Il messaggio eversivo di Rocco Buttiglione

Buttiglione è stato per molti anni una delle personalità di punta di Comunione e Liberazione (Cl), un movimento fondato nel 1969 da don Luigi Giussani come risposta cattolica ai movimenti di sinistra del ’68. In una lunga intervista rilasciata a Robi Ronza nel ’75 (cfr. “Comunione e Liberazione”, ed. Jaca Book, 1987) don Giussani sintetizza con queste parole il fondamento di Cl: «noi chiediamo al Signore, ed anche alla Chiesa di essere aiutati a comprendere il significato della fede e la sua incidenza sulla vita: non abbiamo altro desiderio fondamentale se non questo. Certamente non è facile cogliere il carattere specifico di una esperienza che non voglia essere altro se non quanto ho appena detto. Viviamo infatti in una società in cui quell’esigenza di fondo che emerge inevitabilmente dentro ogni uomo e che si può definire senso religioso, non solo non è presa in considerazione da tutte le culture diverse da quella cristiana, ma anzi viene censurata e repressa. Se infatti c’è oggi un desiderio umano radicalmente oppresso questo è proprio il senso religioso”. Chi sceglie questa esperienza, che don Giussani definisce “ecclesiale”, cioè appartenente alla Chiesa, farà dipendere dalla “fede vissuta” i criteri di interpretazione della realtà e la scelta dei modi di intervento nella vita civile, culturale o politica. La “verità” della fede, intesa come “espressione” (atteggiamento che manifesta sentimenti o stati d’animo) viene prima della ragione e la condiziona. Una posizione antiilluminista, ma legittima come scelta personale se vissuta con coerenza, che non è per nulla “oppressa” e che dovrebbe interessare soprattutto la Chiesa, ma che può diventare integralista se trasferita alla politica in modo imprudente. Don Giussani d’altronde si protegge in anticipo da possibili deviazioni affermando che «quando dall’animazione politico-culturale si giunge a quella della militanza politica vera e propria, non è più la comunità in quanto tale ad impegnarsi, ma sono le singole persone a responsabilità propria» (ibidem). In una successiva intervista rilasciata sempre a Robi Ronza nel 1987 don Giussani riconosce che se «in Italia il grande pubblico conosce Cl più per le sue efficaci mobilitazioni elettorali che per l’esperienza ecclesiale… di questo sono certamente responsabili anche quei molti tra di noi che usano del Movimento e del suo nome come di un semplice puntello del loro progetto e del loro impegno politico». Se Buttiglione sia uno di costoro è faccenda che interessa soprattutto Cl. A chi è estraneo a quel movimento e alla Chiesa interessa invece conoscere le scelte etico-religiose nelle quali vanno inquadrate le sue esternazioni sugli omosessuali davanti alla “Commissione giustizia” del Parlamento europeo e le sue successive dichiarazioni sulle donne in generale e sulle famiglie monoparentali in particolare e cercare di capire il perché della reazione indignata da parte di metà del Parlamento europeo e dell’imbarazzo di una parte dell’altra metà. È possibile che la “verità” che Buttiglione antepone alla ragione gli imponga di considerare l’omosessualità un peccato, ma questa è una faccenda sua personale che non deve esternare quando è interpellato come Commissario chiamato ad applicare delle regole comunitarie che escludono proprio la discriminazione delle persone in base ai loro comportamenti sessuali. Specialmente se, a suo tempo, si era opposto all’approvazione di queste norme. Soprattutto non deve utilizzare nella sua attività di responsabile politico il termine “peccato”, che significa trasgressione della legge divina per chi ha fede, per cui è un concetto estraneo alla vita politica di un paese democratico. Il richiamo a Kant e alla separazione tra sfera morale e sfera del diritto è stato un puro esercizio alibi ad uso di pochi che non riduce per nulla il significato evidente del suo messaggio politico eversivo e non religioso. Che poi Buttiglione abbia approfittato del fatto di essere al centro dell’attenzione a livello europeo per rilanciare, propinando all’opinione pubblica le sue deliranti espressioni di fede sul ruolo della donna e sulle buone e sulle cattive madri, fa nascere il sospetto che la sua non sia stata una imprudenza dettata da una discutibile passione interiore, ma freddo calcolo politico legato al disegno di una certa destra di riproporre i valori della Controriforma, in particolare la repressione della sessualità e della donna, al posto dei diritti scaturiti dal dubbio, dal confronto democratico e dalla tolleranza con le quali l’Illuminismo ha sostituito la “verità rivelata” imposta come strumento di controllo sociale. Un modo insidioso per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dall’iniqua ripartizione delle risorse, dai conflitti di interesse, dall’evasione fiscale, dalla corruzione o anche più semplicemente da quella legge sul falso in bilancio fatta per salvare Berlusconi dal processo Sme, ma bocciata in questi giorni proprio dalla Corte di giustizia dell’Ue. Tutte cose sulle quali la “fede” che precede la ragione non ha mai portato Buttiglione ad alcuna esternazione critica. Anzi ne è stato a volte complice. Gli interventi a difesa di Buttiglione da parte di alcuni “liberali” (sic) vicini a Berlusconi, la denuncia “di un diffuso pregiudizio anticristiano” in Europa che riprende pari pari i concetti di don Giussani del ’75, la faccenda del riferimento alle “comuni radici cristiane” nella Carta costituzionale europea rendono la minaccia di una destra “clericale” per interesse e illiberale per vocazione ancora più incombente e il fatto che l’offensiva sia stata portata addirittura sul piano europeo sostituendo l’etico Mario Monti con il poco etico Rocco Buttiglione deve preoccuparci tutti. Anche perché, elezioni americane permettendo, Buttiglione potrebbe rappresentare il nuovo garante della comunione di intenti tra “l’unto del Signore” Berlusconi, i suoi alleati europei e il sempre più messianico Georg W. Bush. Un problema che probabilmente si ripresenterà indipendentemente dalla decisione che il Parlamento europeo ha preso il 27 ottobre.

Pubblicato il

29.10.2004 00:30
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