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Interrogato sulla revisione del codice penale in materia di reati sessuali, il 45% degli abitanti della Svizzera si dice favorevole alla “soluzione del consenso”, conosciuta anche come “Solo sì significa sì”. La pensano così soprattutto le donne, i giovani e le persone queer: la parte di popolazione più a rischio di vivere una violenza sessuale.


Ma cosa significa “consenso”? Il modello “Solo sì significa sì” evidenzia la necessità, in una relazione, di avere sempre l’accordo del partner. Per fare sesso devo sapere che anche la persona con cui avrò un rapporto condivide il mio desiderio. Non si tratta, come sostengono alcuni, di firmare un contratto. “Consenso” significa esprimere – verbalmente o meno – la volontà di partecipare, in quel momento e con quella persona, all’atto sessuale. “Consenso” significa anche avere la libertà di cambiare idea in qualsiasi momento.


Il progetto di legge sul tavolo – il Consiglio degli Stati ne discuterà durante la sessione estiva – prevede invece il modello “del rifiuto”, detto anche “No significa no”. In questo caso uno stupro è riconosciuto come tale se la volontà della vittima è ignorata. Si parte quindi dall’idea di un consenso automatico in assenza di un rifiuto esplicito: al sesso si consente sempre, tranne se si afferma chiaramente il contrario. E proprio per questo il modello proposto non risponde alla realtà dello stupro: la paura e lo choc (nell’80% dei casi la vittima conosce l’aggressore) impediscono di opporsi, fisicamente o verbalmente, alla violenza (fenomeno del freezing). Inoltre, il modello “del rifiuto” porta in sé il germe della colpevolizzazione della vittima di stupro, giudicata incapace di dire chiaramente “No”.


Ma l’educazione al rispetto, un compito dello Stato verso i suoi cittadini, è affermare chiaramente – anche in una legge – che prima di qualsiasi atto sessuale è necessario avere l’accordo delle persone coinvolte. Perché l’ingiustizia fondamentale dello stupro è il mancato rispetto dell’autodeterminazione sessuale della vittima, per rispondere solo ai propri più bassi istinti.


Ora, grazie a quest’indagine, i parlamentari – in maggioranza uomini non più giovani – hanno l’opportunità di conoscere il punto di vista della popolazione svizzera, e scegliere il modello che rispecchia la realtà già vissuta dalle generazioni future e meglio proteggere chi ha più bisogno di protezione: “Solo sì significa sì”, per un vero rispetto delle persone e della loro autodeterminazione sessuale. Perché il sesso senza consenso è uno stupro.

Pubblicato il 

20.04.22
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