Il miracolo Stadler

È a Bussnang, nella campagna turgoviese, che sta avvenendo una sorta di miracolo industriale. Passo dopo passo, il gruppo Stadler Rail si è trasformato da fornitore marginale in attore primario sul mercato ferroviario. Un fatturato di 550 milioni e 1’100 collaboratori a Bussnang, Altenrhein e Berlino-Pankow. Il successo è simboleggiato dalle modernissime automotrici Flirt – con 4 carrozze – per il traffico regionale veloce. Sono 113 le composizioni leggere e superequipaggiate finora già consegnate o ordinate. Proprietario è il consigliere nazionale Udc Peter Spuhler, un imprenditore carismatico che ha saputo raccogliere l’eredità del sapere ingegneristico e professionale elvetico. Peter Spuhler, che è responsabile in prima persona anche della strategia commerciale, ribadisce: «Siamo un’impresa piccola e flessibile, con un vantaggio sul piano dei costi rispetto ai grandi gruppi internazionali. Siamo arrivati sul mercato con dei prodotti innovativi, che rispondevano alle esigenze del momento. Lo prova la vendita delle automotrici articolate del tipo Gtv in 342 esemplari. Anche se siamo una piccola società, siamo sempre stati pronti a sfidare i tre global players Alstom, Siemens e Bombardier, dimostrando di essere concorrenziali. Abbiamo saputo tenere sotto controllo i costi di produzione e possiamo oggi fornire mezza Europa con veicoli fabbricati in Svizzera o con una grande parte del valore aggiunto realizzato qui». I treni regionali Flirt circolano già per la S-Bahn di Zugo. Verranno presto introdotti sulla rete transfrontaliera basilese e successivamente tra Ticino e Lombardia. Tilo ha ordinato 19 composizioni policorrente, che verranno consegnate dal 2008: prezzo 175 milioni. Video sorveglianza, informazione ai viaggiatori, climatizzazione, il pianale ribassato eccetera ne fanno un veicolo di notevole comfort. Soddisfatto il principale cliente Benedikt Weibel, direttore generale delle Ffs: «Sono felice che una simile impresa esista in Svizzera. L’unica in grado di produrre su larga scala materiale rotabile di buona qualità». Agli inizi il gruppo Stadler era un semplice costruttore di carrozzerie in alluminio o acciaio. I carrelli venivano comperati dalla Sig; la trazione e la parte elettrica venivano fornite dall’Abb, che inviava i suoi montatori nelle fabbriche Stadler. Oggi la società ha acquisito una forte autonomia industriale e copre l’intero ciclo produttivo, dalla progettazione al montaggio finale: dai treni a cremagliera, passando per le carrozze speciali, fino alle motrici articolate. Per Peter Spuhler «la cessazione d’attività dei nostri partner tradizionali ci ha costretti a integrare in breve tempo il loro know how nelle nostre imprese. C’erano molti ingegneri e tecnici di valore sul mercato e li abbiamo ingaggiati. Oggi abbiamo i migliori. Siamo coscienti che dobbiamo contribuire noi stessi alla formazione della prossima generazione di ingegneri. Lo stesso sta avvenendo con gli apprendisti nei diversi orientamenti delle professioni meccaniche. La loro formazione prosegue poi nelle scuole tecniche e speriamo che alcuni resteranno fedeli alla nostra impresa. Oggi siamo in grado di garantire lo sviluppo dei nostri prodotti. Possiamo dire che il treno Flirt è un prodotto al 100 per cento Stadler e ciò dimostra che possiamo portare avanti la tradizione dell’industria ferroviaria svizzera». A Bussnang e Altenrhein il gruppo Stadler può contare su una forza-lavoro giovane, svizzera o di seconda generazione, reclutata principalmente sul mercato del lavoro regionale. È cresciuta dentro l’impresa e si identifica quindi fortemente con i successi industriali, commerciali e finanziari della società. Peter Marti dell’ufficio di ricerche sui trasporti Metron valuta che Stadler «ha saputo sviluppare al momento opportuno e in modo molto raffinato una piattaforma per i treni articolati e ha avuto successo. Una strategia di nicchia è una possibilità per ritagliarsi una porzione di mercato nell’industria ferroviaria globale». L’abilità di Spuhler è stata anche di aver saputo rilevare al momento giusto le attività dell’ex-AdTranz a Pankow, acquisendo nuove potenzialità sul mercato tedesco. Più che puntare sulle grandi serie e sulle economie di scala, come fanno i grandi del settore in base al modello produttivo dell’industria automobilistica, il gruppo Stadler privilegia le famiglie di prodotti innovativi. In funzione delle richieste specifiche del cliente, si impianta la produzione modulare nelle versioni elettrica o diesel. La ricetta di Spuhler ha valenza continentale: «bisogna concentrarsi sulle prospettive di sviluppo del traffico nelle grandi agglomerazioni e offrire dei sistemi di trasporto su rotaia efficienti. Ma non possiamo limitarci al mercato svizzero. Le ordinazioni delle Ffs sono sovente discontinue. A volte abbiamo troppi ordini e talvolta troppo pochi. Rischieremmo dunque degli sbalzi nell’occupazione delle capacità produttive. Anche per assicurare l’impiego nelle fabbriche svizzere, partecipiamo a molti bandi di concorso internazionali. In media, considerando l’andamento degli ultimi anni, realizziamo circa il 50 per cento del fatturato all’estero». Il Flirt potrebbe essere una carta vincente in Europa orientale, in particolare sui mercati ungherese e polacco. L’ordinazione delle ferrovie magiare Mav di 30 convogli (con un’opzione per 30 treni supplementari) è stata confermata anche in seconda istanza, per un ammontare totale di 700 milioni di franchi (100 milioni in meno rispetto al primo contratto). Il 75 per cento del volume sarebbe realizzato in Svizzera. Tuttavia attualmente un tribunale arbitrale ha sospeso ogni decisione; in una nuova udienza vuole ascoltare il punto di vista del perdente Bombardier. Rinviata per la crisi finanziaria delle ferrovie slovacche anche la consegna di 35 automotrici, decisa già nel 2001. Infine l’impresa turgoviese ha appena ottenuto dall’Olanda l’ordinazione di 37 Gtv diesel: un affare da 220 milioni, con l’80 per cento del volume realizzato in Svizzera (40 per cento Stadler e 40 per cento fornitori elvetici).

Pubblicato il

17.06.2005 02:30
Sergio Agustoni