I soliti perdenti: le ricette neoliberiste di Masoni

Siamo alle soglie di una crisi economica, lo si dà praticamente per certo. Tuttavia il Governo rimane fermo nell’assicurare la manna degli sgravi fiscali. Non solo. Annuncia un taglio di 120 milioni di franchi alla spesa pubblica. E la Commissione della gestione in Gran consiglio, la scorsa settimana, ha rimandato al Governo il documento di revisione alle Linee direttive e Piano finanziario: prima di entrare nel merito sarebbe opportuno spiegare esattamente come si intende risparmiare quei soldi. Ne abbiamo discusso con Anna Biscossa, presidente del Ps ticinese. Si riscontrano diverse forzature, se non proprio incongruenze, nel Preventivo 2002 e sugli aggiustamenti di Piano finanziario (Pf) e Linee direttive (Ld) ad esso conseguenti? Sull’argomento si è detto praticamente tutto. Le cifre, i contenuti salienti e le forzature paradossali in esso contenute sono stati saggiamente sottolineati dentro e fuori il Governo. Quello che forse val la pena di aggiungere a quei dati già significativi in sé è che non più tardi dell’inizio di giugno, in un incontro ufficiale tra partiti e Governo, alla precisa domanda se alla luce dei risultati finanziari provocati dall’importante effetto reale degli sgravi fiscali sulle entrate cantonali non fosse necessaria una revisione di Linee direttive e Piano finanziario, la signora Masoni assicurò che di problemi non ve n’erano e che le precedenti edizioni di Ld e Pf riconfermavano appieno la loro validità. Nel corso dell’estate i nuovi compiti previsti sono restati gli stessi (se si escludono alcune assurde forzature come quella di considerare un nuovo compito la cancellazione del contributo di solidarietà al personale pubblico) e il gettito per il momento si è mantenuto più o meno agli stessi livelli dell’estate. Come non imputare allora queste cifre alla disonestà (e non riesco a definirla diversamente) o in alternativa all’assoluta incapacità (ma non ci credo io per prima) della nostra ministra delle finanze? Ma se non si tratta d’incapacità, non siamo forse di fronte ad una scelta precisa e pianificata tesa esclusivamente a rendere insopportabile l’onere delle prestazioni pubbliche per poter tagliare allegramente sui servizi ai cittadini? Si dice inoltre che occorrerà recuperare una perdita di 120 milioni di franchi... Certo è vero che c’è stata la tragedia dell’11 settembre, ma francamente mi sembra a dir poco grottesco ipotizzare che l’effetto di quella sciagura abbia causato al piccolo Stato del Canton Ticino una perdita di ben 120 milioni di franchi netti, come dire una cifra che priverà i cittadini ticinesi di una disponibilità di risorse molto superiore ai 120 milioni di franchi ipotizzati, visto che se il Cantone non investe in molti settori (sanità, formazione, mobilità, socialità, sicurezza ecc.), automaticamente si perdono i relativi contributi federali in modo del tutto parallelo. Così non si arresta l’avanzata dei paladini del meno Stato... La strategia di smantellamento dello Stato non finisce qui: come non considerare funzionali a questa strategia di attacco anche i malumori per la cancellazione dei contributi di solidarietà del personale, sottoscritta non più di qualche settimana fa, malumori che già sembrano circolare in Parlamento? In effetti non mi stupirebbe affatto veder ripristinare pesanti tagli sul personale, almeno parzialmente, già nel giro di poche settimane, magari proprio nell’ambito della discussione sul Preventivo. Non mi stupirebbe affatto, dicevo, visto che le forze politiche (parte dei liberali e pipidini in testa) che prediligono lo Stato «snello», «modesto» e chi più ne ha più ne metta, sembrano quasi scalpitare nell’associarsi, per non dire nel sostituirsi a Masoni nel calar colpi d’accetta a destra e a manca, sostenendo così nei fatti quelle strategie liberiste ormai riposte nei solai più polverosi in tutto il mondo, perfino da Bush negli Usa e che sembrano invece ancora in auge in Ticino. È chiaro che se così fosse, se cioè il Preventivo venisse modificato nei suoi attuali contenuti, con una correzione improvvisata e soprattutto improvvida della spesa, il Partito Socialista non potrebbe in nessun caso dare la sua adesione. Eppure la linea del Governo non è stata accettata supinamente: la Commissione della Gestione in Gran consiglio vuole almeno chiarezza sul dettaglio di quei 120 milioni di franchi da risparmiare? Un segnale positivo c’è stato, è vero, e cioè quello lanciato dalla Commissione della gestione nel rimandare al Governo l’aggiornamento delle Ld e Pf perché fosse l’Esecutivo ad indicare dove e come tagliare 120 milioni franchi di spesa. Ma il quarto pacchetto di sgravi fiscali è sempre considerato irrinunciabile? Conosciamo troppo bene le forze oggi in campo a livello parlamentare e conosciamo altrettanto bene l’atteggiamento dei diversi schieramenti politici (compresi i liberali in tema finanziario) di fronte a fiscalità e spesa dello Stato. Non a caso nell’ambito del recente incontro tra Presidenti di partito e rispettivi Capigruppo, da me promosso nelle scorse settimane, non si è riusciti in alcun modo a mettere in discussione il congelamento del quarto pacchetto fiscale. Gli sgravi e i conseguenti tagli di 120 milioni di franchi alla spesa pubblica sono da fare, secondo gli altri tre partiti di Governo, costi quel che costi. Come non preoccuparsi allora, e molto seriamente a questo punto, della sorte che si prospetta per quella fascia di classe media che negli ultimi anni, regolarmente e ripetutamente l’ha presa nel gobbo credendo oltre tutto di fare un buon affare in materia fiscale? Come non preoccuparsi di coloro a cui si è mentito ripetutamente sugli spazi finanziari disponibili e sugli effetti sociali e mirati della politica fiscale? Come non preoccuparsi di chi ha un reddito che si colloca tra la soglia dei beneficiari di un sussidio e i 70’000 franchi di imponibile (e cioè la gran parte della popolazione del Cantone)? Come non preoccuparsi di coloro che non hanno ricevuto alcun beneficio dagli sgravi fiscali, ma che nel contempo, nonostante le casse potenzialmente piene, hanno visto tagliare qualità e attenzione nell’erogazione di servizi e prestazioni o addirittura hanno registrato semplicemente la cancellazione di servizi e/o prestazioni? Saranno sconsolanti le probabili prospettive future se perseveriamo in questa politica? È probabile che l’immediato futuro metta finalmente davanti a tutta la popolazione in modo tangibile e comprensibile quali siano stati i veri obbiettivi, e i conseguenti effetti, che hanno guidato l’azione politica della maggioranza borghese dentro e fuori il Governo negli ultimi anni. Non è una bella prospettiva, vi garantisco! Certamente non è una prospettiva che il Partito socialista ha voluto o che ha contribuito direttamente o indirettamente a concretizzare! Noi abbiamo sempre denunciato questi pericoli, tanto da diventare spesso ripetitivi e noiosi. La nostra coerenza però oggi ci permette di avere il diritto di richiamare tutti alle loro reali responsabilità e, nel contempo, di essere propositivi e credibili sulle possibili soluzioni.

Pubblicato il

16.11.2001 02:30
Sabina Zanini