È indubbio. Gli ultimi quindici anni sono stati marcati da un netto giro di vite nella politica migratoria, in Svizzera, come in Europa diventata una vera e propria fortezza sempre più difficile da espugnare per chi non ha mezzi. L’aumento dei «sans papiers», ossia dei clandestini, è legata a questa tendenza restrittiva che spinge nell’illegalità i lavoratori. «Oggi diversi milioni di donne e uomini – spiegano il «Forum civique européen», il «Movimento di sostegno ai sans papiers» e i «Collettivi dei sans papiers» – vivono e lavorano in Europa privati dei diritti più elementari. Malgrado la fragilità del loro statuto, in diversi paesi questi nuovi schiavi hanno avuto il coraggio di denunciare la loro situazione e la realtà delle cose organizzandosi collettivamente». I clandestini, che non sono uomini e donne senza volto, rivendicano a gran voce il diritto di avere dei diritti, il diritto ad una vita legale. Lo scopo dell’incontro a livello europeo, in calendario il 18 e il 19 maggio, è quello di confrontare le diverse esperienze: quelle degli stessi «sans papiers» e quelli dei movimenti di solidarietà. L’idea è che da questo scambio possa nascere una collaborazione più stretta che porti poi alla realizzazione di una rete tra i diversi movimenti attivi in Europa. Del resto molte rivendicazioni, le principali, sono simili, per cui l’obiettivo di portare avanti delle lotte comuni è più che ragionevole. Lo sviluppo di strategie comuni, che sappiano coniugare similitudini e differenze, resta naturalmente prioritario. L’incontro – a cui prenderanno parte dei rappresentanti in provenienza dalla Francia, dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Grecia, dai Paesi Bassi e dal Belgio – prevede diversi momenti, tra cui dei laboratori di discussione sulla condizione di «sans papiers» e tutto ciò che essa comporta. Nella misura del possibile prenderanno parte alla discussione anche i «sans papiers» e quasi certamente anche degli ex «sans papiers» che hanno ottenuto i permessi necessari alla loro legalizzazione. e che quindi possono portare un’importante testimonianza a chi ancora lotta per regolarizzare la sua situazione. Anche se, è questo non va dimenticato, l’obiettivo dei movimenti di lotta è la regolarizzazione collettiva dei «sans papiers». L’unica via per combattere le discriminazioni tra donne e uomini già penalizzati perché costretti a vivere nell’ombra e nella paura.

Pubblicato il 

03.05.02

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