. «Si dovrebbe introdurre nelle scuole una materia riguardante l’ambiente. Il maestro dovrebbe organizzare almeno una volta a settimana un incontro in merito alla protezione dell’ambiente, oppure potrebbe organizzare delle gite guidate con i ragazzi rendendoli attenti sul modo di comportarsi», afferma Osman Goranci. Il messaggio lanciato dagli addetti per il sud dei Balcani è chiaro: qualora si dovesse continuare a maltrattare la natura ci si dovrà aspettare un giorno delle ritorsioni da parte sua.
Pubblicato il
23.04.04
Edizione cartacea
Anno VII numero 16-17
Rubrica
Lettere dai Balcani
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