La testimonianza
«Dopo quella notte a noi sono rimaste rabbia, dolore e desiderio di giustizia»
La società greca non è mai stata così unita e anche la diaspora ellenica si è fatta sentire per chiedere verità e giustizia. A Zurigo, oltre 500 persone si sono ritrovate lo scorso 1° marzo sul Ponte della Rathaus per solidarizzare con le proteste nazionali. Tra gli organizzatori, era presente anche Sokratis Bozo, cittadino greco residente in Svizzera dal 2019, che ha perso il padre Pavlini nell’incidente:
Signor Bozo, perché suo padre si trovava su quel treno la notte del 28 febbraio 2023?
Mio padre lavorava su quel treno. Nel 2015 è stato assunto nei servizi di ristorazione sui treni. La tratta che percorreva di più era proprio quella tra Salonicco e Atene. Amava il suo lavoro ed era molto apprezzato dai colleghi per la sua correttezza e la sua calma. Quando ho sentito dell’incidente ho pensato subito a mio padre e ho cercato di rintracciarlo subito tramite il cellulare, che risultava sempre spento. Da quel momento è cominciato l’incubo. Ho preso il primo aereo dalla Svizzera per Salonicco e mi sono recato sul luogo della tragedia con mio fratello. Quello che abbiamo visto di persona non può essere descritto a parole. Il vagone ristorante dove lavorava era la seconda carrozza dietro la motrice, dove l'impatto è stato ancora più forte e fatale. Dopo quella notte a noi sono rimaste rabbia, dolore e desiderio di giustizia.
L’incidente ferroviario ha dell’incredibile per un Paese moderno. Quali sono i problemi delle ferrovie greche?
Era noto che i sistemi di sicurezza non funzionassero. La tragedia ferroviaria non si sarebbe mai verificata se il progetto finanziato dall'Unione Europea per la ricostruzione e l'ammodernamento del sistema di segnalazione e controllo remoto della linea Atene-Salonicco fosse stato attuato dalle autorità greche. Si sapeva benissimo che i treni viaggiavano alla cieca e che era solo questione di tempo prima che questa strage colposa avvenisse. È incredibile pensare che nel 2023 due treni possano viaggiare per 12 minuti sullo stesso binario, uno di fronte all’altro, sull'asse ferroviaria principale del Paese, senza nessun sistema di sicurezza attivato per fermarli. Ogni tentativo di scaricare la colpa sull'errore umano è criminale.
Ci sono stati degli investimenti a seguito dell’incidente?
I problemi delle ferrovie greche non sono stati ancora risolti. Nel settembre 2023 è stato installato il sistema di sicurezza a controllo remoto, ma poi è arrivato il ciclone Daniel e da allora 100 km di linea sono rimasti senza dispositivi di sicurezza e i treni circolano ora su un solo binario. I treni viaggiano inoltre a velocità molto bassa per evitare altri incidenti. Quel che è peggio è che il Ministro dei Trasporti ha dichiarato che il ripristino della linea danneggiata avverrà soltanto nell'estate del 2026.
Quando avete capito voi familiari delle vittime che c’erano elementi davvero strani legati all’incidente?
Mentre noi parenti stavamo ancora seppellendo le nostre persone, le autorità si sono premurate di far portar via tutti i rottami dal luogo dell’incidente. Con questa operazione sono andate perse prove preziose che avrebbero aiutato a risolvere questo crimine. Ancora più spaventoso è il fatto che, insieme ai rottami, sono stati portati via resti umani, ritrovati poi in seguito.
La tesi relativa alla presenza di carburante illegale sul treno merci la convince?
Come dimostrato dalle perizie, sulla base dei campioni prelevati sul luogo dell’incidente, xilene e toluene sono stati riscontrati in sei punti diversi del luogo dell’incidente. Si tratta di una prova della presenza di un carico illegale di carburante sul treno merci che confuta le tesi sostenute all’inizio dalle analisi governative e da quelle commissionate dalla società Hellenic Train che sostenevano che l’incendio fosse dovuto al liquido refrigerante e a una serie di cortocircuiti.
Come familiari delle vittime quali azioni avete intrapreso?
Come parenti delle vittime abbiamo intentato una causa contro i responsabili di questo crimine, ma anche contro i responsabili della gestione delle prime ore dopo l'incidente. Al governo chiediamo trasparenza e di non interferire con le inchieste per arrivare alla verità. Chiediamo anche che ai responsabili politici sia revocata l’immunità parlamentare.