Il personale sanitario non ne può più e torna in piazza a un anno dal sì all'iniziativa sulle cure

Enrico Borelli (Unia): «La situazione nel settore è drammatica. Non si vede la volontà politica di migliorare le condizioni di lavoro del personale»

Aumenti dei salari e delle indennità, più vacanze, pieno riconoscimento del tempo di lavoro e contributi in favore della custodia dei figli. Sono le misure più urgenti e da adottare immediatamente a tutela delle condizioni d’impiego e della salute del personale sanitario, che sabato 26 novembre scenderà in Piazza federale a Berna (cliccare qui per maggiori informazioni ) per lanciare un (ennesimo) grido d’allarme di un settore confrontato con una cronica penuria di personale, che provoca esaurimento, stress, malattie e 300 abbandoni della professione al mese. Di qui anche la necessità di una rapida attuazione dell’iniziativa “per cure infermieristiche forti”, approvata esattamente un anno fa dal 61 per cento del popolo svizzero.

 

Sul piano politico nei primi 12 dei 18 mesi a disposizione sono stati pochi i passi avanti: il Parlamento sia appresta a varare (settimana prossima ne discute il Consiglio nazionale) una legge federale sulla promozione della formazione in cure infermieristiche, che introduce una serie di misure e di obblighi per i Cantoni per lanciare un’offensiva contro la diffusa carenza di personale, ma che non realizza i contenuti dell’iniziativa. Un’iniziativa che conferisce una garanzia costituzionale alle condizioni di lavoro dei curanti e che impone (tra l’altro) la fissazione di standard minimi per quanto riguarda i salari, l’orario lavorativo, i piani di lavoro, il numero minimo di infermieri che devono essere presenti in ciascun reparto, così come l’obbligo per i Cantoni di sottoscrivere contratti collettivi di lavoro per il personale attivo nei vari ambiti della sanità.


«Serve un cambio di passo», commenta Enrico Borelli, membro della direzione nazionale del settore terziario di Unia e co-responsabile del dossier “cure”, sottolineando l’importanza dell’azione di questo 26 novembre novembre a Berna, organizzata dall’Alleanza del personale sanitario in cui sono riuniti sindacati e associazioni di categoria.

 

Enrico Borelli, perché è stato necessario convocare questa manifestazione?

È una richiesta della nostra base militante, a fronte di una situazione drammatica per il settore. Se dall’accettazione dell’iniziativa un anno fa è cambiato qualcosa è in peggio. Basti pensare ai 300 abbandoni della professione che si registrano ogni mese, alla chiusura per carenza di personale di interi reparti e alla riduzione di posti letti nelle terapie intensive e che, a fronte di un aumento dei degenti, si registra una riduzione di personale nelle case anziani. È quindi necessario esercitare pressioni sulla politica ma anche sensibilizzare la popolazione sulle condizioni di questo settore, in cui si è rotto un equilibrio e dove i problemi non investono solo il personale ma sempre di più anche i pazienti. Perché senza buone condizioni di lavoro non si possono avere buone cure.

 

Cosa si chiede alla politica?
L’iniziativa ha suscitato grandi aspettative, che però sono state disattese. Il personale è arrabbiato e comincia non vedere prospettive. Anche perché la politica si è presa tempi lunghissimi: ci sta impiegando un anno per approvare una legge che per l’applicazione richiederà ulteriore tempo. Non si vede la volontà politica di migliorare le condizioni di lavoro del personale sanitario. Di qui la scelta di organizzare questa manifestazione a Berna e di avanzare cinque rivendicazioni concrerte da attuare immediatamente e che interpellano direttamente la politica. Chiederemo un incontro con la Conferenza dei direttori della sanità dei governi cantonali, perché è assolutamente indispensabile che l’ente pubblica metta a disposizione maggiori risorse per il settore sanitario.

 

L’impegno sul terreno di Unia ha consentito di ottenere dei risultati tangibili?
Come Unia ci stiamo costruendo da alcuni anni in questo settore e cominciamo a registrare alcuni successi parziali, nella misura in cui siamo riusciti a costruire delle vertenze sindacali con una serie di strutture in cui abbiamo anche ottenuto dei progressi per il personale. I rapporti di forza restano certo a noi sfavorevoli, ma stiamo crescendo, sia numericamente sia qualitativamente (con comitati e strutture militanti in quasi tutte le regioni del paese) sia in termini di presenza sui luoghi di lavoro. E cominciamo pure a promuovere delle mobilitazioni. Per ottenere risultati di più ampia portata per il settore bisogna ancora fare molta strada nel percorso di costruzione sindacale in cui ci troviamo e di cui la manifestazione di Berna rappresenta una tappa. Nel 2023 cercheremo inoltre di costruire alleanze con tutti i numerosi soggetti che popolano l’universo delle cure.

 

Immagini e video della manifestazione

saranno diffusi sul canale Instagram di Unia a partire dalle 14:30

 

 

 

Pubblicato il

24.11.2022 15:08
Claudio Carrer