Franco Lurà si è avvicinato alla politica in modo abbastanza consueto, da giovane, partecipando a varie manifestazioni e congressi. Dopo gli studi a Zurigo ha iniziato a far parte del Movimento anti atomico. In seguito ha aderito a Insieme a sinistra, il gruppo che a Mendrisio racchiude diverse forze progressiste come il Pdl, i Verdi, gli Indipendenti e il Ps. Fu anche uno dei primi gruppi che ha visto, grazie all'azione dei presidenti Albisetti e Cortesi, l'unificazione del Pst e del Psu.

Franco Lurà, le viene spesso rinfacciato di non essere un animale politico. Tuttavia lei è attivo da diverso tempo a livello locale. Quali risultati può vantare a livello comunale?
Ho potuto intervenire spesso, in particolare in campo culturale, sociale e ambientale: penso ai dibattiti sulla biblioteca cantonale, sul museo d'architettura, sulla controversa donazione Pontiggia, sul centro giovanile… Per quel che riguarda l'attività più strettamente elettorale, credo di aver contribuito, con la mia presenza in lista, al rafforzamento della sinistra sia in municipio, sia in consiglio comunale.
Dopo il comitato cantonale del 24 ottobre la sua esclusione non aveva turbato eccessivamente il comitato regionale del mendrisiotto che si era detto deluso ma non intenzionato a farne un "caso personale". Poi che cosa è successo?
Né da parte mia, né da parte delle sezioni che mi hanno proposto non c'è mai stata l'intenzione di farne un caso personale. La questione va posta su un piano diverso: al rientro da un viaggio di lavoro all'estero, mi sono trovato confrontato con molte attestazioni di solidarietà, di sostegno e di affetto, con motivazioni ormai ampiamente note, che mi hanno indotto a mantenere la mia disponibilità.
Perché puntare dritto al Consiglio di Stato e non pensare al parlamento, utilissimo strumento politico?
lI parlamento è indubbiamente importante, spero che il Ps possa consolidare la sua presenza grazie a una lista forte per il governo che sappia fare da traino. Per quanto mi riguarda mi è stato chiesto, dalla direzione  del partito di mettermi a disposizione per il governo e così ho fatto. Essendo un dipendente statale non avrei potuto farlo per il Gran consiglio. E mettermi in lista solo per raccogliere voti e poi non poter mantenere le promesse fatte agli elettori non è nel mio stile...I
In caso di candidatura immagino lei guardi con interesse al Dipartimento dell'educazione e della cultura, da tempo in mano Plr, nello specifico del suo capo. Un'eventualità che ha considerato?
In questo momento penso sia prematuro parlarne visto che non ho nemmeno la certezza di essere candidato. Per ora l'unico obiettivo è l'ottenimento per il partito di un secondo seggio nell'esecutivo.
Tuttavia il Decs è il dipartimento che lei conosce meglio. Qual è il suo stato di salute?
Attraverso il Decs vengono distribuiti circa 11 milioni di franchi per le attività culturali: un'attività non da poco. Si potrebbe fare di più ma la scure dei tagli si fa sentire. Fra gli interventi auspicabili, vedo una politica di gestione unitaria dei musei, un coordinamento interdipartimentale nel campo dell'aiuto alla formazione degli adulti bisognosi di reinserimento professionale, un attento monitoraggio della multiforme attività culturale.
Fra i vari settori scolastici, quello che mi sembra più esposto è quello della scuola media, per sua natura maggiormente soggetta a forti pressioni sociali, legate anche al delicato periodo dell'adolescenza, durante il quale, fra gli altri, il problema dell'integrazione è più presente. Secondo me è necessario tendere verso una scuola meno competitiva e più cooperativa. Nell'ambito della formazione professione è indispensabile continuare a sostenere l'offerta di un numero adeguato di posti di tirocinio; per quanto riguarda il livello universitario è opportuno vegliare affinché la Supsi non venga ridotta a un doppione sbiadito dell'Usi.
Qualche settimana fa lei scrisse di volersi presentare anche come candidato ambientalista, forte del suo vissuto in una regione, il Mendrisiotto che, da questo punto di vista, ha non pochi problemi. Se le toccasse il Dipartimento del territorio, quali sarebbero i suoi interventi?
Usciamo da un lungo periodo in cui alla salute generale si sono anteposti interessi particolari, privilegiando gli aspetti economici piuttosto che quelli ambientali: gli scempi del piano di San Martino e del Pian Scairolo (e, temo, fra non molto pure quello del piano di Magadino) sono emblematici. È ora di cambiare rotta, orientandoci verso uno sviluppo sostenibile, che tenga maggiormente conto del territorio e di chi vi abita. Concretamente, sono convinto che si deve puntare sul trasporto pubblico, trasferendo le merci dalla strada alla ferrovia, creando alternative alla motorizzazione privata, soprattutto per spostamenti brevi. Nel solo Mendrisiotto si registrano quotidianamente 120-130 mila spostamenti in auto, di cui la metà per tragitti inferiori ai 3 chilometri e il 30 per cento inferiore a un chilometro.
Lei va in ufficio in treno o in auto?
Di tanto in tanto in treno, di solito in auto. Quando posso mi accordo con amici che fanno il mio stesso percorso. In ogni caso ho comperato l'auto spulciando il catalogo dell'Ata, scegliendo un modello particolarmente attento all'ambiente.
Inceneritore sì o no?
Così come è stato concepito non va, perché sovradimensionato, perché collocato in una zona decisamente sbagliata sottraendo ulteriore terreno all'agricoltura e perché non si è tenuto conto di esigenze ambientali elementari, come ad esempio la necessità di un raccordo ferroviario. Anche la fase di preparazione del progetto non ha considerato in modo sufficiente le ricadute secondarie che avrebbero portato a mettere sulla bilancia proposte accompagnatorie di maggior peso.
E il gasdotto?
Anche questo tema ha diverse sfaccettature. È vero che il gas è più ecologico del petrolio e che sarebbe opportuno sfruttare le infrastrutture là dove già esistono. Resta il fatto che il gas è un'energia di origine fossile e oggi è indispensabile che l'ente pubblico si indirizzi maggiormente verso la ricerca e la promozione di energie alternative e rinnovabili.
Presentarsi come ambientalista è un attacco diretto a Carlo Lepori…
Assolutamente no. Non ho mai pensato di contrapporre la mia persona ad un'altra. La mia è da intendere come una proposta complementare, basata su formazione e percorsi diversi.
E sempre a proposito di ambiente i Verdi decideranno domani se presentare una lista propria per il Consiglio di Stato. Come valuta questa opzione?
Per raggiungere l'obiettivo del secondo seggio tutte le forze progressiste devono essere unite e mobilitarsi per la stessa causa. È una questione di opportunità politica in un momento difficilmente ripetibile. Per più versi è un'occasione storica. Io confido che gli elettori di quest'area che circonda il Ps sappiano trovare la motivazione per rinunciare ad aspirazioni o rivendicazioni di parte per dare al paese l'impulso per una svolta importante e decisiva.
Tra i candidati scelti dalla direzione per il governo figura anche una donna di origini straniere. Lei come giudica il programma recentemente presentato dal Pss per l'integrazione degli stranieri?
È positivo che la sinistra si sia riappropriata di un tema che è stato a lungo il cavallo di battaglia di una destra oltranzista che ne ha fatto la cassa di risonanza per le proprie rivendicazioni retrive e xenofobe. Posizioni che confermano ancora una volta che per molti la storia non è maestra di vita, non insegna nulla. Ci si dimentica troppo facilmente che fino a non molto tempo fa eravamo noi nella parte dello straniero che cercava aiuto, lavoro e comprensione. E ci si scorda del grande contributo che gli stranieri hanno dato e danno al nostro paese. Per quanto riguarda il documento approvato a Muttenz, apprezzo particolarmente lo spirito di base che accantona il vecchio concetto di assimilazione a favore dei più moderni e umani principi di integrazione, accoglienza e accettazione. La proposta del Pss ha il vantaggio di auspicare un impegno reciproco. Positivi sono il maggior coinvolgimento del sistema scolastico, la lotta al lavoro nero, la garanzia di pari opportunità e di una libertà individuale e di pensiero, l'attenzione all'aspetto linguistico, la facilitazione all'ottenimento della cittadinanza per le seconde e terze generazioni, la concessione dei diritti politici a livello comunale e cantonale.
Per concludere, quali le priorità del candidato Franco Lurà?
L'impegno, una disponibilità all'ascolto e al contatto con la gente e un'attenzione sia alle fasce più deboli sia agli aspetti ambientali e al territorio.

Pubblicato il 

12.01.07

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