Il re del petrolio svizzero e il prestanome pregiudicato

Un'inchiesta di Public Eye mostra come Vitol, la più grande società elvetica per cifra d'affari, abbia utilizzato uno stesso opaco intermediario già condannato nello scandalo Gunvor.

 

Un anno dopo la storica condanna di Gunvor, una nuova inchiesta di Public Eye rileva come un altro gigante delle materie prime svizzero, Vitol, abbia versato denaro ad una misteriosa quanto opaca società di Hong Kong. Una società controllata da un ristoratore parigino che, in Svizzera, era già stato condannato per essere stato un prestanome proprio nel caso Gunvor.

 

Questa vicenda di corruzione legata ai mercati petroliferi del Congo-Brazzaville e della Costa d'Avorio si è conclusa nel novembre del 2019 con una condanna della società. Tra multa e risarcimento, Gunvor ha dovuto sganciare 94 milioni di franchi. Poco prima di questa decisione, E.E, cittadino il franco-israeliano, gestore di un fast food, era stato condannato dal Tribunale penale federale di Bellinzona: l'uomo, arrestato in Serbia nel 2015 su ordine degli inquirenti elvetici, era il destinatario ufficiale di parte dei soldi partiti da Gunvor per corrompere i funzionari pubblici africani di cui si voleva rendere difficile la tracciabilità. Inizialmente, l’Mpc aveva accusato l'uomo di essere membro di una rete di riciclatori professionisti implicati nella vicenda del petrolio africano, ma non solo. L’accusa di riciclaggio è però in seguito caduta dato che la Procura federale non è riuscita a provare l'origine criminale dei soldi depositati nei suoi conti svizzeri. È rimasto così solo il reato di falsità in documenti: l'uomo ha ammesso di non essere al corrente delle operazioni a sei e sette zeri che riguardavano i suoi conti, definiti “di transito” per il trasferimento di fondi da e verso terzi e che, di fatto, non gli appartenevano.

 

Dopo l'ammissione dei fatti, E.E è stato condannato ad una pena leggera (14 mesi sospesi) e il suo caso non provocò alcun trambusto mediatico. Oggi le nuove rivelazioni di Public Eye mostrano che Vitol, la più grande società svizzera per cifra d'affari, ha fatto capo ai servizi del franco-israeliano. Stando all'Ong, tra il 2014 e il 2015, Vitol ha effettuato undici pagamenti alla società Samariti Shipping Ltd per un totale di 3,5 milioni di franchi. E chi era in quel momento l'unico beneficiario economico di questa società? E.E, è stato scovato da Public Eye in un fast food libanese che gestisce nella banlieue di Parigi: l'uomo ha dichiarato di essere soltanto un “uomo di paglia”.

 

Totalmente sconosciuta nei circoli di trading delle materie prime, la piccola Samariti Shipping LTD è stata incorporata nel febbraio 2013 a Hong Kong. “Il suo conto presso la HSBC di Hong Kong ha registrato afflussi e deflussi di denaro in entrata e in uscita molto rapidi, come se fosse un semplice veicolo di passaggio. Questo è tipico delle operazioni illecite, come l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco” spiega ad area Agathe Duparc, la giornalista che, con Adrià Budry Carbó, ha firmato l'inchiesta.

 

I due giornalisti spiegano che nello stesso giorno o nei giorni successivi dei versamenti di Vitol, almeno 1,9 milioni di euro sono stati trasferiti a diversi cittadini cinesi che avevano un conto presso la Bank of China di Hong Kong. Questo modus operandi ricorda quello messo in atto nel caso Gunvor. L'MPC aveva infatti dimostrato che il denaro ricevuto da E.E. sul suo conto lettone era stato poi trasferito "a cittadini e società cinesi presso istituti bancari, in particolare in Cina, che sembra essere legata ad operazioni di clearing". La giustizia svizzera presuppone che queste operazioni di compensazione abbiano permesso di remunerare un parente della famiglia Sassou Nguesso, che controlla la Repubblica del Congo dal 1979.

 

I 3,3 milioni di dollari di Vitol a Samariti Shipping LTD sono stati pagati ai margini di un mercato petrolifero o di una transazione in Congo-Brazzaville, dove la società operativa da Ginevra possiede delle partecipazioni nei campi estrazione del greggio? Non ci sono prove a sostegno, afferma Public Eye. Tuttavia, molti dubbi rimangono sull'utilizzo di questo intermediario e della sua rete di società di facciata che, nel caso Gunvor in Congo, aveva funzionato molto bene come veicolo per la trasmissione delle tangenti tra corruttori e corrotti.

 

Quando sono avvenuti i pagamenti, l'indagine sul caso Gunvor era in pieno svolgimento in Svizzera e l'intermediario era già nel mirino degli inquirenti e ricercato da un mandato d'arresto internazionale. L'ultimo versamento di Vitol a Samariti Shipping - 483.600 euro – avviene tre giorni prima dell'arresto di E.E a Belgrado. Poi il flusso s'interrompe.

 

Interrogata dall'Ong sulla natura del suo rapporto con la piccola società di Hong Kong, Vitol si rifiuta di far luce su "tutte le transazioni che può o non può aver effettuato con Samariti Shipping Limited perché sono soggette a riservatezza". La vicenda rimane nel mistero. Certo è che l'utilizzo di una società di facciata basata ad Ong Kong e controllata da un uomo ricercato dalla giustizia svizzera avrebbe dovuto far scattare diversi segnali di allarme. Così non è stato.

 

 

 

Pubblicato il

19.10.2020 14:53
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