Il cane e le pulci

Non c'è dubbio che Laura Sadis nel governo ticinese è preferibile a Marina Masoni. Annate intere di area stanno lì a dimostrare che la direttrice dimezzata del Dfe è molto più lontana dalla nostra cultura politica che la sua sfidante. Ma è davvero «scarsamente responsabile e miope», come ci accusa di essere Dick Marty in un suo articolo su La Regione del 23 marzo, dire anche che pochi sono stati in questa campagna elettorale gli argomenti con i quali Sadis s'è distanziata da Masoni e che neppure i radicali possono presentarsi alle elezioni vergini di scandali? Perché mai dovremmo unirci al coro lamentoso dei "vota Laura", infilandoci in una deprimente guerra per bande preelettorale che in alcuni momenti ha trascinato davvero molto in basso il livello del dibattito politico?
Se Sadis è stata convincente, domenica raccoglierà i frutti del suo impegno. Ma sta in primo luogo ai liberali-radicali risolvere il loro problema. Sono loro che nel 1995 hanno trionfalmente portato Masoni in governo, sono loro che l'hanno seguita come un guru imponendoci le sue politiche squinternate, ora sta a loro disfarsene se la reputano un personaggio ormai impresentabile. Imparino finalmente a fare le pulizie in casa. E tuttavia non ci illudiamo troppo che, se Masoni dovesse restare fuori dal governo, la destra tirerà i remi in barca. D'accordo, senza Masoni il Consiglio di Stato lavorerà certamente con più armonia e, forse, con meno ideologia, come del resto ha già fatto dal fiscogate in poi. Non si dimentichi però che fino ad un anno fa tutto il governo tranne la socialista Patrizia Pesenti stava sistematicamente con l'oggi aborrita Masoni. E che per 11 lunghi anni la maggioranza di destra del parlamento, compresi gli eroici radicali, ha sostenuto a spada tratta ogni proposta di Masoni. In mancanza di Masoni c'è da credere che la destra troverà ben presto altri cavalli da cavalcare. Un vero cambiamento in Ticino sarà dunque possibile soltanto se i socialisti in governo saranno due e se la sinistra in parlamento si rafforzerà in maniera sensibile. Tutto il resto è cosmesi o poco più.
Marty invece va in caccia anche dei voti dell'elettorato di sinistra, sostenendo che «lo scontro fra le due candidate liberali non è una vicenda interna di un solo partito. Si tratta di una scelta fondamentale che condizionerà l'avvenire del Paese e che non può lasciare nessuno indifferenti». Torna dunque l'immagine del partito egemone, il Plr che è il Ticino, quasi che questo cantone stesse e cadesse con lo stare e il cadere di quello che un tempo fu "il partitone". Ma quando mai? Il Ticino è altro, ben altro da quel partito che negli ultimi tempi si distingue soprattutto per malgoverno, beghe, intrallazzi e scandali, a partire dal suo presidente nazionale. E altre sono le forze politiche che sanno assumersi quei compiti di responsabilità per i quali i liberali non sembrano più così portati. In primo luogo il Partito socialista. Che il secondo seggio se lo giocherà probabilmente per poche schede; anzi, che per quanto inverosimile sia l'ipotesi, potrebbe addirittura contendere al Plr il primato di voti e dunque assicurarsi con le sue sole forze il raddoppio in governo, senza dover dipendere dalle disgrazie altrui. Ma allora perché mai gli elettori di sinistra dovrebbero regalare preferenziali e dunque schede al Plr? Del resto il risultato elettorale più deludente della sua storia recente il Ps l'ha raccolto nel '95, quando foraggiò di voti proprio i liberali regalando preferenziali a Giorgio Pellanda nel tentativo maldestro di impedire l'elezione di Masoni. E quando Pietro Martinelli sfidò l'ultrà di destra Filippo Lombardi per l'elezione al Consiglio degli Stati nel '99, lo stesso Marty ben si guardò dal sostenere il rappresentante della sinistra contro un candidato dalla moralità per lo meno dubbia.
Marty chiosa il suo pezzo con un detto in auge fra i pigmei: «chi vuole uccidere il suo cane dice che ha le pulci». Ad avere le pulci è il Plr, non il Ticino. Se le grattino dunque i liberali, le loro pulci. Avranno un bel daffare. E se per eccesso di zelo finirà ammazzato anche il cane, pazienza.

Pubblicato il

30.03.2007 00:30
Gianfranco Helbling
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