Thomas Gottstein, Ceo di Credit Suisse, da' forma ai tagli del personale già anticipati in maggio. Il processo di digitalizzazione in corso da anni subisce un'accellerazione grazie al telelavoro implementato durante la pandemia. Negli ultimi quattro anni, sono oltre 1'200 gli impieghi spariti al Credit suisse in terra elvetica. Non si può dire che non l’avesse già detto. A fine maggio, ancora in piena emergenza Covid, Thomas Gottstein intervistato dalla Neue Zurcher Zeitung, dopo i suoi primi cento giorni a capo del Credit Suisse, annunciava già la soppressione di filiali e posti di lavoro, quale conseguenza diretta del telelavoro. «In futuro i nostri dipendenti lavoreranno sempre più spesso da casa. Le stime iniziali sono nell’ordine del 10-20% delle ore di lavoro». Tutto questo vi aiuterà a risparmiare denaro - annotava il giornalista, chiedendogli se ci sarebbero stati dei licenziamenti. «A medio termine, saremo certamente in grado di cavarcela con meno personale, soprattutto perché continueremo ad automatizzare le attività. Molti processi possono essere ancora snelliti. Questa è una delle mie priorità» risponse Gottstein. E poiché il tempo è denaro, nel giro di due mesi, il 30 luglio, arriva l'annuncio di una prima pillola: una ventina di filiali saranno chiuse. Contemporaneamente alle chiusure, la banca annuncia un utile netto trimestrale di 1 miliardo e 160 milioni, corrispondente a una crescita del 24% su base annua. Affari andati piuttosto bene durante i mesi critici della pandemia. Passa un mese e la pillola s’ingrossa, raddoppia. Le filiali chiuse saranno 37. Sulla cifra c’è un piccolo mistero mediatico. Se il numero delle succursali che sopravviveranno dovrebbe essere poco più di un centinaio, nel comunicato di luglio le succursali del Cs in Svizzera figuravano essere 120, mentre un mese dopo sarebbero state 146. Alla fine, quel che realmente importa è che potrebbero sparire complessivamente mezzo migliaio di posti di lavoro. Detto in termini di stipendi, i licenziamenti potrebbero equivalere a due Gottstein, visto che il rapporto tra renumerazione del Ceo e un dipendente al Credit Suisse è pari a 1:206. La banca si affretta a rassicurare che i soldi risparmiati saranno reinvestiti in nuove opportunità di lavoro. «Alla fine non si arriverà necessariamente a una riduzione dei posti di lavoro» afferma Gottstein. Ipotesi per indorare la pillola? Forse. Di certo vi è che negli ultimi quattro anni, i dipendenti di Credit Suisse in Svizzera sono calati di 1'260 unità, passando dai 17'400 del 2015, quattro anni dopo erano 16’140. |