Questo fine settimana si vota ancora in Ticino: una votazione regionale, ma che offre spunti di riflessione a tutti. Ventiseimila elettori di 9 comuni decideranno se crearne uno nuovo: con i suoi 52 mila abitanti diventerà la nona più grande città della Svizzera. Il passo principale è stato fatto il 15 dicembre: 8 di questi comuni hanno deciso di dar vita alla “Nuova Lugano”. Ora si vota per includervi anche Breganzona (5 mila abitanti). Il sì ha valore strategico: darebbe il segnale giusto a Massagno, Paradiso e forse ad altri comuni, che sarebbero incoraggiati ad aggregarsi anche loro alla città di cui sono già dei quartieri. Ciò che stupisce, e preoccupa, è che il programma del Ps per le elezioni cantonali abbia parlato di questo progetto essenzialmente per esprimere “scetticismo” e “preoccupazione”, sottovalutandone le forti potenzialità, colte invece da molti compagni direttamente coinvolti (non da tutti). Eppure la Svizzera è sempre più un paese urbano: 3 abitanti su 4 vivono in agglomerati urbani, e le maggiori città, salvo Basilea, sono rette da governi rosso-verdi (Zurigo, Berna, Losanna, Ginevra). In Ticino, l’agglomerato di Lugano conta ben 122 mila abitanti, ma il suo “comune polo”, con soli 26 mila abitanti, ne rappresenta appena il 21 per cento. È una situazione anomala, che genera inefficienza e ingiustizia. Nelle agglomerazioni urbane, e nei loro poli in particolare, si concentrano molti problemi sociali: poveri, disoccupati, senza tetto, famiglie monoparentali, anziani, stranieri e richiedenti l’asilo, tossicodipendenti… Se sono frazionate in molti comuni (quella di Lugano ne conta 65!), ognuno gioca allo scaricabarile, anziché cercare le soluzioni. Anche i problemi ambientali e urbanistici esigono coerenza: viabilità e trasporti pubblici (in specie per i pendolari), zone verdi, terreni da gioco, impianti sportivi, abitazioni popolari, zone d’attività, localizzazione dei servizi ai cittadini, rifiuti e controllo delle emissioni… Tutto ciò riguarda anche la Nuova Lugano. Come si può, poi, ignorare la grande ingiustizia, dal profilo fiscale e della spesa pubblica, che caratterizza oggi i comuni coinvolti? Con un moltiplicatore del 75 per cento, il comune di Lugano incassa 6 mila 200 franchi d’imposte per testa d’abitante; gli altri otto comuni della “Nuova Lugano” solo 1'900, benché la loro pressione fiscale sia, mediamente, del 15 per cento superiore. La ragione è chiara: oggi le società – fiorenti anche grazie al lavoro di migliaia di cittadini dei comuni circostanti – pagano a Lugano il 95 per cento delle imposte, e solo il 5 per cento agli altri comuni. Domani, ogni abitante della Nuova Lugano beneficerà di un gettito fiscale di 4 mila 100 franchi di cui 2 mila 100 versati dalle società, e pagherà mediamente 13 per cento d’imposte comunali in meno. La spesa pubblica (che significa servizi ai cittadini) sarà di 6 mila 300 franchi pro capite, più del doppio di quella odierna nei comuni della cintura urbana (3 mila franchi). La Nuova Lugano sarà dunque un comune più equo e più prospero per oltre 50 mila persone, e non solo più grande: ecco perché merita il sostegno di tutti i socialisti…

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13.06.03

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