Dumping salariale e sociale. Esiste o no? Per il sindacato Unia non ci sono dubbi: «esiste eccome e ha radici profonde in Ticino e questo ben prima della libera circolazione delle persone». Ma finora le autorità cantonali non si sono pronunciate. Dopo 7 mesi dal fatidico 1o giugno non è stato ancora discusso alcun caso dalla Commissione Tripartita. Perché? Partiamo da un dato sicuro: Mariella* ha 20 anni, di mestiere fa l’operaia non qualificata e guadagna 11 franchi lordi all’ora. Ha appena finito il turno di lavoro mattutino, ha passato 8 ore ad assemblare casse di orologi per il gigante Swatch “delocalizzato” sempre più in Ticino (vedi articolo sotto). Si è alzata prima delle 5 del mattino per arrivare in tempo in ditta, fa la frontaliera. Stacca alle 14 e dopo 2 anni di lavoro per la medesima impresa orologiera del Mendrisiotto è arrivata agli 11 franchi lordi all’ora. La domanda è semplice: si tratta di una situazione di dumping salariale e sociale? La risposta, dopo il 1° giugno dell’anno scorso, spetta alla Commissione Tripartita cantonale che rappresenta il nocciolo duro delle misure di accompagnamento istituite per vegliare sul mercato del lavoro indigeno oramai liberalizzato. Non esiste, infatti, più alcuna restrizione per l’entrata di lavoratori dell’Unione europea. Non c’è più il contingentamento della manodopera estera e sono stati aboliti i controlli preventivi sui salari. Ma ripartiamo dalla nostra domanda. Quegli 11 franchi lordi all’ora di Mariella rappresentano un abuso? Sono una pressione illecita sui salari dovuta alla libera circolazione delle persone? Fino alla metà dell’anno scorso la risposta era chiara per il primo quesito. La discussa Commissione salari d’uso nella sua riunione annuale decideva di fatto gli stipendi minimi per i settori non coperti da contratto collettivo di lavoro (oltre la metà dei salariati in Svizzera lavora senza Ccl). Sotto una certa cifra le imprese non potevano andare poiché non sarebbe stato loro concesso il permesso di adoperare manodopera estera. La Commissione si è comunque riunita una decina di giorni fa anche se la tabella coi salari minimi per settore non vale più per i lavoratori Ue poiché gli accordi bilaterali non la prevedono. I salari minimi – “d’uso” – previsti nella tabella non valgono quindi neppure più per i 40 mila frontalieri che varcano il confine ogni giorno per lavorare in Ticino, Mariella compresa. I salari d’uso sono stati tuttavia stabiliti anche per il 2005 (hanno ancora una valenza legale per i lavoratori extraeuropei) anche se attraverso una mozione parlamentare presentata martedì i deputati socialisti Marina Carobbio e Saverio Lurati ne hanno chiesto l’abolizione (vedi articolo sotto). Ma torniamo al nostro caso e leggiamo dalle righe della tabella: per le donne sopra ai 19 anni il minimo dovrebbe essere 12 franchi e 15 centesimi lordi all’ora per 40 ore settimanali di lavoro. Mariella, se fossero ancora in vigore i salari d’uso, sarebbe illegalmente sottopagata. L’abuso ci sarebbe stato fino al 1° giugno 2003. E oggi? La cosa qui si fa complicata, poiché la procedura è cambiata e decretare l’abuso non è facile. Spieghiamoci meglio. Caduta la tabella dei salari d’uso il canton Ticino, uno dei pochi insieme a Ginevra e Basilea, si è adoperato per rendere operativo un “Osservatorio del lavoro” (O-lav). Il mandato è stato assegnato all’Istituto di ricerche economiche (Ire) che ha il compito di “monitorare” il mercato indigeno in questa delicata fase di apertura. «Diciamolo chiaramente. Noi non determiniamo dei salari d’uso e neppure delle retribuzioni minime per settore. Non abbiamo dati sufficienti per fissare un minimo settoriale, lavoriamo sulle caratteristiche professionali della persona – ci ha detto il ricercatore dell’Ire Siegfried Alberton –. Il nostro mandato in materia di salari è quello di fornire degli strumenti tecnici che servono alla Commissione Tripartita per decidere se vi sono abusi o meno». Gli strumenti tecnici consistono in un programma informatico – «già operativo» e oggetto di discussione anche nella riunione di venerdì scorso della Tripartita – che è in grado di segnalare se una paga corrisposta al lavoratore è «anomala» o meno per rapporto alla media dei salari, in questo caso ci potrebbe essere dumping ma non è ancora detta l’ultima parola (vedi box a lato). Ma ritorniamo nuovamente al principio: Mariella è sottopagata? Attualmente in Ticino ci sono 5 ispettori del lavoro che hanno l’arduo compito di controllare i nuovi entrati, sia nei settori coperti da Ccl che in quelli sprovvisti di minimi salariali. Nei primi sei mesi di libera circolazione – da giugno fino a dicembre 2003 – vi sono state 3’725 notifiche per impieghi di breve durata (sotto ai 90 giorni, vedi grafico) e 3’625 domande nuove domande di permesso per frontalieri in Ticino. Tramite i controlli dell’ispettore si dovrebbe essere in grado di verificare se esiste una situazione di dumping salariale ma anche sociale. Non basta quindi sapere quanto guadagna Mariella ma bisogna verificare la sua età, la formazione, l’orario di lavoro, ecc. Non è quindi sufficiente sapere che ha uno stipendio lordo di 1’760 franchi al mese in un settore non coperto da Ccl. A questo punto se l’ispettore pensa che vi è abuso l’incarto prosegue e va all’Ispettorato del lavoro. È un salario “anomalo”? La risposta viene dal modello elaborato dall’Ire che tiene conto, come detto, delle caratteristiche della lavoratrice. «Noi stimiamo l’intervallo entro il quale dovrebbe situarsi lo stipendio della lavoratrice in questione – spiega Alberton –. Se si accendono delle lampadine avvertiamo l’autorità. In un tempo breve saranno gli ispettori stessi che potranno inserire i dati nel modello». Supponiamo che per Mariella la lampadina si sia accesa (in realtà nessun ispettore l’ha mai contattata). A questo punto non si può ancora urlare allo scandalo. La legge federale parla infatti di “abuso” solo qualora questo sia «grave e ripetuto». Una paga di 11 franchi all’ora è un abuso “grave e ripetuto”? L’interpretazione spetta infine alla Tripartita. La Commissione ticinese, all’avanguardia come riconosciuto da molti per rapporto al resto della maggior parte degli altri Cantoni (vedi Tripartita di Zurigo nel numero scorso di area), non si è però finora pronunciata su alcun caso concreto. Il modello di verifica di abusi dell’Ire è stato sollecitato solo poche decine di volte – come ci è stato confermato dai ricercatori – e fino ad oggi le “lampadine” non si sono ancora accese. E Mariella? I suoi 11 franchi all’ora lordi sono un abuso o no? Oggigiorno per lei non c’è risposta. * il nome è di fantasia ma il caso è reale

Pubblicato il 

04.02.05

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