Il prezzo degli errori di politica sociale

Congresso dell’Unione sindacale tedesca d’inizio settimana. I delegati si rallegrano per i buoni accordi salariali, l’ultimo dei quali riguarda il settore delle costruzioni con aumenti del 5,7 per cento in due anni. Nel contempo i partecipanti al congresso sono però turbati da uno scandalo sociale: «In Germania la fascia salariale bassa è la più ampia d’Europa. Una vergogna per un paese ricco», hanno stigmatizzato numerosi oratori. Ci sono 8 milioni di persone che sgobbano per un salario da fame, il doppio rispetto a 14 anni fa. «Dobbiamo fare il nome di chi ci ha messi in questi guai: è il governo Schröder con il cosiddetto Piano Hartz IV». S’intende l’ex Cancelliere Gerhard Schröder, membro della Spd e già partner dell’Unione sindacale tedesca, che nel 2003 distrusse l’assicurazione contro la disoccupazione: più facile esclusione dalle prestazioni, inasprimento delle condizioni, saccheggio dei risparmi. «È stato il più grande errore nella politica sociale tedesca», tuona un oratore tra gli applausi. Il risultato è disastroso: «Ormai soltanto un terzo dei disoccupati beneficia di prestazioni assicurative. I restanti due terzi sono ridotti alla fame da Hartz IV». Questi stanno peggio di chi riceve l’aiuto sociale in Svizzera. «La paura di finire nella morsa di Hartz IV regna fino dentro al ceto medio. E ancora più timore ce l’hanno i senza lavoro, che vengono spinti ad accettare qualsiasi impiego». È questo il meccanismo che ha creato lo scandaloso settore dei salari bassi, che ancora oggi nonostante l’alta congiuntura e la disoccupazione calante, non dà segni di contrazione.


L’Unione sindacale tedesca riponeva molta speranza nel salario minimo legale, perché la sua introduzione ha prodotto aumenti salariali per molti. «Ma ancora oggi più di un milione di lavoratori viene truffato in materia di salario minimo», denuncia un’oratrice. «Lo stato risparmia sui controlli consen-
tendo ampie violazioni della legge! Sono quindi necessari migliaia di nuovi ispettori. Ma anche l’importo del salario minimo, che oggi è di 8,84 euro l’ora, è troppo basso. Andrebbe portato a 12 euro», sostiene un delegato. Così si raggiungerebbe il livello del salario minimo in Francia o i 20 franchi in vigore in Svizzera nel Canton Neuchâtel. Così si potrebbe assorbire la fascia salariale più bassa. Ma i sindacati chiedono anche più contratti collettivi con salari minimi.

Pubblicato il

16.05.2018 21:09
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