Perché una donna a tutti i costi? Non sono pochi i commentatori (e quasi tutti maschi, invero) a cui è andata la mosca al naso quando il Partito socialista svizzero, nella scelta del dopo Dreifuss, ha voluto subito e chiaramente puntare sulle candidature femminili. E perché mai avrebbe dovuto fare il contrario? Perché mai stupirsi della volontà di presentare una donna per la successione di Ruth Dreifuss? Bene ha fatto il Ps a perseguire con caparbietà la scelta femminile. Bene fa il Ps a difendere le sue priorità nel campo della parità tra i sessi. Una parità che passa inevitabilmente, ma per questione di giustizia e di equità, da una linea senza compromessi nella quale gli uomini, molti uomini, leggono un fattore discriminante. Rispetto ai rospi schifosi che le donne hanno dovuto ingoiare, e che ingoiano ancora, è ben poca cosa. Non vedo davvero per quale motivo le donne che hanno conquistato, spesso con fatica, uno spazio pubblico di primo piano debbano cedere il passo agli uomini. In virtù di che cosa, se ancora adesso le donne sono ampiamente discriminate in molti settori della vita pubblica e privata? In virtù forse della tanto declamata competenza? Quante storie, e quante storie di discriminazione, visto che quando si tratta di uomini i criteri della competenza diventano così labili tanto da essere invisibili. Insomma, per dirla in parole molto povere, nessuno si pone un problema quando si tratta di votare un uomo tra e come tanti; alle donne, invece, si chiede praticamente di essere perfette e, possibilmente, anche belle. Malgrado qualche passetto avanti, la strada verso la parità resta ancora tutta in salita. Certo, non è una novità, perché è sempre stata tutta in salita. Ma oggi ho l’impressione che gli ostacoli siano molto più subdoli; raggiunta la parità a livello legale (ma non basta per sentirsi la coscienza a posto), è la sua applicazione nella realtà di tutti i giorni a fare drammaticamente difetto. La solidarietà maschile (quella femminile merita un discorso a parte) è, inoltre, meno generosa. Molti uomini che solo fino a qualche anno fa si erano schierati con l’altra metà del cielo, oggi ritengono di avere fatto abbastanza. Se le donne vogliono di più (ma che cosa diavolo vogliono ancora ‘ste donne…) beh si arrangino! Ma perché mai le donne si dovrebbero accontentare di quanto hanno mentre gli uomini si prendono regolarmente il diritto di oltrepassare tutti quei confini che limitano la loro libertà di essere e di agire? E se le donne se lo prendessero tutto, il cielo? Perché non tentare. Ci vorrà qualche annetto, ma pensare “in grande” è l’unico modo per non soffocare nei confini dentro i quali ci vorrebbero in molti.

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29.11.02

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