Il diritto alla disobbedienza civile

L’assoluzione totale o parziale degli zadisti di Mormont (Vaud) dimostra che la disobbedienza civile è un approccio la cui legittimità è gradualmente riconosciuta dai tribunali.


L’ultimo rapporto dell’Ipcc non lascia spazio a dubbi. Il cambiamento climatico sta accelerando a un ritmo allarmante e minaccia direttamente le nostre condizioni di vita sulla terra. Si punta in particolare il dito sulle emissioni di gas a effetto serra legate alle attività umane. Di fronte al prevalere degli interessi economici e all’inazione politica delle autorità, le giovani generazioni stanno agendo, dimostrando di essere i veri pilastri dell’azione per il clima. Nell’ottobre 2021, gli attivisti ambientali hanno occupato il sito della collina di Mormont per impedire l’ampliamento della cava di cemento della multinazionale Holcim – di gran lunga il più grande emettitore di CO₂ in Svizzera. Gli attivisti rischiavano il carcere per la loro azione pacifica, ma la Corte ha riconosciuto la legittimità del loro gesto, pronunciando un’assoluzione totale o parziale.


Questa decisione è importante perché equivale al riconoscimento giuridico dell’emergenza climatica. I politici dovrebbero farsi ispirare e accogliere il contributo di questi giovani alla lotta contro il riscaldamento globale. L’accaduto dimostra anche il valore di diversi metodi di protesta e sensibilizzazione pacifici: la disobbedienza civile ne è parte integrante. Chiunque la pratichi in difesa dell’ambiente dovrebbe essere protetto e non punito.


Ricorrere alla disobbedienza civile è un segno di stanchezza nei confronti della lentezza dei governi e dei metodi di protesta tradizionali, dimostratisi inefficaci. Dovremmo essere contenti che i giovani prendano la crisi climatica per le corna, lottando per un mondo che non sfrutti le persone e la natura, “Né qui, né altrove!”.


Questo risultato relativamente favorevole per gli zadisti di Mormont può incoraggiare altre iniziative per la promozione di un cambiamento concreto nella politica climatica. Tuttavia, quando ogni grammo di CO₂ rilasciato nell’atmosfera peggiora ulteriormente la situazione, abbiamo bisogno che i governi intraprendano azioni concrete per rispettare gli impegni presi per affrontare la crisi climatica. Perché non ispirarsi al coraggio dei giovani attivisti ambientali per prendere le decisioni giuste? E impegnarsi con loro invece di reprimerli e stigmatizzarli? Un mondo che non distrugga il pianeta è possibile. Costruiamolo insieme!

Pubblicato il

09.03.2022 10:55
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