Il maxi-uovo di Chiasso e Stefano Franscini

Quest'anno verrà costruito a Chiasso un grande uovo di metallo e di vetro, alto 21,50 metri, lungo più di 50, con al suo interno, distribuiti su cinque piani, 150 negozi dedicati esclusivamente ai bambini dai 0 ai 14 anni di età. Sul posto se ne  vede già la sagoma (in ticinese modinatura).
L'offerta proposta ai futuri piccoli consumatori è questa: abbigliamento e accessori, ediutainement (?) (computer, media), divertimenti (giochi, super Ice) salute (prenatal) e gastronomia (babybar, ristobimbo). Nel basamento ci sarano posteggi per 535 auto, un'inezia.
Sui giornali è apparsa la solita fotografia melensa con alcune personalità che esibiscono e commentano il modello. L'ex-sindaco (Plr) e legale della ditta promotrice  Swiss-Easy ha definito il progetto «molto importante per Chiasso e per l'ampliamento del substrato fiscale»; il vice-sindaco Luigi Rigamonti (Ps) ha parlato di «un'occasione di rilancio che può dare forza propositiva alle regione»; l'architetto Elio Ostinelli (Ppd) ha definito il futuro centro commerciale nientemeno che «il simbolo dello sviluppo futuro della città». I francesi direbbero : N'en jetez plus!
Lascio ai lettori il giudizio su tutto questo bendiddio che sta per caderci tra le braccia. Però non posso sfuggire ad un confronto. Quest'anno il Cantone Ticino ricorderà, non senza una certa pur giustificata pompa, i centocinquant'anni dalla morte del padre della popolare educazione, Stefano Franscini. Lo farà celebrando la sua frugalità, la sua probità, le sue esortazioni alla temperanza e il suo grande impegno civile. Sarà tutto un richiamo al celebre epitaffio: Nacque povero, visse povero, morì povero. Esso sarà  additato ai giovani ticinesi (i clienti in nuce del maxi-uovo) come la quintessenza delle patrie virtù. Il bello è che a fare sfoggio di questa retorica saranno in parte le stesse persone, politici, commentatori, intellettuali di regime, professionisti, che promuoveranno l'ovone come un'opera di progresso, di crescita, come il simbolo stesso del nostro benessere piantato proprio sulla porta meridionale della Svizzera. La contraddizione è madornale.
Io proporrei di mettere sopra la porta del maxi-uovo (scusate, sopra la cortina d'aria calda dell'entrata) la seguente insegna, indirizzata alle frotte dei futuri ignari piccoli visitatori: "Nasceste al caldo, vivrete sazi, e annegherete in un mare di plastica e di rifiuti".  
Intendiamoci bene. Sarebbe assurdo invocare un ritorno alla povertà fransciniana, nobile sì, ma non sempre così dignitosa per la povera gente come spesso si vuol far credere. Però per il futuro ci sono strade diverse da quella del maxi-uovo, il quale, alla fine non è che una forma sciocca, un po' insolita dalle nostra parti, di un banalissimo centro commerciale. Con tutto il suo corredo di 6mila veicoli al giorno, di rumori, di smog, di polveri sottili, di sprechi di energia, di pesti di ogni genere. Ma di questo hanno già scritto in modo molto arguto ed opportuno il reietto velocipedista di Ligornetto Adrian Ruckstuhl, Roberto Canova di Vacallo ed altri. Ascoltiamoli.

P.s.:
A proposito, quando vedremo un centro commerciale a forma di poltrona dedicato esclusivamente agli anziani? Credo che non lo vedremo mai. La gran parte degli anziani non ha molto da scialare oltre la modesta spesa quotidiana e poi molti non hanno la macchina e poi sono parsimoniosi e poi… le pensioni come andranno a finire ?

Pubblicato il

19.01.2007 13:00
Tita Carloni