In evidenza

Cerca

Lavoro

Il salario minimo avanza sempre di più in Svizzera

Anche a Berna, Sciaffusa e Bienne sono state depositate iniziative cittadine. Sono ormai 15 i cantoni e le città in cui sono già stati adottati salari minimi legali o sono state lanciate iniziative per la loro introduzione

Chi lo avrebbe mai creduto nel 2014 che il salario minimo sarebbe diventato così popolare in Svizzera? In quell’anno, l’introduzione del salario minimo nazionale fu bocciata nettamente dal popolo, ma quell’iniziativa ebbe il merito di portare il tema dei salari all’attenzione pubblica. Da quel momento in poi, infatti, a livello locale sono state lanciate numerose iniziative che hanno portato a poco a poco alla diffusione sempre maggiore del salario minimo. Al momento il salario minimo è stato approvato nei seguenti contesti: Basilea città, Ginevra, Giura, Neuchâtel, Ticino, Winterthur, città di Zurigo, città di Lucerna.

 

Ovviamente, i ceti più conservatori stanno facendo di tutto per opporsi alla volontà popolare: a Zurigo e Winterthur, ad esempio, il padronato è riuscito a ritardare l’introduzione del salario minimo ricorrendo alle vie legali, ma sembra solo questione di tempo. Presto anche la città sulla Limmat, tra le più care al mondo, e Winterthur avranno finalmente salari dignitosi per tutte e tutti. Anche la proposta di Erich Ettlin mira a boicottare la volontà popolare espressa in diversi contesti locali: il politico centrista nel 2022 aveva chiesto che i CCL dichiarati vincolanti dal Consiglio federale prevalessero sul diritto cantonale e questo anche nel caso in cui i salari minimi previsti dai CCL siano inferiori a quelli cantonali. La questione al momento è ancora aperta e l’iter parlamentare non si è ancora concluso.

 

Le novità

Lunedì scorso, intanto, a Berna e a Sciaffusa sono state depositate due iniziative cittadine per un salario minimo. Entrambe le raccolte delle firme erano state lanciate lo scorso Primo Maggio e sono state portate a compimento senza particolari difficoltà. A Berna, un’ampia alleanza ha raccolto 7.414 firme a favore dell’iniziativa. Il salario minimo di 23,80 franchi all’ora, stando alle stime sindacali, andrebbe a beneficio di 8.000-10.000 persone, impiegate soprattutto negli alberghi, nei ristoranti, nelle pulizie, nel ramo dei parrucchieri e nella vendita al dettaglio. A Sciaffusa il salario minimo è stato fissato a 23,50 franchi all’ora e migliorerebbe la condizione di oltre 1.500 lavoratrici e lavoratori. Queste due città seguono di un paio di mesi Bienne: l’iniziativa cittadina che chiede l’introduzione di un salario minimo legale di 23,80, lanciata anch’essa il Primo Maggio, era già stata depositata alla fine di agosto. Un’ultima novità: a Basilea Campagna, il prossimo febbraio, si voterà per l’introduzione del salario minimo: 22 franchi all’ora per un contesto non così caro come le grandi città, ma dove il carovita si è fatto sentire come altrove. In futuro si voterà anche a Friburgo e nei cantoni Vaud, Vallese e in Ticino (dove è pendente l’iniziativa “per un salario minimo sociale”, che prevede un aumento ad almeno 21,50 e l’esclusione della possibilità di deroga nei settori con CCL).

 

Non fa male, anzi fa bene

Contrariamente ai timori espressi dalle associazioni dei datori di lavoro, l'introduzione del salario minimo non ha avuto effetti negativi sul tasso di disoccupazione. I primi dati positivi sono stati rilevati a Neuchâtel, uno dei primi contesti in cui il salario minimo è entrato in vigore. Anche a Ginevra un recente studio ha confermato che il salario minimo, il più alto in vigore in Svizzera, non ha avuto un impatto significativo sull’occupazione. Per Noémi Zurlinden, economista del sindacato Unia, il salario minimo, oltre a togliere numerose persone dall’indigenza, contribuisce a elevare i salari più bassi: «La ricerca economica ha dimostrato a più riprese che i salari minimi contribuiscono a togliere molte persone dalla povertà e questo senza intaccare il tasso di occupazione. Inoltre, la ricerca ha anche mostrato, in diversi contesti, che i salari minimi legali hanno un effetto positivo anche sui salari più bassi». È pertanto davvero difficile trovare argomentazioni contro il salario minimo, se non da parte di chi vuole ottenere profitti senza assumersi alcuna responsabilità sociale.

In Europa

Non tutti i paesi si adeguano alla direttiva UE

 

La direttiva europea sul salario minimo, approvata nel 2022, ha segnato un cambio di passo nelle politiche sociali europee. Dopo anni di neoliberismo imperante, l’Unione europea ha dato segnali in controtendenza. Per i Paesi che prevedono salari minimi legali, la direttiva fissa dei requisiti precisi: i salari devono avvicinarsi al 60% del salario mediano. Il minimo legale si applica inoltre a tutti i rami professionali, quasi senza eccezioni. La direttiva vuole anche promuovere i contratti collettivi in tutti i paesi membri. Nei paesi in cui meno dell’80% dei salariati è coperto da un Contratto collettivo di lavoro, devono essere elaborati piani d’azione per promuovere questo strumento. Mancano pochi giorni al 15 novembre, scadenza fissata per l’attuazione della direttiva, ma la maggior parte dei paesi europei non ha ancora adeguato la propria legislazione in materia. Sono oltre 20 milioni le lavoratrici e i lavoratori che potrebbero beneficiare della direttiva su salari minimi e contrattazione collettiva. Finora solo sei Stati membri hanno presentato una legislazione che recepisce la direttiva nel diritto nazionale. In nove Stati membri le discussioni sono ancora in corso, mentre in sette Stati membri il processo non è ancora iniziato. In tre Stati membri, i governi hanno concluso che non è necessaria alcuna azione legislativa per soddisfare i requisiti della direttiva. Tra i paesi che non si sono ancora attivati per il recepimento della direttiva figura l’Italia, contesto in cui il governo Meloni negli scorsi mesi ha fatto di tutto per scansare il problema troppo scomodo per i ceti di riferimento dei partiti al governo, ovvero quella parte dell’imprenditoria che scommette sul lavoro povero e non su innovazione, ricerca e sostenibilità.

FOTO: © Manu Friedrich

Pubblicato il

30.10.2024 09:26
Mattia Lento
Editore

Sindacato Unia

Direzione

Claudio Carrer

Redazione

Federica Bassi

Francesco Bonsaver

Raffaella Brignoni

Federico Franchini

Mattia Lento

Indirizzo
Redazione area
Via Canonica 3
CP 1344
CH-6901 Lugano
Contatto
info@areaonline.ch

Inserzioni pubblicitarie

Tariffe pubblicitarie

T. +4191 912 33 88
info@areaonline.ch

Abbonamenti

T. +4191 912 33 80
Formulario online

INFO

Su di noi

Iscrizione newsletter

Impressum

Privacy Policy

Cookies Policy