«Un rullo compressore», lo definiscono alcuni, il «gigante verde», lo chiamano altri. Daniel Brélaz, primo sindaco ecologista eletto in una grande città svizzera, a Losanna, è l’uno e l’altro: un instancabile professionista e un politico dalla statura imponente. Qualcuno potrebbe contestare il facile gioco di parole: il neo eletto, 51 anni, possiede – è vero – una corporatura da gigante buono, ma sono l’eccezionale fiuto politico e le doti di lavoratore serio e competente, che gli riconoscono anche i più agguerriti avversari, a fare di lui il più popolare e stimato cittadino di Losanna. Non è ancora entrato in carica, Daniel Brélaz, ma ha già in mente cosa farà quando rivestirà la fascia di sindaco: «Continuerò – dice ad «area» – la mia campagna contro la liberalizzazione del mercato dell’elettricità. Un mercato che non si può certo dare in mano all’economia privata». Quella dell’elettricità è una battaglia che il neo sindaco conduce da tre anni circa. Una lotta in primissima linea per il direttore dei servizi industriali losannesi, che è considerato come uno dei maggiori esperti del settore: «Un mercato dell’elettricità libero è incompatibile con i criteri di approvvigionamento dell’energia per tutti, in modo sicuro ed efficiente». Daniel Brélaz dice che toglierà con dispiacere il girasole – emblema internazionale dei verdi – che portava all’occhiello nella fase finale della campagna elettorale : «Non posso recarmi tutti i giorni al lavoro con un fiore di 200 grammi appeso alla boutonnière, ma lo porto nel cuore». Il popolare neo sindaco è un ecologista della prima ora, avvezzo ai record e alle performances politiche. Nel 1979, quando Daniel Cohn-Bendit cercava ancora la sua vocazione, Daniel Brélaz forzava le porte del Consiglio nazionale, diventando il primo «Verde» eletto in un parlamento europeo. Dieci anni dopo, nel 1989, il gigante verde abbandona la poltrona di deputato nazionale, «per occupare un posto nell’esecutivo della mia città». In quell’anno Losanna viene espugnata dalla coalizione rosso-rosa-verde che occupa tuttora i banchi della maggioranza, sia all’esecutivo municipale che al consiglio comunale. Una maggioranza che quest’anno si è ridotta quasi al lumicino al parlamento cittadino, con 55 seggi su 100, mentre solo 93 voti di scarto hanno permesso alla coalizione di sinistra di ottenere quattro poltrone su sette al governo. Una flessione dei consensi che non allarma l’esponente dei Verdi: «Gli ecologisti sono in netta progressione in tutto il paese. Domani saranno la locomotiva della sinistra». La vittoria nettissima di Daniel Brélaz, che ha collezionato quasi il doppio dei voti dell’antagonista radicale, Doris Cohen-Dumani, ha ridato lustro allo schieramento rosso-rosa-verde, in vistoso calo rispetto alla precedente tornata elettorale. Oltre alla missione di «coordinatore super partes», come piace definirsi, l’esponente dei Verdi è consapevole di avere una grossa responsabilità politica. Dalla buona o cattiva gestione degli affari cittadini dipenderanno anche le sorti della sinistra losannese che sente sul collo il fiato grosso della destra, sospinta dal vento romando dell’Udc di stampo blocheriano. Alle elezioni municipali vodesi, il partito dell’Unione democratica di centro ha spopolato sul piano cantonale ottenendo un numero di seggi superiore ai candidati in lizza, con un incremento di 33 poltrone (!), ripartite tra Losanna, Nyon, Vevey, Montreux, e La Tour-de-Peliz. Nel Canton Vaud, l’Udc è presente da ottant’anni, conta oggi 14 seggi al Gran Consiglio e uno al Consiglio di Stato. Non sono in pochi oggi a spiegare l’impressionante progressione dell’Udc con il vecchio arnese della «prossimità». Un approccio della politica – quello del contatto costante e rinnovato con i cittadini-elettori – che costituì la fortuna del sindaco Jean-Pascal Delamuraz, prima ancora del ministro Delamuraz, e che sembra essere il vero fiore all’occhiello di Daniel Brélaz. In trent’anni di carriera politica il neo sindaco non ha mai perso la fibra del militante di base che cerca in strada, tra i cittadini, le ragioni di fare politica.

Pubblicato il 

30.11.01

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