Il libero mercato presenta il conto

Gli aumenti delle bollette dell’energia variano molto a seconda della società che la distribuisce nelle nostre case. Scopriamo il perché

Il prezzo stellare dell’energia viene spiegato con la concomitanza di due fattori: lo spegnimento della metà dei reattori francesi per motivi di sicurezza e la chiusura dei rubinetti del gas russo.Ma se in Svizzera l’anno passato, stando alla statistica pubblicata dall’Ufficio federale dell’energia, l’80% dell’elettricità consumata era rinnovabile (68% idroelettrico e circa 11% da fotovoltaico, eolico, biomassa e piccolo idroelettrico), poco più del 18% nucleare e solo uno scarso 2% fossile, come mai i prezzi dell'elettricità stanno aumentando? E perché i cittadini di Zurigo non si vedranno aumentare la bolletta energetica mentre a Lugano crescerà di un terzo?


Iniziamo col rispondere sul ruolo del gas russo nel consumo energetico svizzero. «È vero che nella media annuale in Svizzera, l’influenza del gas nel consumo di elettricità risulta minimo» spiega ad area Michela Sormani responsabile del Centro di coordinamento di SvizzeraEnergia per la Svizzera di lingua italiana. «Di regola la Svizzera esporta elettricità in estate e ne importa in inverno. In inverno infatti, da un lato consumiamo più elettricità per illuminazione e riscaldamento, dall'altro ne produciamo meno perché il soleggiamento è inferiore e parte dell'acqua che potrebbe essere utilizzata per l'energia idroelettrica non è disponibile, trovandosi sotto forma di neve e ghiaccio». A causa del lungo periodo di siccità di quest'anno, le riserve dei bacini idrici sono inoltre più basse del solito, mentre l'aumento dei prezzzi e la situazione internazionale ostacolano le importazioni di elettricità verso il nostro Paese, prosegue Sormani, aggiungendo che: «per ridurre la dipendenza dall'importazione di elettricità invernale, fra gli obiettivi nazionali vi è anche quello di aumentare la produzione di elettricità rinnovabile durante l'inverno, ad esempio attraverso la realizzazione di impianti eolici, che producono maggiormente durante la stagione fredda, e l'installazione di impianti solari integrati con una pendenza di almeno 75 gradi, che dal primo gennaio di quest'anno ricevono un bonus aggiuntivo sull'incentivo federale». Secondo l'esperta, l'efficienzia e l'uso parsimonioso delle risorse energetiche e naturali resta sempre fondamentale. «Per questola Confederazione ha lanciato a fine agosto la campagna "Zero-spreco" che offre un'ampia gamma di utili consigli per risparmiare energia a casa, nei servizi e nelle industrie» conclude Sormani.

 

Riassumendo, la Svizzera esporta l’eccesso di energia rinnovabile autoprodotta in estate e importa d’inverno elettricità in parte prodotta dal fossile, di cui una parte in gas, la cui penuria influisce sul prezzo dell'elettricità. Il rincaro però è dovuto a un altro fattore: il libero mercato energetico dominato dalla finanza speculativa. Il prezzo del gas in Europa viene stabilito alla borsa di Amsterdam dove vengono contrattate le forniture energetiche. Il prezzo si fissa oggi per consegne che avverranno dopo mesi. Speculando sul fatto che l’offerta di gas d’inverno sarà poca, il prezzo è schizzato alle stelle. Era già esploso ancor prima che Putin spegnesse i rubinetti di Gazprom. Lo scorso 26 agosto aveva raggiunto il costo record di 339 euro per megawattora, mentre l’anno prima ammontava a 27 euro. Ciò non ha nulla a che vedere con la produzione materiale di energia, è una scommessa sul futuro in un gioco dove pochi soggetti guadagnano tanti soldi.

Zurigo zero, Lugano più 30%
Perché ci sono così tante differenze in Svizzera negli aumenti delle bollette? Qui entra in gioco ancora la liberalizzazione del mercato dell’energia introdotta in Svizzera nel 2009. I cittadini pagano l’energia a una delle 630 imprese di distribuzione presenti in Svizzera, quali le ticinesi Ail, Amb, Aim o Ses. Queste ultime, producendo energia in lievi quantità, l’acquistano sul mercato libero. Lo stesso fa l’azienda cantonale Aet, la cui produzione propria di energia e delle sue partecipate supera di poco il 22% del totale che gestisce. Il prezzo d’acquisto è influenzato da quello scambiato alla borsa di Amsterdam del gas. Sintetizzando, sul libero mercato si hanno due opzioni per acquistare energia. O siglando contratti sul lungo termine (solitamente triennali o quinquennali) o speculando di azzeccare il prezzo buono al momento dell’acquisto con contratti a corto termine. Ed è qui che è cascato l’asino.


Per alcuni anni, a chi speculava sul corto termine è andata generalmente bene. Oggi paga un conto salatissimo. A determinare l’aumento della bolletta del cittadino è la parte acquistata a breve termine.


Ma vi è un’altra differenza che spiega le diverse bollette del paese. Prendiamo il caso degli abitanti di Zurigo e Lugano. I primi non avranno nessun aumento mentre ai luganesi la bolletta crescerà di un terzo. Avendo autorizzato in votazione popolare per ben undici volte la società elettrica cittadina ad investire nella produzione d’energia, in particolare nell’idroelettrico nei Grigioni, i cittadini zurighesi hanno visto giusto. «Poiché Ewz dispone di un numero sufficiente di centrali idroelettriche ed eoliche proprie e di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, la tariffa rimarrà stabile nel 2023 per i clienti della città di Zurigo e delle aree dei Grigioni rifornite direttamente da Ewz» spiega la società pubblica zurighese. Ail invece ne produce poca di energia e dunque l’aumento corrisponde a un terzo. Senza dimenticare l’aumento del 40% del gas usato per scaldare le case, applicato da Ail dal 1° ottobre.

La Confederazione che fa?
Dopo aver sostenuto a spada tratta la corrente neoliberista del meno Stato, delle liberalizzazioni e degli sgravi fiscali, ora le associazioni economiche tirano tutte la giacchetta al governo. Il Consiglio federale per ora si è limitato a invocare la responsabilità individuale dei cittadini, dispensando consigli di buonsenso su come risparmiare energia per arrivare al 15% di minor consumo che eviterebbe misure più drastiche, vedi tagli della corrente elettrica o del gas.

 

Il governo ha pure concesso crediti di 10 miliardi alle tre grandi società energetiche al fine di garantire l’approvvigionamento. Delle misure attuate in altri paesi, per ora non se ne parla nemmeno. La Francia ad esempio ha introdotto un tetto massimo di aumento del prezzo dell’energia del 4%. O meglio detto, l’ha prolungato. Il provvedimento era già stato introdotto a fine estate dello scorso anno, quando il libero mercato energetico dava già segni di squilibrio.


Si ricorderà che pure il capo dipartimento dell’energia, il consigliere federale Guy Parmelin, a metà ottobre aveva lanciato allarmi sul rischio di penuria energetica in Svizzera. Allora il problema era dato dai mancati accordi con l’Ue che avrebbero potuto portare a un’esclusione della Svizzera dal mercato europeo, sommato al progressivo spegnimento delle centrali nucleari elvetiche. Qualche mese dopo, l’invasione russa in Ucraina ha accelerato le condizioni della tempesta energetica perfetta.


Ora nel dibattito politico si è accesa la polemica sulla politica energetica. L’Udc è arrivata ad accusare la “dittatura rosso-verde” di aver portato alla crisi energetica, proponendo di costruire nuove centrali nucleari. Ipotesi scartata perfino dai dirigenti delle centrali nucleari attuali, in ragione dei tempi lunghi (oltre 30 anni) e dai costi insostenibili. La maggioranza dei partiti, con sfumature molto diverse, vorrebbe imprimere una netta accelerazione alle energie rinnovabili, anche a costo di sacrificare norme a difesa del paesaggio. Ciò garantirebbe in tempi rapidi un’energia pulita senza più dipendenza dall’estero. Sarà la volta buona per la questione climatica?

Pubblicato il

15.09.2022 14:34
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