L’Udc in Ticino cresce e ammicca, più che alla destra economica, all’estremismo di destra. Ne è la riprova il giornale di riferimento del partito, “Il Paese”, ora diretto da Gianfranco Montù. Che, forse senza ancora mettere piede in territori penalmente punibili, fa appello sempre più spesso a sentimenti razzisti, xenofobi e antiebraici. La sbandata più vistosa è quella dell’ultimo numero (16 agosto), dove un’intera pagina è dedicata ai processi di Norimberga ai gerarchi nazisti responsabili dell’Olocausto. L’autore (con lo pseudonimo Ugo Armin Foncant) mette in dubbio la correttezza del processo, quindi la verità dei fatti provati, rilevando che «il 60 per cento del personale al servizio dell’accusa era composto da ebrei», sottolineando i maltrattamenti subìti dai gerarchi nazisti e rimarcando che all’epoca nessun codice puniva il genocidio e i crimini contro l’umanità, da cui deriverebbe l’assurdità delle condanne. Inoltre da un po’ di tempo “Il Paese” è attento al conflitto israelo-palestinese, parteggiando a spada tratta per i palestinesi (anche se sospettati di terrorismo) e definendo gli abitanti di Israele più spesso “ebrei” che “israeliani”. E si susseguono gli articoli che relativizzano i concetti di xenofobia e razzismo, per non parlare delle battutacce chiaramente razziste. Quanto il disprezzo per i “non svizzeri” possa prendere piede nella società lo dimostra il termine spregiativo “asilanti”, coniato una decina d’anni fa dall’Udc zurighese e oggi diventato d’uso comune anche nell’amministrazione cantonale ticinese. Ancora una volta non è inutile appellarsi alla vigilanza perché sia rispettata la dignità umana.

Pubblicato il 

30.08.02

Edizione cartacea

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