Il cagnolino nella gabbietta

Lo scandalo dei premi di cassa malati in Ticino prosegue come prima, più di prima. E prosegue l'ignobile furto delle casse malati ai danni dei cittadini ticinesi. Come prima, più di prima. Con la sorda complicità dell'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas).
Per i premi del prossimo anno gli esperti del settore prevedevano un ribasso dei premi del 6,5 per cento in Ticino. Questo per tre ragioni: l'assunzione di maggiori oneri da parte del Cantone per le prestazioni fornite dalle cliniche private, oneri che quindi non andranno più a carico delle casse malati; l'effettivo contenimento dei costi nelle strutture sanitarie cantonali; le abbondanti riserve accumulate in anni passati dagli assicurati ticinesi.
Ne è risultato un misero 1 per cento, che da parte delle casse malati e dell'Ufas non è stato minimamente spiegato agli assicurati ticinesi. Una riduzione che sa di contentino: dopo anni di aumenti spropositati, le casse malati non potevano non concedere (bontà loro) almeno una minima riduzione: che nasconde in realtà l'ennesimo furto ai danni delle ticinesi e dei ticinesi. Il sospetto è che i premi troppo alti versati dai ticinesi (e anche dagli abitanti di altri cantoni) siano usati per accumulare riserve, esentando almeno in parte da questo compito i cittadini di cantoni più fortunati – dove gli assicuratori hanno deciso che ci si può fare concorrenza fra casse a suon di premi bassi.
A fronte di questo intollerabile sopruso legalizzato ai danni dei ticinesi stupisce l'arrendevolezza del Consiglio di Stato. Stupisce se lo si paragona all'atteggiamento avuto sulla questione dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri. Eppure nel caso dei premi di cassa malati un'azione forte sarebbe stata più che giustificata. Perché ad esempio non invitare tutti i ticinesi a versare i loro premi 2012 su un conto vincolato aperto dallo stesso governo fino a quando da casse malati e Ufas non arrivassero risposte convincenti ai molti dubbi sul livello dei premi in Ticino?
Il confronto fra le due vicende la dice lunga sugli interessi che difende (e su quelli che non difende) la nuova maggioranza Lega-Ppd in seno al governo. Che soltanto nel contenzioso fra Italia e Svizzera se l'è sentita di fare la voce grossa: come un cagnolino in gabbia che abbaia a due pitbull.

Pubblicato il

07.10.2011 00:30
Gianfranco Helbling