«Il giorno più importante»

La Festa della Liberazione italiana è una ricorrenza sentita anche in Svizzera: la parola ai militanti Unia

Quest’anno è un 25 aprile molto particolare. A 80 anni esatti dall’inizio della lotta partigiana contro il Nazifascismo, l’Italia si ritrova con uno dei governi più a destra dell’epoca repubblicana. Molti dei suoi esponenti o sostenitori faticano a riconoscersi o proprio non si riconoscono nei valori della Resistenza e della sua diretta emanazione: la Costituzione italiana. In questi ultimi anni le destre hanno tentato in diversi modi di riscrivere la Storia o di minimizzare i crimini nazifascisti attraverso dichiarazioni pubbliche, iniziative parlamentari – aiutate da un centro-sinistra a dir poco timido se non accondiscendente – o atti impensabili fino a pochi anni fa. A ridosso di questo 25 aprile le dichiarazioni di esponenti di spicco del centro-destra hanno chiaramente avuto l’intento di delegittimare questa giornata e, insieme ad essa, tutta la Resistenza.

 

In Svizzera buona parte della comunità italiana ha osservato tutto questo con preoccupazione, ma non ha smesso di celebrare il 25 aprile. Nelle principali città elvetiche si sono svolte o si svolgeranno manifestazioni per onorare la ricorrenza e organizzazioni come l’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi), con la sua sezione ginevrina, sono tornate di nuovo assai attive e popolari in questi ultimi anni. Anche all’interno di Unia non mancano militanti e iscritti molto legati a questa celebrazione. Ne abbiamo intervistati tre e a loro abbiamo chiesto anche alcuni consigli di visione e lettura a tema resistenziale perché la memoria si tiene viva anche attraverso la cultura.

 

Bella ciao

Per Alessandra Cesari, lavoratrice della ristorazione e militante della regione Unia di Zurigo-Sciaffusa, la Festa della Liberazione è una giornata «importantissima, da onorare anche qui in Svizzera». Cesari è infatti impegnata in prima linea nel Comitato 25 aprile di Zurigo. L’Emilia-Romagna, dove Cesari è cresciuta, è stata una delle zone più calde della Resistenza e fino a oggi i drammi di quel periodo sono sempre stati molto vivi nella memoria collettiva locale: «Moltissimi furono gli eccidi, gli arresti e le torture dei nazifascisti; questo perché molte persone della zona avevano scelto la lotta partigiana. Mio nonno era stato mandato come soldato in Germania, come quasi tutti i giovani di allora, e dopo l'8 settembre del 1943 fu fatto prigioniero e fu internato nei campi di prigionia tedeschi». Per Cesari il 25 aprile «rappresenta in primis il ricordo del grande sacrificio di donne e uomini che hanno lottato per la libertà».

 

Lei, che accanto al lavoro da cameriera svolge quello di divulgatrice cinematografica, è la persona giusta a cui chiedere qualche titolo di film sul tema: «Ho collaborato alla realizzazione di un documentario che racconta le donne della Resistenza intitolato La mia Bandiera. La Resistenza al femminile e presto porterò in Svizzera un film fortemente legato al 25 aprile: Bella ciao. Per la libertà, un documentario di Giulia Giapponesi che va alla ricerca delle origini della canzone partigiana più famosa, tradotta in decine di lingue e cantata un po’ in tutto il mondo, giungendo a delle conclusioni sorprendenti».     

 

Non è mai finito

Anche per Angela Siciliano, aiuto cuoca e militante Unia, il 25 aprile è giornata da onorare, «perché rimane il giorno più importante nella Storia italiana del Novecento: ha segnato sia la fine del regime fascista, sia l’uscita dell’Italia dalla guerra». Una fine del regime che però non ha coinciso con la fine del Fascismo tout court: «Questa ideologia non ha mai cessato di esistere ed è stata molto viva sin dai primi anni del dopoguerra. Oggi non va meglio: Meloni è figlia del Movimento sociale italiano, partito neofascista, e il Ministro Salvini non è da meno con il suo nazionalismo razzista».

 

Per Siciliano, il 25 aprile non è solo occasione di commemorazione, ma di lotta e azioni solidali: «In Italia ho sempre festeggiato il 25 Aprile con amici e compagni cercando di occuparmi di temi che hanno a che fare con il nostro presente». Per Siciliano attualizzare l’antifascismo significa soprattutto pensare a una società molto più aperta e solidale rispetto a quella di oggi. Angela per ricordare il 25 aprile sceglie un autore-attore di teatro, cinema e Tv molto apprezzato in Italia: «Consiglio di guardare Diari dell’Aprile 1945 di Ascanio Celestini, andato in onda su Rai storia, che ci riporta alla cronaca di quei giorni pieni di tensione ed emozioni. Tante volte i miei nonni e mio padre ci avevano raccontato storie legate alla guerra, al Fascismo e alla gioia sopravvenuta quando l’Italia fu liberata. Mi sono sentita figlia e nipote di quel racconto».

 

Il momento di resistere

Il 19 aprile 1945, pochi giorni prima della Liberazione, il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini, ai vertici del Comitato di Liberazione Nazionale, proclamava ai microfoni di Radio Milano Liberata l’insurrezione popolare contro il Nazifascismo. Per Mario Bertana, Presidente dell’Assemblea dei delegati Unia e militante di lunga data della regione Ticino, quella fu «una giornata importantissima, il momento in cui si è cominciato a ricostruire la democrazia e a ritrovare la dignità e la libertà come popolo».


Bertana ha sempre onorato la Festa della Liberazione: «In Italia ho sempre partecipato alle celebrazioni per il 25 Aprile: da bambino, ricordo, era sempre una grande festa nelle scuole e nei paesi; più tardi, ho festeggiato in rappresentanza di associazioni, della comunità montana e persino come sindaco del mio Comune, con la fascia tricolore al petto. Anche dopo il mio trasferimento, non ho mai festeggiato il 25 aprile in Svizzera, ma mi sono sempre recato in Italia, prendendo un giorno di vacanza come quest’anno. Se non fossi presente in questo giorno in Italia mi sentirei come se facessi uno sgarbo a coloro che hanno lottato, e in molti casi dato la vita, per permettermi di crescere in libertà e sotto la democrazia». Per avvicinarsi alla Resistenza, Bertana consiglia due romanzi, un grande classico e un’opera più recente dedicata al contributo femminile alla lotta partigiana: «Mi sento di consigliare Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino e Il coraggio della signora maestra di Renzo Bistolfi».

 

 

A Basilea si festeggia il 30 aprile

Diverse associazioni di Basilea organizzano una Festa della Liberazione posticipata. Al centro della commemorazione ci sarà il ricordo di Enrico Pieri che nel 1944, ancora bambino, fu testimone della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema, nella quale furono sterminate 560 persone, tra cui la famiglia di Pieri. Pieri, morto nel 2021, era emigrato in Svizzera negli anni Cinquanta ed è sempre stato attivo politicamente e sindacalmente. La manifestazione si svolgerà presso il Quartiertreffpunkt Rosental/Erlenmatt a Erlkönigweg 30, 4058, Basilea a partire dalle ore 10.30. Per ulteriori informazioni e per prenotare il pranzo delle ore 13: info@pomodorissimo.ch

Pubblicato il

24.04.2023 17:49
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