Il contratto dell'edilizia è a tetto

150 franchi d'aumento e nessuna settimana da 58 ore. La mobilitazione operaia ha influito sul risultato finale.

La Convenzione nazionale mantello (Cnm) dell’edilizia principale che determina i rapporti di lavoro di novantamila lavoratori è garantita per i prossimi quattro anni. L’accordo tra sindacati e delegazione padronale è stato raggiunto nella notte di ieri, «dopo intense discussioni» precisano fonti sindacali.

 

Nel concreto, pare certo che le mobilitazioni degli edili nelle varie regioni del Paese, abbiano influito sull’esito delle trattative. La richiesta padronale di annualizzare il tempo di lavoro, abolendo i calendari mensili, è stata cancellata. Non ci saranno settimane da 58 ore lavorative, come auspicato dal presidente della Società Svizzera degli impresari costruttori Gianluca Lardi. La flessibilità resterà sostanzialmente invariata al sistema già in vigore. Scongiurato dunque il pericolo di vuoto contrattuale più volte ventilato dall’associazione padronale qualora non si fosse raggiunto un accordo a loro gradito, vedi flessibilità sempre più estrema. In secondo luogo, ci saranno degli aumenti di salario.

 

Dal primo gennaio del prossimo anno, gli edili avranno una busta paga più pesante di 150 franchi, l’equivalente del 3% di uno stipendio di 5mila franchi. In rialzo di cento franchi anche i salari minimi delle varie categorie. Implicitamente significa che la volontà di cancellare le qualifiche di categoria propugnata dal padronato a inizio trattative, soprattutto per i lavoratori più anziani, è stata ritirata. Un gruppo di lavoro congiunto è stato incaricato di presentare entro metà 2024 delle possibili risposte ai temi della protezione della salute, del tempo di lavoro e trasferte, dei miglioramenti per i lavoratori anziani, la formazione professionale e la promozione del mestiere.

 

La notizia dell’accordo sul Cnm supera i confini professionali dell’edilizia. Ad essere toccati da vicino, gli oltre 210 attivi nell’artigianato legato alla costruzione. Si pensi a quanto abbia pesato la conquista del prepensionamento nell’edilizia principale nella sua diffusione in diverse professioni artigianali. Indirettamente invece, il peso della Cnm ha un valore di società. Considerato il contratto faro in Svizzera, il suo contenuto ha una portata d’interesse generale per tutti i salariati in Svizzera.

 

La parola fine all’accordo raggiunto non è stata ancora scritta. Toccherà alle conferenze professionali sindacali (10 dicembre) e assemblea padronale (13 gennaio) decidere se ratificare l’accordo, come auspicato da entrambe le delegazioni del tavolo negoziale.  

Pubblicato il

29.11.2022 16:07
Francesco Bonsaver