In evidenza

Cerca

Giustizia

«Il governo greco ha insabbiato le prove»

Un terribile incidente ferroviario, segno del degrado delle ferrovie greche, e le dinamiche poco chiare dell’accaduto scuotono da due anni tutta la Grecia. La popolazione è unita nel chiedere verità e giustizia. L’intervista con uno dei parenti delle vittime 

 

Un’ondata di proteste di massa ha scosso tutta la Grecia lo scorso mese. A provocarla è stato uno degli incidenti ferroviari più gravi della storia europee e il comportamento delle autorità a seguito dell’incidente. Ma procediamo con ordine: il 28 febbraio 2023 in Grecia è Carnevale. Un treno carico soprattutto di studenti reduci da grandi festeggiamenti ad Atene è in viaggio dalla capitale del Paese verso Salonicco. Problemi di ordine tecnico sulla linea lo costringono a soste prolungate e a un cambio di binario tre la città di Palaiofarsalos e Larissa. A Larissa, il treno è tornato sul binario consueto ma un dirigente del traffico ferroviario, per errore, lo rimanda sul binario dove normalmente viaggiano i convogli in direzione di Atene. La sicurezza della linea è tutta nelle mani dei dirigenti del traffico ferroviario che devono autorizzare ogni singolo spostamento da una stazione all’altra. Alle 23.21 il treno, con a bordo 340 passeggeri e 12 lavoratori in servizio, si schianta contro un treno merci a una velocità di oltre 150 km/h. Il sistema di sicurezza non è entrato in funzione perché non ancora attivato per questioni contrattuali e di mancato aggiornamento. Un sistema che attraverso la semaforizzazione della linea e sistemi di frenata da remoto avrebbe potuto evitare l’incidente. La storia è già fin qui incredibile: un incidente ferroviario così grave, con 57 vittime e moltissime persone ferite gravemente, verificatosi per la mancanza di sistemi di sicurezza considerati ormai standard in Europa, quantomeno sulle linee principali. Un incidente che coinvolge anche le ferrovie italiane: la società che gestisce la linea piuttosto vetusta, Hellenic train, infatti, è nelle mani di Trenitalia che è entrata nel mercato greco a partire dalla grave crisi economica che ha colpito la Grecia nel 2009.

 

Circostanze poco chiare

 

Quello che ha scatenato proteste e scioperi di massa, a due anni dall’incidente, è però qualcosa di ben più grave. Alcune circostanze dell’incidente non sono state davvero chiarite. Immagini dell’incidente, riprese da telecamere a circuito chiuso, hanno mostrato che l’impatto ha causato una palla di fuoco enorme e anomala. Un incendio che avrebbe causato il decesso di una parte delle persone sopravvissute allo schianto. Le autorità hanno giustificato il tutto parlando inizialmente di combustione dell’olio refrigerante, mentre controperizie, commissionate dai parenti delle vittime, indicano la presenza di diverse tonnellate di idrocarburi sul luogo dell’incidente. Presenza di carburante sospetto confermato anche da un rapporto dell’Organizzazione per le indagini sugli incidenti aerei e ferroviari in Grecia (Eodasaam). Un rapporto che ha confermato il decesso di alcune vittime a causa proprio dell’incendio e non dell’impatto. Il sospetto è che il treno merci trasportasse carburante di contrabbando, in particolare xilene, utilizzato dalle organizzazioni mafiose per adulterare i carburanti. Ma c’è ancora dell’altro: contro ogni standard procedurale, il governo in carica, subito dopo l’incidente, ha deciso di rimuovere tutte le carrozze, distruggendo così prove fondamentali. Inoltre, nelle prime fasi delle indagini, sono anche spariti i video del treno merci registrati da una società statale. Tutto questo lascia pensare a tentativi governativi di coprire qualcosa e qualcuno. Così la pensa la maggior parte della popolazione greca che non si è limitata all’indignazione ma ha riempito a più riprese le piazze del Paese. I parenti delle vittime e, insieme a loro, buona parte della popolazione, vogliono la verità e chiedono che i responsabili paghino per gli errori commessi.  

 

 

 

La testimonianza


«Dopo quella notte a noi sono rimaste rabbia, dolore e desiderio di giustizia»

 

La società greca non è mai stata così unita e anche la diaspora ellenica si è fatta sentire per chiedere verità e giustizia. A Zurigo, oltre 500 persone si sono ritrovate lo scorso 1° marzo sul Ponte della Rathaus per solidarizzare con le proteste nazionali. Tra gli organizzatori, era presente anche Sokratis Bozo, cittadino greco residente in Svizzera dal 2019, che ha perso il padre Pavlini nell’incidente:

 

Signor Bozo, perché suo padre si trovava su quel treno la notte del 28 febbraio 2023?

 

Mio padre lavorava su quel treno. Nel 2015 è stato assunto nei servizi di ristorazione sui treni. La tratta che percorreva di più era proprio quella tra Salonicco e Atene. Amava il suo lavoro ed era molto apprezzato dai colleghi per la sua correttezza e la sua calma. Quando ho sentito dell’incidente ho pensato subito a mio padre e ho cercato di rintracciarlo subito tramite il cellulare, che risultava sempre spento. Da quel momento è cominciato l’incubo. Ho preso il primo aereo dalla Svizzera per Salonicco e mi sono recato sul luogo della tragedia con mio fratello.  Quello che abbiamo visto di persona non può essere descritto a parole. Il vagone ristorante dove lavorava era la seconda carrozza dietro la motrice, dove l'impatto è stato ancora più forte e fatale. Dopo quella notte a noi sono rimaste rabbia, dolore e desiderio di giustizia.

 

L’incidente ferroviario ha dell’incredibile per un Paese moderno. Quali sono i problemi delle ferrovie greche?

 

Era noto che i sistemi di sicurezza non funzionassero. La tragedia ferroviaria non si sarebbe mai verificata se il progetto finanziato dall'Unione Europea per la ricostruzione e l'ammodernamento del sistema di segnalazione e controllo remoto della linea Atene-Salonicco fosse stato attuato dalle autorità greche. Si sapeva benissimo che i treni viaggiavano alla cieca e che era solo questione di tempo prima che questa strage colposa avvenisse. È incredibile pensare che nel 2023 due treni possano viaggiare per 12 minuti sullo stesso binario, uno di fronte all’altro, sull'asse ferroviaria principale del Paese, senza nessun sistema di sicurezza attivato per fermarli. Ogni tentativo di scaricare la colpa sull'errore umano è criminale.  

 

Ci sono stati degli investimenti a seguito dell’incidente?

 

I problemi delle ferrovie greche non sono stati ancora risolti. Nel settembre 2023 è stato installato il sistema di sicurezza a controllo remoto, ma poi è arrivato il ciclone Daniel e da allora 100 km di linea sono rimasti senza dispositivi di sicurezza e i treni circolano ora su un solo binario. I treni viaggiano inoltre a velocità molto bassa per evitare altri incidenti. Quel che è peggio è che il Ministro dei Trasporti ha dichiarato che il ripristino della linea danneggiata avverrà soltanto nell'estate del 2026.

 

Quando avete capito voi familiari delle vittime che c’erano elementi davvero strani legati all’incidente?

 

Mentre noi parenti stavamo ancora seppellendo le nostre persone, le autorità si sono premurate di far portar via tutti i rottami dal luogo dell’incidente. Con questa operazione sono andate perse prove preziose che avrebbero aiutato a risolvere questo crimine. Ancora più spaventoso è il fatto che, insieme ai rottami, sono stati portati via resti umani, ritrovati poi in seguito.

 

La tesi relativa alla presenza di carburante illegale sul treno merci la convince?

 

Come dimostrato dalle perizie, sulla base dei campioni prelevati sul luogo dell’incidente, xilene e toluene sono stati riscontrati in sei punti diversi del luogo dell’incidente. Si tratta di una prova della presenza di un carico illegale di carburante sul treno merci che confuta le tesi sostenute all’inizio dalle analisi governative e da quelle commissionate dalla società Hellenic Train che sostenevano che l’incendio fosse dovuto al liquido refrigerante e a una serie di cortocircuiti.

 

Come familiari delle vittime quali azioni avete intrapreso?

 

Come parenti delle vittime abbiamo intentato una causa contro i responsabili di questo crimine, ma anche contro i responsabili della gestione delle prime ore dopo l'incidente. Al governo chiediamo trasparenza e di non interferire con le inchieste per arrivare alla verità. Chiediamo anche che ai responsabili politici sia revocata l’immunità parlamentare.

 

Nella foto Sokratis Bozo, al microfono, durante la manifestazione di protesta del 1° marzo a Zurigo.

Pubblicato il

26.03.2025 16:20
Mattia Lento
Editore

Sindacato Unia

Direzione

Claudio Carrer

Redazione

Federica Bassi

Francesco Bonsaver

Raffaella Brignoni

Federico Franchini

Mattia Lento

Indirizzo
Redazione area
Via Canonica 3
CP 1344
CH-6901 Lugano
Contatto
info@areaonline.ch

Inserzioni pubblicitarie

Tariffe pubblicitarie

T. +4191 912 33 88
info@areaonline.ch

Abbonamenti

T. +4191 912 33 80
Formulario online

INFO

Su di noi

Iscrizione newsletter

Impressum

Privacy Policy

Cookies Policy