La primavera sociale spagnola è durata solo nove mesi: il governo socialista di Pedro Sánchez ha aumentato il salario minimo del 20 per cento e intendeva rafforzare i diritti dei lavoratori, ha iniziato a far sparire i simboli del Franchismo ancora presenti ed era pronto a intavolare discussioni per un miglioramento dello Statuto di Autonomia della Catalogna. “Alto tradimento”, hanno gridato le forze reazionarie incitando al nazionalismo: “È ora che la Spagna torni a essere grande” proclamano. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza “contro il Governo dei nemici della Spagna” e in Andalusia il partito fascista Vox ha ottenuto l’8 per cento dei consensi. In questo contesto Sánchez ha avuto esitazioni sulla questione catalana e immediatamente è stato punito: i parlamentari della Catalogna hanno fatto mancare il loro sostegno al bilancio dello stato facendo così cadere il governo. La questione nazionale ha avuto la meglio sui problemi sociali. In tutto il paese si assiste a una sorta di guerra delle bandiere, con i nazionalisti spagnoli che bruciano il vessillo catalano e questi che fanno lo stesso con quello spagnolo. I sindacati denunciano «il dominio della politica delle bandiere» e manifestano a Madrid per chiedere riforme sociali, ma nessuno ascolta. Ora sono convocate nuove elezioni il 28 aprile, contrassegnate dal veleno del nazionalismo. Un nazionalismo che rovina la politica anche in Gran Bretagna, dove è sempre più chiara la dimensione del disastro prodotto dal voto sulla Brexit del 2016. Il Partito laburista nelle elezioni del 2017 è sì riuscito (traendone profitto) a porre in rilievo i problemi reali (la grave crisi della sanità pubblica, la questione dell’alloggio, i lavori precari e mal pagati), ma l’imminente uscita dall’Ue riporta in primo piano la questione nazionale, che avvelena il clima ovunque. Tra i fautori della Brexit, che si fanno la guerra all’interno del Partito conservatore. Nel Partito laburista, in cui convivono fautori e contrari. Questi ultimi (che sono in maggioranza) chiedono una seconda votazione sulla Brexit. E, come se non bastasse, se la Gran Bretagna uscisse dall’Ue senza un accordo con Bruxelles, Irlanda e Irlanda del Nord tornerebbero ad essere separate da un confine. Tutti sanno che così potrebbero riesplodere i vecchi sanguinosi conflitti. È atroce cosa può causare il veleno del nazionalismo.
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